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La guerra di aggressione di Putin porta alla morte e alla distruzione totale e colpisce in modo particolarmente pesante persone che, a causa della loro identità di genere, sono discriminate nelle società patriarcali.
Nelle zone di guerra, le donne sono terra di conquista: torturate, violentate, umiliate, offese senza limiti. Queste violenze sono parte integrante delle guerre e dei conflitti.

Invece di pensare al riarmo, si dovrebbe investire nella creazione di corridoi di fuga sicuri e nello sviluppo di un sistema di sicurezza per i rifugiati e di un’infrastruttura di assistenza e fornitura. 

Come femministe anticapitaliste, ci opponiamo all’aggressiva politica imperialista del governo russo e allo stesso tempo ne denunciamo l’inciviltà.

Nella stessa misura denunciamo la grande responsabilità dei Paesi della NATO in questa escalation di guerra e in altre guerre imperialiste in cui sono coinvolti. 

Le femministe in Svizzera e in tutto il mondo partecipano alle dimostrazioni contro la guerra e alle manifestazioni di sostegno alle oppositrici e agli oppositori del governo di Putin.

Rifiutiamo le tendenze reazionarie, fasciste e imperialiste in tutto il mondo e lottiamo per la

e lotta per la giustizia sociale in Ucraina e in tutti i paesi toccati dalle guerre.

Chiediamo il ritiro immediato delle truppe russe dall’Ucraina, la fine dei bombardamenti e la revoca immediata dell’assedio di diverse città.

Solidarietà con il movimento femminista in Russia e in tutto il mondo!

Le femministe di tutto il mondo, con le loro richieste di uguaglianza e di autodeterminazione, si oppongono al patriarcato oppressivo e guerrafondaio.

Con le loro manifestazioni, queste attiviste femministe aderiscono anche al manifesto delle femministe russe, che si oppongono al loro governo, stanno conducendo azioni di resistenza quotidiane, dando un contributo significativo all’avanzamento di questa lotta anche nella società civile russa. Chiedono di poter partecipare a dimostrazioni pacifiche, di lanciare campagne contro la guerra e si battono per la costruzione di una società giusta con pari opportunità e prospettive per tutti, nella quale la violenza e i conflitti militari non siano presenti.

Guerra significa violenza, povertà, sfollamento forzato, devastazione dei territori, insicurezza e violenza, mancanza di prospettive future e tutto ciò è incompatibile con i valori e gli obiettivi fondamentali del movimento e cioè il diritto all’integrità fisica, all’autodeterminazione del proprio corpo e la lotta contro la violenza di genere. Il nazionalismo e lo sciovinismo che si sviluppano in tempo di guerra comportano il rischio di un arretramento dei diritti, come il diritto all’aborto e i diritti delle persone LGBTQIA.

Le femministe russe sottolineano che l’attuale guerra condotta dal regime di Putin contro l’Ucraina si svolge anche sotto la bandiera dei “valori tradizionali” sostenuti dagli ideologi del governo.

Questi “valori” conservatori incrementano lo sfruttamento delle donne e l’oppressione di coloro i cui stili di vita, costumi e tradizioni non corrispondono alle ristrette norme patriarcali. Questa guerra accentua la disuguaglianza di genere e riporta indietro di molti anni le conquiste del movimento femminista.

La violenza sessuale in guerra non è semplicemente una conseguenza di bombe e proiettili. 

Lo stupro è spesso usato come arma di guerra. Le donne in fuga o che rimangono nelle zone di conflitto sono esposte a violenze sessuali di massa, così come i soldati prigionieri di guerra.

Chiediamo vie di fuga sicure non solo per gli ucraini, ma per tutti gli esseri umani, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle o dall’origine, liberi da aggressioni sessuali e sfruttamento.

In Ucraina, le donne sono sempre più responsabili della cura e dell’assistenza dei bambini.

Attualmente sono soprattutto le donne e i bambini a fuggire dall’Ucraina, poiché tutti gli uomini sono stati costretti a partecipare alla difesa militare del Paese.

Inoltre, molte donne aspettano in città bombardate e assediate o in città non ancora colpite dalla guerra.

Sono responsabili del sempre più difficile approvvigionamento di cibo e della cura di bambini, malati e anziani.

In modalità di sopravvivenza, fungono da supporto morale, preoccupandosi costantemente dei loro parenti.

Negli ultimi dieci anni, il movimento delle donne ha acquisito un enorme potere mediatico e culturale.

È tempo di trasformare questo potere in potere politico: Noi siamo l’opposizione alla guerra, al patriarcato, all’economia di mercato, al militarismo. Noi siamo il futuro che prevarrà.

In virtù dei nostri valori di autodeterminazione dei popoli, chiediamo l’immediata cancellazione dei 125 miliardi di dollari di debito estero degli Stati Uniti come misura concreta di sostegno al popolo ucraino e denunciamo le riforme e le condizionalità imposte dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) negli ultimi anni.