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Analizzando il materiale legislativo del Comune di Bellinzona sembrano emerge contraddizioni e una confusione in merito allo strumento stesso della videosorveglianza (accesso, tecnologia, ecc.), una poco zelante applicazione della procedura per l’adozione di nuove videocamere, dubbie scelte di opportunità sulla composizione della Commissione protezione dei dati, la mancanza di uno studio sull’interesse pubblico della videosorveglianza. Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento considerevole delle videocamere, in particolare nel centro cittadino. Tante ragioni per interpellare il Municipio: è quanto hanno fatto i consiglieri comunali dell’MPS. (Red)

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Attorno all’aumento di videocamere sul territorio di Bellinzona non si è mai sviluppato alcun serio dibattito, in particolare in merito all’interesse pubblico e alla proporzionalità dello strumento. Eppure è ormai accertato che l’occhio della videocamera vìola un fascio di diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, quali la libertà di movimento, il diritto all’autodeterminazione informativa, la libertà di riunione e il diritto al rispetto della sfera privata in pubblico. Per fare sì che la violazione sia legale e diventi quinti una restrizione al diritto fondamentale in questione, la Costituzione federale pone chiare prescrizioni. A quest’ultime si aggiungono la legge federale e cantonale sulla protezione dei dati e rispettive ordinanze e le direttive delle autorità in materia di protezione dei dati, quale l’Incaricato cantonale alla protezione dei dati. In un contributo contenuto primo volume della Rivista ticinese di diritto 2022, Giordano Costa, Incaricato cantonale alla protezione dei dati, si esprime così: «L’ordinamento giuridico svizzero assoggetta […] la sorveglianza pubblica a limiti e condizioni […]. Tali condizioni sono intese ad evitare che un dosaggio eccessivo delle misure di sicurezza possa compromettere il loro stesso scopo, vale a dire la garanzia di condizioni esterne favorevoli per l’esercizio di diritti e libertà del cittadino e per la realizzazione dello Stato democratico. Una certa limitazione dei diritti costituzionali è accettabile unicamente nella misura in cui siano rispettati i suddetti principi generali del diritto e sia dato un interesse pubblico preponderante legalmente previsto e garantito. In ogni caso, i diritti fondamentali rimangono intangibili nella loro essenza. Pertanto, ‹lo Stato deve attentamente valutare la compatibilità della videosorveglianza con i diritti e le libertà fondamentali›, posto che nello Stato liberale è sempre la sicurezza a doversi misurare e giustificare nei confronti della libertà, non il contrario. […] L’uomo e le sue istituzioni statali sono, sì, curiosi per natura, ma questa curiosità può divenire malsana e condurre alle peggiori derive per delle intere società. La videosorveglianza e le altre forme di monitoraggio elettronico di ampie parti di città, mosse da intenti a volte forse eccessivamente zelanti di sicurezza, possono essere il primo passo in questo senso e vanno perciò a loro volta accuratamente monitorate, disciplinate e regolarmente rivalutate nella loro proporzionalità»[1].

Analizzando il materiale legislativo del Comune di Bellinzona sembrano emerge contraddizioni e una confusione in merito allo strumento stesso della videosorveglianza (accesso, tecnologia, ecc), una poco zelante applicazione della procedura per l’adozione di nuove videocamere, dubbie scelte di opportunità sulla composizione della Commissione protezione dei dati, la mancanza di uno studio sull’interesse pubblico della videosorveglianza. Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento considerevole delle videocamere, in particolare nel centro cittadino. Dopo le videocamere posizionate con supporti in legno durante il carnevale del 2018, trasformate poi, nel fermento amministrativo causato dalla fusione, in installazioni stabili e definitive in tutto il centro storico, nel 2021 è stata installata (almeno) una nuova videocamera all’incrocio tra Via Mirasole e Via Giuseppe Lepori (cfr. foto allegata), in concomitanza con la messa in servizio dei nuovi semafori. Nel frattempo il Municipio ha interposto ricorso contro le modifiche della Sezione enti locali apportate al nuovo Regolamento sulla sorveglianza che a causa del ricorso non viene applicato. Il 2 dicembre 2021 la RSI riportava[2] che a Bellinzona si paventava la posa di ulteriori 30 dispositivi e ad inizio novembre 2022 LaRegione ha riportato[3] la notizia della posa di nuove videocamere nella zona della stazione.

