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Noi non soffriamo certo di un complesso di persecuzione: tuttavia non possiamo non denunciare il fatto che i media radiotelevisivi stiano orchestrando una campagna elettorale nella quale vengono privilegiati i partiti di governo. Qunado poi ci si risponde che vengono adottati criteri oggettivi (o particolari criteri che soppesano la forza elettorale e la presenza istituzionale dei diversi partiti), non possiamo non constare ad un verifica empirica oppure nelle griglie previste per le trasmissioni elettorali, che tali criteri non solo non esistono, ma, quando sono delineati – seppur approssimativamente – non vengono poi messi in pratica.
Per questo abbiamo già detto, rivolgendo le nostre critiche alla RSI, che per noi l’unico criterio corretto sarebbe un trattamento paritario di tutte le liste che si presentano alle elezioni.

Abbiamo voluto verificare quale sia stato il comportamento dell’altro ente radiotelevisivo, in particolare di Teleticino, controllata dal gruppo del Corriere del Ticino.
Un’analisi quantiativa della presenza dei diversi partiti nella campagna elettorale ormai in corso, e apertasi da metà gennaio 2023, vede Teleticino privilegiare nettamente i partiti di governo, a scapito dei partiti minori. E, tra i partiti minori, non vi sono dubbi che l’MPS appaia come il più discriminato.

Per dare sostanza a quella che, di primo acchito, potrebbe sembrare poco più che una nostra impressione, abbiamo passato in rassegna le trasmissioni “politiche” di Teleticino (Detto Tra noi, Matrioska e La domenica del Corriere) dall’11 gennaio al 19 febbraio 2023.

I risultati sono i seguenti:

PLRT                      16 presenze

PS                          16 presenze

Il Centro              14 presenze

Lega                      12 presenze

UDC                      9 presenze

Verdi                    5 presenze

PC                          4 presenze

Avanti                  3 presenze

Più donne           2 presenze

MPS                      2 presenze

Verdi Liberali    1 presenza

Facciamo notare che non abbiamo calcolato – come sarebbe corretto visti gli schieramenti e le alleanze – UDC-Lega nonché Verdi-PS  come un solo blocco (avremmo Lega+UDC 21 presenze e PS+Verdi 21 presenze).

Tutto questo senza analizzare lo spazio di tempo che tali presenze ricoprono: il risultato sarebbe ancora peggiore (dal nostro punto di vista): basti pensare agli ampi spazi  individuali di cui godono i candidati dei partiti di governo a trasmissioni come “Detto tra noi”.

A tutto questo si deve aggiungere lo spazio che i partiti di governo ricevono ulteriormente nel quadro dell’attualità. Pensiamo, ad esempio, a servizi nei quali di fronte a un progetto del governo vengono intervista i rappresentanti dei partiti di governo per avere la loro opinione (ultimo esempio: legge sugli esercizi pubblici). Un modo di procedere assurdo.

L’intento ci pare chiaro: cercare di marginalizzare, come hanno cercato di fare in questi quattro anni i partiti maggiori procedendo addirittura a delle modifiche dei regolamenti parlamentari, la voce dell’opposizione e dell’MPS in particolare che sicuramente rappresenta la più vigorosa, coerente e scomoda.

I fatti parlano chiaro e non saranno certo i recuperi dell’ultimo momento a modificare una tendenza chiara che vede il potere garantirsi la sua perennità mettendo in campo tutti gli strumenti dei quali ha – direttamente o indirettamente – il controllo.

È anche alla luce di questa considerazione che facciamo un nuovo pressante appello a tutte e tutti coloro che vogliono che vi sia un’opposizione attiva e presente in Ticino, sia nella società che nelle istituzioni, a sostenere con il voto di scheda il Movimento per il socialismo il prossimo 2 aprile.