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Pubblichiamo il comunicato emesso dai nostri compagni del Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA) nella serata del 31 gennaio, alla fine di una grande giornata di sciopero e mobilitazione. (Red)

Il movimento sta acquistando fiducia. Dopo il successo della giornata di scioperi e manifestazioni del 19 gennaio, quella di oggi è stata ancora più grande, con manifestazioni massicce in tutte le città. Il movimento si sta radicando: un numero record di 20’000 persone in “piccole” città come Amiens, Perpignan o Albi, solo per citarne alcune. Su tutto il territorio, con due milioni e mezzo di manifestanti, la rabbia è stata espressa in modo massiccio oggi, con in particolare la notevole presenza di studenti nelle piazze.

In un contesto di inflazione esplosiva (+6% questo mese su base annuale), ogni giorno di sciopero costa di più al mondo del lavoro, costituisce una ulteriore leggera erosione, ma lo sciopero rimane molto forte nel settore pubblico. Meglio ancora, lo sviluppo di questa mobilitazione nel settore privato dimostra che siamo di fronte a un movimento di una portata che non si vedeva da diversi decenni.

Come dimostrano le loro dichiarazioni degli ultimi giorni, Macron, Borne e il governo sembrano aver deciso di andare fino in fondo nel braccio di ferro: l’estensione dell’età pensionabile legale è apparentemente già un compromesso “non negoziabile”… Ne prendiamo atto. Per ottenere il ritiro dell’intera legge, dobbiamo costruire una potente mobilitazione per bloccare l’economia, per togliere il respiro a Macron e i suoi amici capitalisti, con uno sciopero duro e duraturo. La posta in palio di questo movimento ha ormai una portata politica. O il governo vincerà e continuerà ad attuare le sue politiche, o noi vinceremo e potremo iniziare una controffensiva su altri temi: il ritorno della pensione a 60 e 37,5 annualità, i salari, l’occupazione, i servizi pubblici, ecc. A partire dal ritiro della riforma della Touraine (la precedente riforma delle pensioni NdT) che aveva introdotto le 43 annualità per ottenere la pensione piena. Dobbiamo vincere questa prova di forza e fermare Macron e il suo governo.

L’intersindacale nazionale tiene duro e questo è un punto di sostegno importante. Su invito dei sindacati, saremo di nuovo in sciopero martedì 7 febbraio e in piazza sabato 11 febbraio. Questi due appuntamenti intersettoriali dovrebbero permettere al movimento di radicarsi, appoggiandosi anche a lotte settoriali come quella dei ferrovieri, che si svolgerà martedì 7 e mercoledì 8 febbraio. Dibattere all’interno dei sindacati, riunire gli scioperanti (e i futuri scioperanti) sui luoghi di lavoro, organizzare incontri interprofessionali, preparare le prossime giornate di sciopero nazionale, decidere azioni locali che solidifichino il movimento e, per andare verso uno sciopero di massa, porre la questione della continuazione dello sciopero. Un giorno, poi due e più, se possibile. Abbiamo bisogno di un piano di battaglia credibile per coinvolgere il maggior numero di persone.

Di fronte alla possibilità di scioperare a lungo, non si trovano tutti nella stessa condizione, sia nel settore pubblico che in quello privato. Ma tutti possono comprendere quanto sia decisiva la partecipazione di ognuno nella mobilitazione per bloccare il Paese, nell’imponenza delle manifestazioni e delle azioni, per costringere Macron e Borne a fare marcia indietro. E certamente non all’Assemblea Nazionale, dove il disegno di legge è appena arrivato e dove sappiamo già che il governo userà tutti i mezzi a sua disposizione per farlo approvare.

“Scioperi, manifestazioni, blocchi, facciamola finita con Macron!” I prossimi giorni saranno cruciali.

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