Sulla base delle considerazioni che precedono, si chiede dunque al Municipio:

  1. In merito al ricorso interposto contro le modifiche apportate dalla Sezione enti locali

Nel marzo 2021, rispondendo ad una interpellanza 289/2021, il Municipio ha comunicato che il nuovo regolamento presentato non era ancora entrato in vigore a causa del ricorso interposto dallo stesso esecutivo contro le modifiche apportate d’ufficio dalla Sezione Enti Locali. A causa del ricorso è ancora in vigore il Regolamento concernente la videosorveglianza sul territorio giurisdizionale dell’ex Comune di Bellinzona del 2008 e la relativa Ordinanza del 2009.

  1. Quali sono le motivazioni e le valutazioni che hanno spinto il Municipio ad interporre ricorso contro le modifiche apportate dalla Sezione Enti locali al nuovo Regolamento comunale?
  2. Il Tribunale amministrativo cantonale si è già espresso in merito al ricorso?
  3. Il Municipio ritiene opportuno continuare a decidere la posa di nuove videocamere sulla base di un’ordinanza risalente al 2009 e molto probabilmente non più attuale?
  • Posa di nuove videocamere

Secondo la risposta nr. 1 all’interpellanza 70/2108, il Municipio ha deciso la posa delle videocamere installate nel corso del 2018 con risoluzione municipale n. 2149 del 25 ottobre 2017.

Con la risposta nr. 6 all’interpellanza 70/2018 il Municipio comunicava che sul territorio comunale erano presenti 39 apparecchi e alla risposta nr. 9 affermava che al momento non era prevista l’installazione di altre telecamere.

Nella relazione della Commissione della legislazione sul messaggio municipale n. 164 del 12 febbraio 2019 si legge che “a precisa richiesta [fatta all’allora vicesindaco e al comandante della polizia comunale], il potenziamento attraverso nuove installazioni di videosorveglianza dovrebbe essere a breve termine estremamente limitato ad essenzialmente legato ai centri di raccolta rifiuti”.

Nel messaggio municipale n. 164 del 14 novembre 2018 le videocamere erano invece diventate 42.

Stando a recenti informazioni fornite dalla stampa il Municipio starebbe riflettendo alla posa di 30 nuovi apparecchi sull’interno territorio comunale[4] e di apparecchi nella zona della stazione[5]. Per questi ultimi la Città ha già previsto risorse finanziarie nel Preventivo 2023.

