La Regione nella sua edizione dello scorso 3 gennaio 2023 tematizza con l’intervista ad alcuni gran consiglieri che non si ripresentano ed ai soliti rappresentanti dei partiti di governo le retribuzioni e l’impegno degli eletti nel parlamento cantonale. L’indennità e più in generale il sistema retributivo non sarebbe allettante malgrado un grande impegno richiesto ai parlamentari.
La realtà che osservo, sedendo da 12 anni nel parlamento cantonale, è ben altra.
Per la presenza durante le sedute del Parlamento, delle commissioni parlamentari cosi come delle riunioni di partito, i parlamentari percepiscono, per ogni ora, 100 franchi. A tempo pieno quest’indennità oraria corrisponderebbe ad uno stipendio annuo di 190’000 franchi. Tre volte di più del salario mediano dei ticinesi e quasi 5 volte di più dell’indegno salario minimo legale! Vi sembrano pochi? Certo, il lavoro del Parlamento è importante per la società: ma non lo è meno, ad esempio, quello di tutti quelli che ci curano, che ci hanno curato durante la pandemia e che non hanno avuto diritto praticamente a nulla per questo sforzo da tutti riconosciuto.
Dimenticavo: od ogni parlamentare e per ogni riunione vengono rimborsati 60 centesimi per ogni chilometro che separa il loro domicilio da Bellinzona. Quante persone che vivono e lavorano in Ticino hanno diritto a ciò?
Detto delle retribuzioni passiamo all’”enorme impegno” a cui sarebbero sottoposti i parlamentari. Se vogliamo essere seri dovremmo definire dei criteri per poter quantificare tale impegno. Compito principale di un parlamentare dovrebbe essere quello di sorvegliare il potere esecutivo e proporre leggi. Sulla sorveglianza del Consiglio di Stato il fallimento è totale. Questa legislatura ha visto il Parlamento cedere volontariamente parte delle proprie competenze all’esecutivo. La rinuncia, di fatto, alle proprie prerogative in materia di pianificazione ospedaliera è stata forse quella più significativa. Ancora in occasione della recente discussione sui Preventivi 2023 del Cantone, la commissione della gestione invitava il Gran Consiglio ad approvare i contri preventivi malgrado, e citiamo, “le cifre inverosimili di questo preventivo”.Della serie: sappiamo che il governo mente sulle cifre, ma non ce ne frega niente!
E che dire delle proposte legislative: la pigrizia la fa da padrona! La maggior parte dei parlamentari, in questa legislatura, non ha inoltrato più di 10 proposte legislative nell’arco di tutta la legislatura. Qualche esempio, limitandoci ai pesi massimi del Gran Consiglio: Agustoni (capogruppo Centro) 4 mozioni e 5 iniziative, Bignasca (capogruppo Lega) 4 mozioni e 3 iniziative, Bourguin (Verdi) 1 mozione e 1 iniziativa, Gianella (capogruppo PLRT) 2 mozioni e 3 iniziative, Riget (PS) 4 mozioni e 1 iniziativa, Pamini (UDC) 6 mozioni e 8 iniziative. Stessa cosa per alcuni dei parlamentari intervistati dalla Regione che motivano la loro rinuncia ad una nuova candidatura per l’impegno: Stephani durante tutta la legislatura ha presentato 2 sole mozioni; Gaffuri 1 iniziativa, Käppeli 3 mozioni… Cifre che si commentano da sole.
Questa mancanza d’impegno nel presentare atti parlamentari non è nemmeno controbilanciata da un impegno nelle commissioni, magari per evadere, e magari anche rispettado i termini previsti da leggi e regolamenti, i numerosi atti presentati, ad esempio, dall’opposizione; il gruppo parlamentare dell’MPS, composto da due deputate e un deputato, nel corso di questa legislatura ha presentato complessivamente 140 atti parlamentari tra mozioni e iniziative; lo stesso ragionamento si potrebbe fare per la garanzia dei termini legali di fronte a iniziative popolari: pensiamo, ad esempio, a quella lanciata e consegnata, ormai tre anni fa, contro il dumping salariale.
Ma tutto questo impegno da parte dei parlamentari non c’è stato. Si fa il pieno delle commissioni, si intascano i 200 franchi a seduta e si conclude ben poco. Molti, invece, trovano molto tempo, nel loro viaggi a Bellinzona, per dare seguito ad altri impegni, quelli professionali che necessitano magari una spintarella da parte di qualche ufficio dell’amministrazione cantonale…Per carità, tutto regolare: ma si sa che quando un “onorevole”, di fatto anche se non più di nome, sollecita un dossier (un permesso, una pratica edilizia, una pratica fiscale, etc..), è meglio dar seguito…non si sa mai.
Oggi la politica per i rappresentanti dei partiti di governo, ma non solo quelli, serve fondamentalmente a costruirsi una buona e ben retribuita carriera personale. L’impegno con gli elettori, il bene del paese sono frasi di circostanza che si ripetono durante la campagna elettorale e nelle trasmissioni televisive. Poi, per quattro anni, le priorità sono altre.
*articolo apparso sul quotidiano La Regione il 5 gennaio 2023.