L’MPS non si è limitato a confermare la propria opposizione a un Preventivo ridicolo come quello presentata dal consiglio di Stato “unito e coeso” per il 2023. Come è ormai tradizione, ha fatto seguire la proprio No una serie di proposte di modifica per indicare in quale direzione dovrebbe andare una politica che mettesse in primo piano i bisogni e gli interessi della maggior parte della popolazione di questo Cantone, fatta di salariati/e e pensionati/e sempre più in difficoltà. Inutile aggiungere che tutti questi emendamenti non sono stati accolti, anche se – con alterna fortuna- hanno suscitato la simpatia e il consenso ben più ampio dei tre deputati sui quali può contare l’MPS (giusto per la cronaca: in alcuni casi abbiamo raggiunto e superato i 20 voti). Qui di seguito un testo che presenta e riassume le nostre proposte. (Red)
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Le proposte dell’MPS sul Preventivo 2023 del Cantone
Contro la crisi sociale, un preventivo di classe
Decisamente nulla rispetto alla gravità e alle urgenze della situazione sociale: è questo il giudizio dell’MPS sui due rapporti (di maggioranza e di minoranza) presentati dalla Commissione della gestione.
Evidentemente la nostra opposizione si concentra maggiormente sul rapporto di maggioranza e sulla sua proposta di accogliere il Preventivo così come presentato dal governo. Il tutto nella prospettiva prioritaria di dedicare tutta l’attenzione alle misure di risparmio e alla riconduzione dei conti del Cantone ad un pareggio entro i prossimi anni sulla base, sostanzialmente, di tagli alla spesa pubblica.
È da questa constatazione generale rispetto alle proposte in campo che, al di là della nostra consueta e fondamentale opposizione ai conti preventivi del Cantone che non sono altro che la cristallizzazione di politiche concrete che non condividiamo, abbiamo voluto segnalare quali a nostro modo di vedere sono le priorità e in che modo si dovrebbe e potrebbe sostenerle anche da un punto di vista finanziario, naturalmente alternativo a quello che ci viene proposto.
Lo facciamo con la presentazione di una serie di emendamenti che vogliono configurarsi proprio come un tentativo di sostanziare questo nostro punto di vista politico alternativo a quello maggioritario espresso dal GC.
Presentando questi emendamenti vogliamo prima di tutto ribadire, come abbiamo già detto, quali sono le nostre priorità (che non presentiamo certo qui per la prima volta, ma che sono oggetto costante di campagne politiche da parte nostra). Vogliamo anche segnalare, anche questo lo abbiamo già detto, come tutta la classe politica sembra non aver percepito (o non voglia riconoscere) la crisi sociale profonda che attraversa la nostra società e la necessità di opporvi, per lo meno, una politica pubblica che cerchi di costituire un minimo di resistenza.
I nostri emendamenti ricoprono (sostanzialmente, due ambiti: quello che possiamo definire sanitario e quello relativo alla difesa del potere d’acquisto e contro dumping salariale e sociale; a questi si aggiunge quello di ordine fiscale che indica la necessità di una redistribuzione senza la quale non sarà possibile alcun concreto cambiamento (nella realtà delle cose e non in quella delle chiacchiere).
Dal punto di vista sanitario, la pandemia ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato bisogno, le difficoltà nelle quali si dibatte il nostro sistema, in particolare quello ospedaliero, ma anche quello legato alle case per anziani e all’aiuto domiciliare, da anni sottoposto a politiche di razionamento delle strutture e dell’offerta di prestazioni, oltre che confrontato con una carenza di personale sanitario (nel sistema ospedaliero ma anche negli altri ambiti socio-sanitari), la cui responsabilità è da additare a tutta la classe politica, ai diversi partiti di governo, a coloro che – per aver gestito e gestendo il settore pubblico sanitario – a questo problema (ampiamente conosciuto e dibattuto) non hanno saputo dare alcuna risposta. Le risposte che arrivano in questi ultimi tempi (miglioramento-parificazione dei salari per il personale ospedaliero in formazione – riorganizzazione delle strutture scuole sanitarie) sono, a dir poco, insufficienti e mostrano solo la coda di paglia di una classe politica che, su questo terreno, ha mostrato tutta la sua inettitudine, oltre che una politica condotta all’insegna di una logica mercantile.
D’altronde, è evidente a tutti che, oltre al potenziamento delle strutture e dei posti di formazione, sarebbe necessario – per evitare che un numero sempre maggiore di lavoratori e, soprattutto, lavoratrici lascino il settore – migliorare in modo importante le condizioni di lavoro e salariali.
Inutilmente troveremmo segnali in questa direzione. La conferma la si è avuta in questi ultimi due anni di pandemia che non hanno spinto governo, EOC e altri (pensiamo ai comuni per quel che riguarda le case per anziani) a riconoscere, perlomeno a livello salariale, lo sforzo enorme del personale curante.
Per questo i nostri emendamenti si concentrano su alcuni di questi aspetti, in particolare:
• Aumento importante delle retribuzioni del personale curante;
• un sostegno finanziario all’EOC affinché possa garantire il funzionamento in tutti gli ospedali e 24 su 24 ore di strutture importanti come i pronto soccorso;
• il potenziamento delle strutture del controllo sanitario (a cominciare da quella del medico cantonale) che hanno dimostrato in questi ultimi due anni la necessità di tale potenziamento;
La crisi sanitaria si è andata sommando ad una crisi sociale evidente. Il dumping salariale non fa che confermarsi ed avanzare.