  • Dove sono ubicate le telecamere di cui è stata autorizzata l’installazione con la risoluzione municipale nr. 2149?
  • La Commissione protezione dei dati (CPD) in carica la scorsa legislatura era stata interpellata in merito alla posa delle videocamere posate con la ris. n. 2149 come imposto dall’Ordinanza in vigore? Se no, per quale motivo?
  • Malgrado le dichiarazioni contenute nei materiali legislativi, dal 2018 ad oggi sono state installate nuove videocamere sul territorio cittadino e non solo negli ecocentri. Quali valutazioni hanno spinto il Municipio a cambiare nel giro di poco più di tre anni, la posizione espressa nella risposta nr. 6 all’interpellanza 70/2018 e risposta nr. 9 e davanti alla Commissione della legislazione, e cioè di non installare nuove telecamere, poi di limitare le stesse agli ecocentri, e infine decidere di installare 30 nuovi apparecchi?
  • A quanto ammontano le videocamere attualmente installate sul territorio comunale, comprese quelle appartenenti ed installate a immobili di proprietà del comune e dove sono ubicate?
  • Corrisponde al vero che la Città intende installare 30 nuovi apparecchi come riportato dalla RSI? Dove?  
  • Per quali motivi l’acquisto e la posa di nuove videocamere non sono mai stati oggetto di una richiesta di credito al Consiglio comunale tramite un preciso messaggio municipale?
  • Il Comandante della polizia comunale ha affermato a LaRegione che la zona della Stazione è “[…] un’area nella quale transitano quotidianamente a tutte le ore, anche la sera tardi, svariate migliaia di persone in arrivo e in partenza, nonché centinaia di veicoli privati e del trasporto pubblico che fanno capo al nodo intermodale” e che la gravità della situazione “[…] non appare oggigiorno così elevata, né più elevata rispetto al passato, a tal punto da richiedere un giro di vite, come qualcuno auspica”. Tuttavia, l’impianto di videosorveglianza potrà essere utile in ottica preventiva. Quest’ultima valutazione è stata anche alla base della posa di tante altre videocamere nel centro del comune.
    • Il Municipio ritiene proporzionato installare delle videocamere che riprendono svariate migliaia di persone tutte le ore del giorno a fronte di una situazione che dalla polizia comunale stessa viene ritenuta non grave?
    • Le persone che oggi percorrono la strada dalla stazione a Piazza indipendenza sono costantemente riprese delle videocamere presenti sul percorso: il Municipio non ritiene sproporzionato questo massiccio utilizzo della videosorveglianza a qualsiasi ora del giorno che di fatto permette di risalire a importanti datti delle persone toccate (domicilio, volti, posto di lavoro, spostamenti, incontri, acquisti, ecc)?
    • Come valuta il Municipio l‘idea di allestire uno studio sulla ponderazione tra diritti lesi e interessi perseguiti con la videosorveglianza sul territorio comunale, optando magari per un’accensione delle videocamere limitata nel tempo, per esempio solo durante la notte o in situazioni di forte affluenza?
  • All’incrocio Via Giuseppe Lepori/Via Mirasole sono state posate nuove videocamere:
  1. Quali sono i modelli di telecamere installate?
    1. Quali sono numero a data della risoluzione municipale?
    1. La CPD è stata interpellata come impone l’Ordinanza? Se no, per quale motivo?
    1. Gli apparecchi sono installati molto in alto e sembrano riprendere anche spazi privati, in particolare giardini e balconi posti nelle immediate vicinanze. È corretto?
    1. Ci sono cittadini che hanno scritto al Municipio preoccupati per la posa delle videocamere e al rispetto della propria sfera privata? Se sì, quanti?
    1. Il Municipio ha informato i cittadini prima di installare le videocamere e dei problemi che si sarebbero posti con il rispetto della loro sfera privata?
    1. Quali accorgimenti tecnici intende adottare o ha adottato il Municipio per non violare i diritti dei cittadini coinvolti?
  • In merito alla Commissione comunale della protezione dei dati

L’articolo 4 dell’Ordinanza sulla videosorveglianza (e anche l’articolo 3 del nuovo Regolamento non ancora entrato in vigore), impongono al Municipio di consultare la Commissione comunale della protezione dei dati (CPD) prima di decidere l’installazione di nuove videocamere.

  1. La CPD, il cui presidente dovrebbe essere il Municipale Minotti, è stata costituita per la legislatura 2020-2023? Quante volte si è riunita? Se non è stata istituita: per quale motivo? Se non si è ancora riunita: per quale motivo?
  2. Da chi è composta la CPD per la legislatura 2020-2023?
  3. Come mai nel sito del comune della Città la ricerca della “commissione comunale della protezione dei dati” non dà nessun risultato?             
  4. La CPD è regolarmente consultata prima della posa delle nuove videocamere? Se no, per quale motivo?
  5. Se la CPD dati non è stata validamente costituita e/o non viene interpellata come previsto, per quale motivo il Municipio persiste nella posa di videocamere sapendo che lo fa in violazione dell’Ordinanza comunale?
  6. Corrisponde al vero che all’interno della CPD siedono due agenti della polizia comunale? Se sì, il Municipio non ritiene che vi possa essere un conflitto di interesse?
  • Videosorveglianza in tempo reale

Né l’Ordinanza sulla videosorveglianza in vigore né il Regolamento contengono un articolo che permette la videosorveglianza in tempo reale (nemmeno il messaggio nr. 164 ne parla).

