In Russia, minacciata (di nuovo) da un popolo neonazista alle sue frontiere (gli ucraini), ci si attrezza chiamando alla cassa anche i bambini, presumibilmente solo maschi. Il nuovo programma inserito nelle scuole prende il nome di “Nozioni di base sulla sicurezza della vita” e prevede un addestramento all’uso, tra le altre cose, di kalashnikov e bombe a mano. Il corso della storia riprende una tradizione già in vigore nell’ex URSS. Putin dunque guarda avanti: siccome si fatica con gli adulti, si prova con le giovani generazioni, nella speranza che siano i ragazzini a convincere i genitori della bontà dell’avventura in Ucraina e della necessità di salvare la Patria. Contemporaneamente si assiste al ritorno delle statue di Stalin, in occasione dei festeggiamenti per l’ottantesimo della terribile battaglia di Stalingrado, oggi Volograd. In onore dell’arrivo di Putin in città, è stato inaugurato un busto di Stalin, non sappiamo se recuperato da qualche magazzino o nuovo di pacca.
Queste notizie si intrecciano con altre che coinvolgono direttamente la Svizzera. La prima riguarda i gruppi privati, veri e propri eserciti, che arruolano mercenari russi per combattere in Ucraina. Uno di questi sarebbe finanziato da Oleg Deripaska. Secondo l’ONG Public Eye, questo oligarca russo è una figura importante e influente nel ristretto giro di Putin. È attivo professionalmente nel settore delle materie prime, costruzioni, infrastrutture, energia. Nella sola azienda di alluminio Rusal (Russia) lavorano circa 60mila persone. Deripaska è stato colpito da sanzioni già nel 2018 per aver fornito a Putin componenti e materiale bellico. Questo signore i suoi affari li fa, naturalmente, anche con la Svizzera attraverso alcune società di cui possiede quote azionarie. Una di queste, la Strabag Suisse, ha recentemente rifatto la stazione di Winterthur (fonte Public Eye). A Zugo sono ancora attive due filiali della sua Rusal. Lo troviamo anche in relazione a Glencore, multinazionale svizzera delle materie prime. Deripaska sembra essere il finanziatore segreto di Redut Antiterror, compagnia militare molto influente legata direttamente al Dipartimento della difesa russo e al Servizio segreto militare GRU. Questi mercenari sono attivi in diverse zone di guerra, oggi anche in Ucraina. Altro finanziatore di Redut Antiterror sembra essere Gennagy Timchenko, altro oligarca in affari con la Svizzera, villa a Ginevra, amico di Putin fin dall’inizio, uno dei principali azionisti del gigante del gas Novatek e della banca Rossiya, implicata nell’annessione della Crimea nel 2014. In Svizzera ha creato la Gunvor, azienda mondiale delle materie prime. Uomo d’affari dunque già chiacchierato all’epoca, ma non per questo impedito di agire in Svizzera. Gli affari sono affari, naturalmente all’insegna della “neutralità”: nozione e pratica che non ha mai impedito di fare affari con Stati guidati da farabutti di ogni genere.
Tutti questi personaggi, e molti altri ancora, sono strettamente legati al mercato delle materie prime, anche quello ticinese, terza piattaforma in Svizzera dopo Ginevra e Zugo. In Ticino organizza, coordina e facilita questa attività economica la LCTA (Lugano Commodity Trading Association), diretta da Marco Passalia, deputato per Il Centro (PPD) e di questo partito vicepresidente. Nel documento programmatico in vista delle elezioni del prossimo aprile, proprio Passalia ne ha presentato il contenuto, basato, tra le altre cose, sulla solidarietà, il referente cristiano, la sostenibilità ambientale e sociale. Difficile immaginare la coerenza tra questi valori e le attività legate al commercio di materie prime, soprattutto pensando ai personaggi in circolazione…