Una presa d’atto di questa situazione avrebbe voluto che gli strumenti per il controllo del mercato del lavoro, fondamentali per qualsiasi lotta al dumping, venissero potenziati. Senza un reale ed effettivo potenziamento dell’ispettorato del lavoro si resta alla pura declamazione.
Per questo, proponiamo, con un altro dei nostri emendamenti, un massiccio potenziamento del numero di funzionari accreditati all’ispettorato del lavoro; un antipasto di quello che proponiamo attraverso la nostra iniziativa popolare che speriamo venga discussa al più presto dal Parlamento cantonale e poi sottoposta a votazione popolare.
Contemporaneamente attiriamo sulla tematica della perdita del potere d’acquisto intervenuto in questi anni per chi vive del proprio lavoro. Sia nel settore privato che nel settore pubblico, nel corso degli ultimi decenni il padronato è riuscito a sopprimere i diversi meccanismi d’adeguamento automatico dei salari all’inflazione. Ciò diminuisce di fatto il potere d’acquisto reale dei salari. Con lo scorso anno abbiamo assistito, anche in Svizzera, ad un ritorno dell’inflazione. Per questa ragione con un nostro emendamento chiediamo la rivalutazione dei salari del personale dell’amministrazione cantonale all’inflazione ed un aumento dei contributi pensionistici del datore di lavoro.
La difesa del potere d’acquisto per le famiglie passa anche da una riduzione del peso, sempre più insopportabile dei premi di cassa malati. Il nostro gruppo aveva già formulato una proposta in questo senso e più precisamente una presa a carico delle casse cantonali dei primi per i giovani. Un nostro emendamento, accompagnato della relativa proposta di legge, ritorna sul tema chiedendo che l’amministrazione cantonale si faccia carico dei premi per i giovani fino a 18 anni che appartengono a famiglie il cui redditi imponibile è al massimo di 80’000 franchi.
Infine, non potevamo non dare seguito alla nostra impostazione di fondo, che abbiamo spesso richiamato: non vi è possibile risposta alla crisi sociale senza una reale politica di redistribuzione; una redistribuzione che la politica fiscale degli ultimi decenni ha ulteriormente peggiorato a favore degli alti redditi, dei detentori di patrimoni e del capitale in quanto tale. All’approfondimento del divario della ricchezza che il capitalismo – con o senza crisi sanitaria – ha perseguito in questi ultimi anni a livello della ripartizione primaria tra capitale e lavoro, è seguita una politica ulteriormente a favore delle classi dominanti a livello della ripartizione secondaria, quella, per intenderci, a livello fiscale. Un aspetto del quale prende atto anche il rapporto di minoranza (magari dimenticando che su alcune di queste manovre – come le ultime riforme fiscali – sono state assunte posizioni che hanno favorito un certo esito); ma che poi si limita a rimanere nell’alveo delle compatibilità proponendo di agire attraverso il moltiplicatore.
I nostri emendamenti propongono invece un intervento fiscale radicale, che dia un segnale – perlomeno a livello della ripartizione secondaria per quanto i suoi effetti siano, come noto, limitati – di una ripartizione diversa della ricchezza tra capitale e lavoro, proponendo l’abolizione della tassazione forfettaria, un aumento dell’imposta sugli utili al 15% e una tassa di solidarietà (con un aumento del 20% delle imposte) sui redditi superiori ai 200’000 franchi e sulla sostanza maggiore a1’000’000 di franchi, nonché l’aumento dell’imposta sull’utile delle persone giuridiche al 15%.
Gli emendamenti al Preventivo 2023 del Cantone proposti dall’MPS
• Presa a carico dell’amministrazione cantonale dei premi cassa malati per i giovani fino a 18 anni
• Raddoppiare gli orientatori scolastici e professionali
• Triplicare il numero di posti d’apprendistato offerti dell’amministrazione cantonale
• Raddoppiare il numero di posti d’apprendistato presso il Centro professionale tecnico di Bellinzona
• Rivalutazione dei livelli salariali del personale socio-sanitario
• Copertura dei costi per eventuali deficit a seguito dell’apertura 24 su 24 ore in ogni ospedale EOC dei servizi del Pronto Soccorso (compreso l’ospedale Italiano)
• Credito per la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui decessi nelle CPA durante il covid
• Potenziamento del personale occupato presso l’Ispettorato del lavoro
• Compensazione al rincaro dei salari del personale cantonale nell’ordine del 3%
• Aumento del salario minimo presso l’amministrazione cantonale a 58’500 franchi
• Aumento dei contributi IPCT del datore di lavoro
• Credito per le due elezioni suppletive per il seggio al Consiglio degli Stati
• Istituzione di un controllo cantonale in materia sanitaria (ospedali, case per anziani, aiuto domiciliare)
• Abolizione dell’imposta forfettaria
• Aumento del 20% dell’imposta sui redditi imponibili superiori ai 200’000 franchi e superiori ad 1’000’000 di sostanza
• Aumento al 15% dell’imposta sull’utile delle imprese Riduzione del numero massimo di allievi nelle scuole dell’infanzia ed elementari