Due anni fa, in occasione della rielezione del Consiglio di amministrazione dell’IPCT, avevamo posto – con la presentazione di una lista denominata “Trasparenza, Solidarietà, Partecipazione” – tutta una serie di questioni legate alla “rappresentanza” degli assicurati nella cassa pensione. L’articolo che segue – apparso oggi su La Regione – rilancia questi temi, alla luce delle recenti decisioni del consiglio di amministrazione della cassa, in particolare quella di ridurre le rendite attraverso la riduzione del tasso di conversione. Vi invitiamo a leggerlo, ma, soprattutto, a partecipare alla mobilitazione contro il taglio alle rendite IPCT, in particolare alla manifestazione che si terrà mercoledì 28 settembre a Bellinzona (ore 17.30 – piazzale stazione FFS). (Red)
*************
Cari “rappresentanti” delle assicurate e degli assicurati nel Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto di Previdenza del Canton Ticino (IPCT), mi rivolgo a voi con questa “lettera aperta” perché nelle ultime settimane si è parlato spesso di voi, ponendo domande e dubbi sul vostro comportamento.
Sedete nel CdA in “rappresentanza” dei salariati: siete stati eletti, su liste proposte dalle organizzazioni sindacali, nell’ottobre del 2020; assieme a voi cinque siedono altri cinque, rappresentanti del datore di lavoro (il Cantone, ma anche molti Comuni, Case per anziani, associazioni di aiuto a domicilio, SUPSI e USI, etc.), nominati dal Consiglio di Stato.
La composizione della delegazione “padronale” rispecchia lo spettro dei partiti politici di governo (lo stesso vale, in parte, anche per quella degli assicurati), a dimostrazione che il CdA è un organismo altamente politico, al quale spettano scelte politiche nella gestione della cassa. Se così non fosse, basterebbero alcuni “tecnici” a vegliare e prendere le decisioni.
Le critiche nei vostri confronti riguardano il vostro atteggiamento in occasione della decisione “di principio” del CdA di procedere alla diminuzione – a partire dal 2024 – del tasso di conversione dall’attuale 6,17% al 5% per le future rendite pensionistiche: una diminuzione di circa il 20%.
Val la pena ricordare che il personale ha già subito – con la riforma del 2012 – una diminuzione delle rendite del 20% (riforma approvata da tutti i partiti in Gran Consiglio, ad eccezione del rappresentante dell’MPS). In poche parole: in una quindicina d’anni una diminuzione media attorno al 36-40% delle rendite.
Le/Gli assicurate/i si attendevano da voi un altro comportamento. Avrebbero voluto che voi – pubblicamente – diceste No a questa diminuzione del tasso di conversione che comporta automaticamente una diminuzione delle rendite.
Avrebbero voluto che affermaste, chiaro e forte: finché non vi sarà la garanzia che tale diminuzione non comporterà una diminuzione delle rendite – adottando misure di compensazione a carico del datore di lavoro – noi non daremo il nostro consenso. Sarebbe stata questa una posizione comprensibile da parte degli assicurati che voi pretendete di “rappresentare”; avrebbe avuto – inoltre – il vantaggio di permettere una eventuale trattativa senza la pesante ipoteca di una decisione che, di fatto, significa automaticamente una diminuzione delle rendite, rendendo anche più difficile la mobilitazione che si sta cercando di organizzare per opporsi a questa decisione.
Sappiamo quale è il vostro punto di vista: secondo voi si tratta di una decisione “tecnica”, “necessaria” sulla base dei parametri finanziari.
Non vogliamo qui entrare nel merito di questa discussione che, lo scoprirebbe chi volesse approfondire, ha molti risvolti politici e pochi di ordine “tecnico”.
E che il vostro comportamento sia stato dettato più dalla volontà di “concertazione” con il “padronato”, di assunzione del punto di vista “della cassa” e assai meno di quello degli assicurati che dovreste rappresentare, lo confermano almeno due fatti.
Il primo, legatoal momento in cui alcuni di voi venivano rieletti nel CdA (ottobre 2020). Ebbene, in piena campagna per la votazione del CdA, alcuni di voi – già presenti nel CdA uscente – votavano a favore del taglio (fino al 50%) delle rendite vedovili. Tutto questo nel più assoluto silenzio, senza sentire il bisogno di consultare coloro ai quali – in quello stesso momento – chiedevate un voto di fiducia come loro “rappresentanti”.
Il secondo ci riporta al voto nel CdA sulla diminuzione del tasso di conversione, avvenuto qualche mese fa. Ebbene, a tutt’oggi non si è ancora riusciti a stabile con esattezza come avete votato (va da sé che almeno uno di voi abbia votato con la parte padronale); ma il fatto che non osiate nemmeno dirlo apertamente a coloro che pretendete di “rappresentare” è significativo del vostro atteggiamento. Per quale ragione gli assicurati e le assicurate che pretendete di “rappresentare” non hanno il diritto di sapere come avete votato su una questione essenziale – una misura che diminuirà del 20% le loro rendite? E non venite a raccontarci fesserie quali il segreto di funzione o le fantasiose sanzioni di natura penale!
Il personale si sta mobilitando (Il 28 settembre vi sarà una giornata di azione) e al centro di questa mobilitazione vi è, come prima e fondamentale, rivendicazione, il ritiro di questa decisione sul tasso di conversione.
Prenderne atto, sostenerla pubblicamente, fare di tutto in seno al CdA per bloccare la messa in pratica di questa misura (e sapete di averne la possibilità) sarebbe il modo migliore per cercare di riconquistare un minimo di fiducia tra coloro che pretendete di “rappresentare”.
*articolo apparso sul quotidiano La Regione mercoledì 21 settembre 2022