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Migliaia di infermieri e infermiere sono scesi in piazza, e per la seconda volta in una settimana, martedì 20 dicembre, dopo che i conservatori si sono nuovamente rifiutati di riaprire le trattative sui salari. Il sindacato RCN (Royal College of Nursing) ha indetto scioperi negli ospedali di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord dopo aver rifiutato l’offerta padronale di un aumento salariale medio che arrivava a malapena al 4%.

Gli infermieri e le infermiere chiedono un aumento di stipendio pari all’inflazione più il 5% per far fronte all’esodo del personale dal Servizio Sanitario Nazionale (NHS). I sindacati hanno dato un ultimatum (venerdì 23 dicembre) al governo, affinché accetti di negoziare sugli adeguamenti salariali, altrimenti annunceranno ulteriori azioni più dure a partire da gennaio.

Althea, un’infermiera del St Thomas’ Hospital  situato nel centro di Londra, ha dichiarato: “È veramente importante lo sciopero di oggi. Il primo giorno è stata una cosa per molti nuova e avevamo l’impressione che il governo ci avrebbe concesso un’offerta migliore. Ma le cose non sono andate in questo modo. Sono molto delusa, anche perché lo sciopero ha potuto contare su un ampio sostegno. Se le cose andranno avanti in questo modo, sicuramente dovremo fare altri scioperi. E come ha detto l’RCN, la prossima volta dovremo mobilitare un numero maggiore di lavoratori e lavoratrici. Non mi piace l’idea, ma non abbiamo altro modo per ottenere migliori salari e assicurarci che il servizio sanitario possa disporre di abbastanza personale, personale che poi non abbandoni la professione e sia soddisfatta del proprio lavoro”.

Il Partito conservatore (i Tories) ha risposto allo sciopero di martedì 20 dicembre rifiutandosi nuovamente di discutere dei salari con i sindacati. Il primo ministro Rishi Sunak si è spinto oltre, affermando che è “troppo tardi” per migliorare le retribuzioni dell’NHS e che la questione è “sostanzialmente chiusa“. Ha accusato gli operatori sanitari in sciopero di “sconvolgere la vita delle persone” e di avere un “impatto sulla loro salute“. Ma sono i Tories, non gli scioperi, a mettere a rischio le persone. Anni di tagli e finanziamenti insufficienti hanno decimato il personale dei servizi pubblici.

Lunedì 19 dicembre, l’ospedale di Nottingham ha segnalato una “situazione critica” e ha cancellato le operazioni, anche le cure per il trattamento dei tumori. I funzionari dell’NHS utilizzano queste misure di emergenza quando gli ospedali sono sul punto di essere sopraffatti. In quel momento, circa 80 pazienti erano in attesa di essere ammesse al Pronto Soccorso.
 Anche il North East Ambulance Service ha dichiarato una “situazione critica“, con 258 pazienti in attesa di un’ambulanza. I ritardi nel trasferimento dei pazienti ai principali ospedali hanno impedito a decine di ambulanze di operare.

Anche il London Ambulance Service ha notificato un “problema di continuità operativa“. Michael, autista di ambulanze, si era recato al picchetto del St Thomas per offrire il proprio sostegno. “Domani sosterrò lo sciopero delle ambulanze. So che riceveremo molte critiche e che ci verrà detto che siamo insensibili. Ma tutto ciò è ben lontano dalla verità”, ha detto, “Il servizio è già in crisi e dobbiamo fare qualcosa per migliorarlo, per salvarlo. Qualcosa deve cambiare in questo Paese, perché tutto va male. La situazione sta peggiorando per tutti e il governo se ne frega. Forse è necessario che agiamo tutti insieme“.

Anche i resoconti degli scioperi in Inghilterra e nel Galles hanno mostrato una grande determinazione dei salariati. A Nottingham, Richard ha riferito che i picchetti al Queens Medical Centre sono stati “molto partecipati” e che c’è stato un altro grande picchetto al vicino City Hospital.

Gli infermieri del Royal Orthopaedic Hospital di Birmingham sono stati applauditi dagli automobilisti di passaggio al grido di “Cosa vogliamo? Salari giusti. Quando li vogliamo? Subito!”. A Liverpool, i lavoratori delle ferrovie RMT (National Union of Rail, Maritime and Transport Workers) si sono uniti al picchetto di sciopero dell’ospedale pediatrico Alder Hey per solidarietà.

Anche regioni nelle quali l’RCN non ha ancora indetto uno sciopero hanno voluto partecipare all’azione. A Chesterfield, un’infermiera si è unita agli studenti di educazione familiare [anch’essi in sciopero] per dispiegare degli striscioni da un ponte su una strada trafficata.

Gli scioperanti sono chiari sul fatto che la loro azione riguarda certo i salari, ma anche la difesa del servizio sanitario nazionale e dei suoi pazienti. Holly, infermiera presso il Singleton Hospital di Swansea, ha dichiarato di essere in sciopero per la necessità di “mantenere il personale e salvare il servizio sanitario nazionale“. È stata affiancata da Helen, un’infermiera del Guy’s Hospital di Londra che ha affermato: “Ogni giorno è un’emergenza. Prima, ogni tanto mi chiedevo se sarei riuscita a farcela. Ora questa domanda me la pongo ogni giorno. Una volta non vedevo l’ora di andare al lavoro. Ora lo faccio con un senso di terrore. Vorrei che i rappresentanti del governo passassero una giornata con me: vediamo se poi continuerebbero a dire che non meritiamo aumenti salariali! Credo che cercheranno di resistere, sperando che noi ci esauriamo. Non non cederò e so che molti altri non lo faranno. Ma forse dovremo fare di più di quanto stiamo facendo in questo momento“.

La pressione sui Tories non accenna a diminuire. Ma non vi è da aspettarsi alcun aiuto dal partito laburista di Keir Starmer. Costui ha nuovamente vietato ai ministri ombra di andare a fare visita ai picchetti. Invece, ha inviato il segretario ombra alla Sanità Wes Streeting a insistere sul fatto che un salario che permetta di vivere, un salario decente non è “realizzabile” [Keir Starmer si rifiuta di sostenere la richiesta salariale dei sindacati e degli operatori sanitari].

Wes Streeting si è spinto oltre, sfruttando l’occasione per attaccare i combattivi sindacati della sanità e sostenendo ulteriormente la privatizzazione del servizio. Tuttavia, gli scioperi della sanità dovrebbero essere un monito per lui su quanto sia ancora popolare la lotta per il Servizio sanitario nazionale.

Mercoledì 21 dicembre, i lavoratori delle ambulanze di tutta la Gran Bretagna organizzeranno i loro picchetti, mentre i membri del GMB, Unison e Unite sciopereranno. Tutti gli attivisti sindacali dovranno garantire a questo settore lo stesso calore e lo stesso sostegno ricevuto dagli infermieri.

*Articolo pubblicato sul sito inglese Socialist Worker il 20 dicembre 2022. La traduzione è stata curata dal segretariato MPS.