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Ogni nuova guerra vede sviluppi e progressi tecnologici che secondo i nostri governanti trasformeranno il modo in cui vengono combattute. L’invasione russa dell’Ucraina non fa eccezione, in particolare avendo visto un maggiore uso di droni e di altre armi hi-tech senza pilota. Per alcuni è un dato fondamentale che la prima battaglia mai registrata tra due droni telecomandati abbia avuto luogo sopra l’Ucraina.

Ma questo significa che il futuro della guerra sarà rappresentato da velivoli senza pilota che si affrontano controllati da persone con in mano un joystick in un lontano bunker militare?
Beh, questo è ciò che i potenti vorrebbero far credere alla gente comune.  Sostengono che l’uso di armi senza pilota nel corso di una guerra ridurrà i morti e i feriti tra i soldati e persino tra i civili.
In realtà le armi senza pilota sono solo un altro modo per uccidere più esseri umani.  Nel maggio 2013 l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato che gli attacchi con i droni sarebbero stati condotti solo contro coloro che rappresentavano una “minaccia continua e imminente per il popolo americano“.  Aggiunse di essere “quasi certo” che non ci sarebbero state vittime civili se fossero stati utilizzati.
Ma mentre Obama, con qualche esitazione, inviava truppe a combattere, è stato più che felice di firmare gli attacchi con i droni senza pilota che hanno ucciso civili innocenti dallo Yemen al Pakistan.  I guerrafondai sperano che, eliminando l’elemento umano dalla guerra, si riduca il rischio di diserzione o ammutinamento da parte dei soldati.
Un drone armato non soffre di morale basso o di PTSD (disturbo da stress post-traumatico). Ucciderà senza discriminazioni perché è stato programmato per farlo. Naturalmente, sarà necessario un essere umano per controllare, sviluppare e riparare i droni.  E nemmeno stare dietro a uno schermo può proteggere completamente i soldati dagli orrori della guerra.
Uno studio condotto nel 2014 ha rilevato che non c’erano “differenze sostanziali” tra i soldati che operavano con i droni e il resto del personale militare.  La prospettiva di eliminare ogni intervento umano in guerra è così allettante per i nostri governanti che la tecnologia che potrebbe sostituire anche gli operatori dei droni si sta sviluppando rapidamente.
Ma nonostante tutti i tentativi di trasformare le guerre in scambi di codici informatici, esse sono ancora combattute principalmente da soldati in prima linea che sparano proiettili.  Questo si riflette, ad esempio, nel crescente numero di morti in Ucraina. Circa 100’000 soldati russi sono stati uccisi o feriti in Ucraina e un numero simile di soldati ucraini ha subito la stessa sorte, secondo un generale dell’esercito degli Stati Uniti.
I combattimenti più importanti in Ucraina coinvolgono migliaia di soldati che si rifugiano in gelide trincee tra i proiettili e i colpi di artiglieria. Il 28 novembre il quotidiano The Guardian ha riferito: “I combattimenti nel settore di Bakhmut sono diventati una sorta di  guerra di trincea che ricorda la Prima guerra mondiale“. Somiglia sempre di più alla carneficina della battaglia di Verdun che a un gioco per computer.

Il costo osceno della nuova tecnologia di morte dovrebbe essere un ulteriore stimolo alla resistenza alla guerra. Il drone turco Bayraktar TB-2 utilizzato dalle forze ucraine costa circa 4,1 milioni di sterline l’uno.
Per abbatterlo è necessario un sistema missilistico terra-aria ad alta tecnologia e azionato dall’uomo, così come il russo S-500, che costa 492 milioni di sterline.  Anche se per alcuni governanti la guerra tecnologica risulta sempre più preferibile, l’uso di soldati in carne ed ossa appare di gran lunga più efficace dal punto di vista dei costi.
Lo sviluppo di nuove tecnologie che cercano di escludere l’attività umana dalla guerra non è un passo avanti verso guerre più “giuste” o che causano meno vittime.
Dalla creazione di bombe lanciate dagli aerei nella Prima guerra mondiale ai missili balistici intercontinentali, i droni sono solo l’ultimo sviluppo omicida. Tutto questo fa parte dello stesso processo di brutale competizione imperialista che porta alla morte delle persone e del pianeta.

*articolo apparso su https://socialistworker.co.uk/ . La traduzione in italiano è stata curata dal segretariato MPS.