Purtroppo, la nostra memoria tende sempre più ad accorciarsi; infatti, pochi ricordano che sulle pensioni di alcuni “dipendenti” speciali del Cantone il popolo ticinese ha potuto esprimersi in votazione popolare.
È stato nel giugno 2021 (poco meno di due anni fa quindi) che si è votato sul referendum promosso dall’MPS (che si era opposto in Gran Consiglio) contro la nuova legge sulle pensioni dei consiglieri di Stato, una “riforma” che, lasciando le cose come stavano per i consiglieri di stato in carica – anzi migliorando una situazione più che buona, metteva le basi per il trattamento pensionistico dei futuri membri del governo.
La votazione – l’MPS era da solo a difendere il referendum – è stata caratterizzata da un risultato assai tirato: ben il 48% dei votanti si è pronunciato per un rigetto della riforma; il governo e i suoi partiti (e anche altri che non sono di governo) l’hanno spuntata per un soffio, complici anche i media che al dibattito dedicarono pochissimo spazio (la RSI in tutto e per tutto vi dedicò – tra radio e televisione messe assieme – non più di 30 minuti).
Una popolazione spaccata: l’armata quasi al completo di tutto “l’arco costituzionale” era riuscita a convincere solo la metà dei ticinesi (e per un pelo) della bontà della riforma, rischiando di farsi battere dal solo MPS.
Ricordiamo cosa prevedeva quella riforma. Per i consiglieri di Stato allora in carica hanno visto, con il 1° gennaio 2021:
- aumentare il proprio salario di oltre 33’000 Fr. all’anno. Dai 244’062 Fr. di fine 2020 si è passati a 277’314 Fr. del 2021 (un aumento del 13%!), continuando inoltre a ricevere 15’000 Fr. supplementari quale rimborso spese all’anno pur non avendo di fatto nessun spesa, dato che tutte le loro attività sono direttamene spesate;
- aumentare di 19’952 Fr. all’anno il loro vitalizio passato dai precedenti 146’437 Fr. a 166’388 Fr.;
- in aggiunta a questi 166’388 Fr. di vitalizio continuano ad aver diritto, alla fine del loro mandato e indipendentemente dalla loro età, anche ad una rendita transitoria AVS di 22’465 Fr. all’anno, prestazione tra l’altro assolutamente illegale; in totale un vitalizio di 188’853 Fr. annui.
- Infine, i consiglieri di stato in carica, a giugno 2021, si sono visti rimborsare i contributi pensionistici versati dal 2015 al 2021 pari a circa 136’000 Fr.
È questo, ad esempio, il trattamento di fine carriera al quale avrà diritto Manuele Bertoli a partire dal prossimo 1° aprile. E come lui tutti gli attuali membri del governo quando si ritireranno dalla loro carica.
Ma, la riforma, ci è stato assicurato, prevede dei cambiamenti per i futuri Consiglieri di Stato, ad esempio colui o colei che sostituirà Manuele Bertoli o qualcun altro che dovesse perdere il posto (Zali, eventualmente scalzato da Marchesi). Vediamo in cosa è consistita la riforma:
- Riceveranno un salario di 277’314 Fr. annui, 33’000 Fr. in più di quanto ne avrebbe ricevuti diventando Consigliere di Stato prima della riforma;
- Continueranno a riceveranno 15’000 Fr. di rimborso spese.
- se lasceranno la loro carica prima di 55 anni e con 12 anni di presenza in governo riceveranno un’indennità di uscita pari a 1’363’901 Fr.
- se lasceranno la carica dopo i 55 anni e con 12 anni di presenza in governo, avranno diritto a un reddito annuo di 133’111 Fr. Su questa somma il cantone dovrà ancora pagare annualmente 22’422 Fr. di contributi pensionistici.
Come vedete non vi è da preoccuparsi, contrariamente a quanto devono fare tutti i comuni mortali, per il fututo pensionistico degli attuali e dei futuri consiglieri di Stato. Eppure, è proprio governo (con il sostegno del Parlamento) che non solo hanno tagliato le future rendite pensionistiche dei propri “dipendenti” del 20% nel 2012, ma che adesso vorrebbe, attraverso la diminuzione del tasso di conversione, decurtarle di un altro 20%. Una parte del personale potrà così contare in futuro su rendite che, nella migliore delle ipotesi, non supereranno di molto i 2000 franchi mensili. Pur aggiungendo la rendita AVS ci si rende conto che vi sarà poco da stare allegri.
Allora, non dimentichiamo tutto questo, mobilitiamoci in difesa delle pensioni, in particolare partecipando alle iniziative proposte dalla Rete per la difesa delle Pensioni (ErreDiPi), la festa di sabato 4 marzo (Giubiasco, mercato coperto, ore 17.30) e la marcia in difesa delle pensioni del 15 marzo (partenza dal mercato coperto di Giubiasco alle 17.30).
E ricordiamocelo anche in occasione delle prossime elezioni cantonali, sostenendo la lista MPS, l’unica forza politica che, con coerenza e determinazione si è sempre opposta ai tagli alle pensioni (da quelli del 2012 a quelli prospettati oggi), difendendo le pensioni degli assicurati e delle assicurate all’IPCT e partecipando attivamente alla mobilitazione in corso.