Proprio nelle stesse ore nelle quali il PS faceva sapere via social che il PS sosterrà la giornata d’azione indetta dai lavoratori e dalle lavoratrici del settore pubblico contro il taglio delle pensioni annunciato dal CdA dell’IPCT (nel quale siedono – ed hanno votato a favore del taglio – alcuni rappresentanti targati più o meno ufficialmente PS), ecco che il DECS di Manuele Bertoli lanciava la sua offensiva per cercare di fare pressione su quegli stessi lavoratori e lavoratrici che il suo partito afferma di sostenere.
La sezione amministrativa del DECS ha infatti inviato nei giorni scorsi a tutte le direzioni scolastiche una circolare nella quale si invita a informare i docenti che alcune delle azioni previste nelle scuole il mattino della giornata d’azione del 28 settembre (pause prolungate, caffè di protesta, riunioni in tempo di lavoro) verranno considerate come sciopero e che quindi vi sarà la relativa deduzione salariale per il tempo di lavoro dedicato a queste azioni.
Nulla di male da un punto di vista strettamente formale; da che mondo e mondo, chi si astiene (in qualsiasi forma) dal lavoro a difesa delle proprie rivendicazioni non ha mai preteso di essere pagato durante questo tempo di protesta.
Ma, sul piano politico, è evidente l’atto di intimidazione, il tentativo di far leva sulle esitazioni, sulla inesperienza di chi vorrebbe lanciarsi in queste azioni, ma teme che vengano, appunto, considerate azioni di sciopero. E le direzioni delle scuole hanno immediatamente diffuso il richiamo dipartimentale…
Coloro che in queste settimane stanno facendo un grosso lavoro per superare queste difficoltà, per istillare fiducia ai lavoratori e alle lavoratrici magari alle prese con la loro prima azione, sanno quanto questi richiami ufficili pesino.
Dovrebbe saperlo anche il capo del dipartimento, soprattutto se costui si situa nel campo del “socialismo”. Cosa serve, avere un “progressista” in governo se costui non utilizza nemmeno lo spazio di manovra che sicuramente ha per incoraggiare le persone a battersi per i propri diritti? Per cercare di garantire che i salariati possano godere – sostanzialmente e non solo formalmente – dei propri diritti?
Dodici anni alla testa del DECS ci hanno consegnato l’immagine di un capo del DECS sprezzante nei confronti dei diritti partecipativi dei docenti; adesso, sul finire della sua carriera, eccolo guidare il suo dipartimento in una sottile azione di contrasto verso l’esercizio dei diritti più elementari. Triste e malinconica fine di carriera…