Nella premessa all’interpellanza nr. 289/2021 il Municipio afferma che “La videosorveglianza, a meno di situazioni puntuali e circostanziate, non è dunque uno strumento utilizzabile in tempo reale […]” e alla risposta nr. 1 alla medesima interpellanza che “[…] l’impostazione delle videocamere è di tipo preventivo (dissuasivo) e repressivo (per risalire cioè a reati in tempo successivo)”, non menzionando quindi la videosorveglianza in tempo reale.

  1. Ad oggi, le autorità comunali utilizzano e/o possono utilizzare la videosorveglianza in tempo reale? Se sì, quale è la base legale che permette loro di farlo?
  2. Quante volte è stata utilizzata la videosorveglianza in tempo reale? In quali occasioni? Chi decide l’uso della videosorveglianza in tempo reale?
  3. Ammesso e non concesso che esista una base legale, quali sono a mente del Municipio le situazioni “puntuali e circostanziate” che permetterebbero di attuare una videosorveglianza in tempo reale? Chi decide circa l’esistenza di queste non meglio precisate situazioni “puntuali e circostanziate”?
  4. Il Municipio non ritiene che la ripresa in tempo reale delle immagini sia una misura sproporzionata e lesiva dei diritti delle cittadine e dei cittadini e che il suo eventuale utilizzo debba essere sottoposto a severe condizioni?
  5. Corrisponde al vero che, durante il recente periodo di pandemia, gli agenti della polizia comunale sono intervenuti presso alcuni esercenti pubblici perché, visionando in diretta le immagini della videosorveglianza, si sono accorti che i clienti, all’esterno e non all’interno, non portavano la mascherina?
  • Diritti di accesso ai dati registrati

Secondo l’articolo 6 lettera b dell’Ordinanza “L’accesso ai dati registrati è esclusivamente concesso al Comando della Polizia comunale” e nel MM nr. 164 si afferma che “L’accesso ai dati è limitato agli agenti operativi della Polcom e – per la gestione tecnica del server – agli addetti dell’AMB” (pag. 5). Al contrario, il nuovo regolamento, sottoposto a ricorso, non contiene alcuna norma che conferisce l’accesso unicamente alla polizia comunale, ma lascia al Municipio la facoltà di definire un servizio o singole persone competenti di elaborare o fare elaborare i dati personali.

Con la risposta nr. 16 all’interpellanza 70/2018, il Municipio afferma che “AMB ha accesso alle riprese in diretta o alle registrazioni su specifica richiesta/approvazione della Polizia comunale”, e alla risposta nr. 20 “L’accesso alla riprese live e registrazioni può avvenire unicamente da postazioni dedicate, protette con credenziali personali”. Anche dalle risposte nr. 19 e 21 si deduce che funzionari AMB hanno accesso alle riprese in tempo reale e alle registrazioni.

  • Il chiaro testo dell’articolo 6 lettera b dell’Ordinanza conferisce l’accesso ai dati solamente alla polizia comunale. Come spiega il Municipio che, stando alle sue stesse parole, anche funzionari AMB abbiano accesso alle registrazioni e anche alle immagini in tempo reale?
  • Il Municipio condivide l’interpretazione secondo cui, stando al chiaro testo dell’Ordinanza, i funzionari AMB non potrebbero avere accesso alle immagini in tempo reale ma unicamente alle registrazioni?
  • Quanti sono ad oggi i funzionari AMB con le credenziali per l’accesso alle immagini in tempo reale? Chi decide, e su quale base legale, a chi rilasciare le credenziali?
  • A quali condizioni i funzionari AMB possono chiedere la visione in tempo reale?
  • Prevenzione e repressione dei reati

Nel messaggio n. 164 si afferma che “oltre a svolgere una funzione di prevenzione [la videosorveglianza] si è rilevata utile per individuare gli autori di atti illeciti di lieve o grave entità” e anche nella risposta nr. 1 all’interpellanza 289/2021 il Municipio afferma che “la videosorveglianza [sul territorio comunale] ha permesso la risoluzione di diversi reati, anche gravi”.

