È vero che non si festeggia un Carnevale come si deve da quasi tre anni: ma questo non giustifica quella vera e propria Carnevalata rappresentata dal rapporto della Commissione della gestione nelle sue conclusioni e proposte sul Preventivo 2023.
Solo la mancanza di senso del ridicolo (e solo un’anticipazione dello spirito carnevalesco) può aver spinto i commissari a firmare quel rapporto e a proporre il decreto con il quale si accoglie il Preventivo.
Basterebbe passare in rassegna quelle proposte per rendersene conto.
Cominciamo dalle più impagabili.
La prima è senza dubbio quella di sottoporre al Parlamento un’analisi della spesa pubblica, delle sue supposte incongruenze e delle necessarie misure per renderla più efficiente. Chissà perché questa proposta non ci suona nuova, né nuove suonano le indicazioni da “road map” (termine e idea già approvata – e da tutti i partiti di governo) con tempi e modi di presentazione ben definiti.
Tutto questo, visto, rivisto e rivisto ancora; proposto, riproposto e riproposto ancora: da tutti i partiti di governo, solennemente e a più riprese e rimasto lettera morta. Non ci resta che sorridere di fronte a questo nuovo solenne impegno, oppure piangere di fronte all’ennesima dimostrazione di inettitudine politica. Sì, perché siete gli stessi che da anni ripetete queste cose e siete, sistematicamente, incapaci di farle. E la ragione è molto semplice: rimettere in discussione la spesa pubblica, così come è strutturata, significherebbe in buona parte rimettere in discussione il sistema clientelare sul quale continua a basarsi il vostro potere. Comprendiamo che non vogliate farlo, pur continuando ad affermare, per il teatrino della politica, di volerlo fare.
Vi è poi la proposta di dare seguito – anche qui con tanto di cifre e di termini – al decreto Morisoli, ripetuto quasi alla lettera nel punto 3 del decreto sottoposto al Parlamento. Non solo poche capacità gestionali, ma anche poca fantasia, è il caso di dire.
Ancora una volta l’essenziale è la propaganda – quest’anno in funzione meramente elettorale – con un programma chiaro: meno spese e meno imposte. Un programma neoliberale nel quale quasi tutto l’arco parlamentare oramai da tempo si riconosce e che, nella sua pratica politica, tutto il governo ha da tempo condiviso. Non a caso, nel presentare questo Preventivo, il presidente del Consiglio di Stato Zali ha parlato di , citiamo, “un Governo solido e coeso”. Ci sarebbe da discutere sulla solidità, ma non abbiamo dubbi sulla coesione. A conferma che la presenza social-liberale in governo – al di là dei teatrini pre-elettorali – conta solo nella misura in cui si adegua alle politiche maggioritarie. Ne prendiamo atto, anche se per noi – da decenni – non è certo una novità.
Ma dove il senso del ridicolo supera ogni livello è nell’approvazione dei conti veri e propri. Approvazione sofferta, ci si dice nel rapporto. E perché ci chiediamo? Perché le cifre approvate sono farlocche, incredibili, non corrispondono alla realtà. Lo sanno tutti (basti pensare al costante scostamento tra entrate fiscali preventivate e quelle poi a consuntivo; o, ancora di più in questo Preventivo, la posta relativa al contributo della Banca Nazionale, fuori luogo da tutti i punti di vista). Ebbene queste cifre vengono approvate da una serie di eminenti commissari che, nelle righe conclusive del rapporto ci spiegano che il Preventivo verrà approvato malgrado, e citiamo, “le cifre inverosimili di questo preventivo”. Speriamo che nessuno dei firmatati di simili rapporti sia attivo nell’ambito della revisione contabile: è come se i revisori, una volta preso atto che le cifre di un bilancio sono “inverosimili”, proponessero di approvarlo. Certo, un preventivo non è un consuntivo, ma la sostanza politica è uguale.
Non possiamo quindi che dichiarare la nostra opposizione a questo preventivo incredibile (inverosimile ci verrebbe voglia di dire) dal punto di vista dei suoi dati; che non fa che ripetere proposte già sentite e la cui credibilità è ormai sotto zero; restano invece, purtroppo credibili, le intenzioni politiche della maggioranza che lo sostiene: quello di una politica neoliberale che vuole puntare su una defiscalizzazione sempre più spinta e su un attacco agli aspetti più sociali della spesa pubblica.
*testo dell’intervento fatto a nome dell’MPS nella seduta in Gran Consiglio del 12 dicembre 2022.