Pare che la nuova moneta luganese, lanciata di recente come antipasto del futuristico «Plan B», non basti a stimolare lo shopping natalizio. Perciò il Municipio, anche per darsi una bella verniciata ambientalista, ha deciso che nelle domeniche centrali dello shopping natalizio (11 e 18 dicembre) il trasporto pubblico sarà gratuito.
Per carità, nessuna svolta ambientalista (non siamo mica in Lussemburgo); questa «politica illuminata» sarà limitata a due soli giorni scelti con cura e non certo per preoccupazioni ambientali, ma solo per favorire lo shopping natalizio.
Sempre che a fine anno resti ancora qualcosa da spendere… Già, perché alla stragrande maggioranza dei consumatori luganesi non sembra prospettarsi un futuro roseo: un recente studio municipale prevede dal 2023 una diminuzione del potere di acquisto del 20% per una famiglia media.
Una diminuzione per la quale il Municipio e i suoi partiti hanno forti responsabilità. Pensiamo, ad esempio, all’aumento (2022) delle tariffe dell’acqua potabile (più di 100 franchi all’anno) e, tra poche settimane, l’aumento delle tariffe elettriche di oltre il 33% rispetto al 2022 (ossia quasi 400 franchi all’anno) e di quelle del gas di almeno il 40%. Ma anche in futuro la musica non cambierà. È stato annunciato un aumento del moltiplicatore di imposta del 3% a partire dal 2024. E poco importa che i lavori del PSE siano all’inizio e questo aumento di moltiplicatore, contrariamente a quanto si vorrebbe far credere, c’entri poco con il PSE: per quello verranno altri ritocchi, e non di poco conto.
Queste prospettive future improvvisamente cupe ci suggeriscono che già oggi (e non solo da oggi) è in atto una perdita di potere d’acquisto dei cittadini, di cui sono responsabili non solo le classi politiche e i loro partiti (a livello cantonale e comunale), ma la politica di quelle imprese che il potere politico coccola e dalle quali, a sentire chi ci governa, verrà il bene di tutti.
Insomma, il Municipio dimostra ancora una volta di non avere nessun progetto di sviluppo sociale ed economico serio, preferendo il sostegno a iniziative speculative dal breve respiro e favorendo con fondi pubblici produttivismo e conseguente consumismo/inquinamento. Vista la proclamata scarsità delle risorse e le urgenze sociali, sarebbe decisamente meglio dare seguito, ad esempio, alla petizione lanciata dall’MPS, rinunciando all’aumento delle tariffe di acqua, elettricità e gas previsti dall’AIL e già notevolmente aumentate gli scorsi anni.
Purtroppo, non c’era e non c’è da aspettarsi molto da questi «abili amministratori » visto che la loro ultima geniale trovata è il «Plan B»: ciò promuovere criptovalute di dubbia utilità, ma di grande opacità e di accertato energivoro danno ambientale.
La «casa è in fiamme» e la povertà dilaga, ma sulla base di un salario e di un potere di acquisto sempre più ridotti, chi condivide tali scellerate scelte pretende un consumo individuale responsabile e sacrifici dal punto di vista sociale ed ecologico.
*articolo apparso sul Corriere del Ticino il 6 dicembre 2022