  • In quante indagini è stato richiesto l’accesso alle immagini di videosorveglianza sul territorio comunale? Si chiede di suddividere i dati per anno civile.
  • Quante sono le indagini che sono state risolte grazie alluso delle immagini di videosorveglianza? Si chiede di suddividere i dati per anno civile.
  • Di che tipo di reati si tratta? Si chiede di differenziare tra reati contravvenzionali, crimini e delitti.
  • Se non fosse possibile fornire i dati richiesti, in particolare in merito alle indagini risolte, come può il Municipio affermare quanto scritto nella risposta all’interpellanza?
  • Il 1o dicembre 2021 LaRegione ha riportato la notizia del furto di due corone di natale. Secondo il quotidiano, la persona è stata ripresa dall’impianto di videosorveglianza della polizia comunale presente in zona Cervia. La Società commercianti di Bellinzona ha diffuso un Descrizione dell’individuo (mezza età, capelli e barba corti, giaccone nero). È stata sporta una formale denuncia per il presunto furto? Se no, come ha avuto accesso alle immagini la Società commercianti?
  • Riconoscimento facciale

Secondo un articolo apparso sul sito RSI[6] a Bellinzona non è stata fatta “per il momento nessuna valutazione circa l’eventuale uso di software per il riconoscimento facciale”.

  • Il sistema di videosorveglianza della Città avrebbe tutti i presupposti tecnici per permettere il riconoscimento facciale?
  • Visto il cambio frequente di idee del Municipio sul tema della videosorveglianza, si chiede: il Municipio sta facendo valutazioni circa l’implementazione del riconoscimento facciale?

Matteo Pronzini, Angelica Lepori, Giuseppe Sergi

28 dicembre 2022

Alla base del presente atto parlamentare vi sono i seguenti materiali:

  • Regolamento concernente la videosorveglianza sul territorio giurisdizionale dell’ex Comune di Bellinzona del 2008 e la relativa Ordinanza del 2009
  • Messaggio municipale no.164 del 14 novembre 2019
  • Regolamento concernetene la videosorveglianza sul territorio giurisdizionale del Comune di Bellinzona
  • Relazione della minoranza della Commissione della legislazione sul MM no. 164 del 12 febbraio 2019
  • Relazione della maggioranza della Commissione della legislazione sul MM no. 164 del 12 febbraio 2019
  • Interpellanza 32/2017 di Lelia Guscio e relativa risposta
  • Interpellanza 52/2018 Mps-Pop e relativa risposta
  • Interpellanza 70/2018 di Tuto Rossi e relativa risposta
  • Interpellanza 289/2021 di Luca Madonna e relativa risposta

[1] Giordano Costa, Videosorveglianza, riconoscimento facciale e altre tecnologie di controllo pubblico in Ticino, tra sicurezza e libertà. Con primi spunti normativi per una nuova legge cantonale quadro sulla sorveglianza pubblica, RTDI I-2022, pag. 351-401

[2] https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Locchio-vede-ma-cosa-guarda-14909799.html

[3] https://www.laregione.ch/cantone/bellinzonese/1619613/droga-stazione-videosorveglianza-preventivo-centro

[4] https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Locchio-vede-ma-cosa-guarda-14909799.html

[5] https://www.laregione.ch/cantone/bellinzonese/1619613/droga-stazione-videosorveglianza-preventivo-centro

[6] https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Locchio-vede-ma-cosa-guarda-14909799.html