Dopo le parole spese il giorno precedente sulla vicenda Unitas – e il “solenne” impegno (a parole) a voler combattere le molestie – ecco il Parlamento (d’accordo tutti i partiti) tirarsi subito indietro e respingere una proposta di iniziativa cantonale dell’MPS tesa a modificare la legge federale per facilitare proprio la lotta contro le molestie sessuali. Qui di seguito l’intervento di Simona Arigoni. (Red)
La nostra richiesta…era semplice “facilitare la lotta contro le molestie sessuali sui posti di lavoro”, e portare questa iniziativa cantonale a Berna…ma ci viene detto di no….siamo ancora a questo punto…..
Non siamo sorpresi che si arrivi a proporre di respingere questa mozione che chiede un intervento deciso per favorire la lotta contro le molestie sessuali.
Non siamo sorpresi poiché questo atteggiamento è in linea con l’ipocrisia e l’inconsistenza che caratterizza questo Parlamento in materia di lotta contro le discriminazioni di genere e la violenza sulle donne.
Ieri, durante la discussione sulla triste vicenda di UNITAS, il direttore del DSS ha parlato di basi legale, di strumenti da mettere in campo per combattere le molestie nei luoghi di lavoro…ecco, oggi ne proponiamo un pezzetto ma lo avete rifiutato… Quando la finirete di parlare senza mai agire?
L’ipocrisia è ben riassunta nella considerazione della commissione laddove ricorda che (e cito) “Il problema delle molestie sessuali sul posto di lavoro è un fenomeno molto grave che deve attirare l’attenzione di tutti, in particolare di datori di lavoro e le autorità pubbliche…”e, ancora, “La Commissione sanità e sicurezza sociale ha affrontato l’esame dell’iniziativa cantonale. Tutti i membri della Commissione hanno espresso, con chiarezza e determinazione, la condanna del fenomeno delle molestie sessuali purtroppo presente sul posto di lavoro, non senza sottolineare la preoccupazione per una certa banalizzazione del fenomeno”…lo capite vero, che respingendo ANCHE questa nostra proposta, il problema delle molestie non svanisce solo perché lo auspicate? Vi immagino in commissione a stracciarvi le vesti per le ingiustizie nel mondo…però però, poi non accettiamo la proposta”.
Belle parole alle quali, come in altri casi, non seguono fatti concreti. Perché è proprio questa la costante di questa legislatura: parlare tanto, realizzare poco o nulla. A parole tutte e tutti vogliono combattere le differenze salariali e formative che colpiscono le donne: provvedimenti zero! A parole tutte e tutti vogliono combattere la violenza che subiscono le donne: provvedimenti zero! Non siete stati nemmeno capaci, in quattro anni, di organizzare una cosa tanto semplice quanto l’attivazione di una hotline dedicata alle donne vittime di violenza attiva 24/24 alla quale risponda personale, prevalentemente femminile, formato in ambito di violenza domestica. È tutto dire. Perciò, risparmiate le belle parole, che sentiremo a fiumi nel corso della campagna elettorale, sul vostro impegno per la causa delle donne. Mera propaganda, nessuna azione, immobilismo, finte promesse. Le donne, in verità, non sono una priorità! Dispiace, speravamo ci fosse più sensibilità proattiva, almeno sotto elezioni….
D’altronde questo modo di procedere, predicare bene e razzolare male, lo abbiamo visto su altre questioni. Ho visto il presidente del PLRT un po’ imbarazzato, in un recente dibattito televisivo, nel dover esplicitare quali provvedimenti il Parlamento abbia adottato, in questi quattro anni, per combattere il dumping salariale (a meno che non si voglia mettere in conto il salario minimo cantonale di 3’000 franchi che, oramai è assodato, è un elemento che favorisce il dumping piuttosto che contrastarlo); oppure, ancora, pensiamo al ritornello sulla necessità di far rimanere da noi i “talenti”, invogliare i giovani a tornare in Ticino. Chiacchiere per convegni e dichiarazioni solenni alle quali segue il nulla. E la lista potrebbe continuare.
Ma veniamo al provvedimento in discussione. Ci si dice che il Parlamento nazionale ha appena bocciato una iniziativa simile del Canton Vaud. Iniziativa, val la pena ricordarlo, presentata nel 2017: sei anni per dire NO. Si potrebbe argomentare che con i ritmi che caratterizza il Parlamento nazionale (cioè un’istituzione dominata dai vostri stessi partiti) nell’affrontare le rivendicazioni delle donne, un’approvazione oggi della nostra proposta verrebbe discussa dal Parlamento nazionale nel 2027-2028: mi sembra un lasso di tempo che dovrebbe indurre ad accogliere oggi la nostra proposta.
E che dire poi del risibile argomento secondo il quale le proposte bocciate non vanno riproposte? Vi siete attenuti a questo modo di procedere riproponendo, nello spazio di pochi anni, per almeno tre volte l’aumento dell’età AVS per le donne (alla fine riuscendoci per sfinimento). Abbiamo votato almeno tre volte e nessuno di voi mi pare che vi si sia opposto argomentando che avevamo già votato poco tempo prima. Lo stesso potremmo dire per altre cose: ad esempio la diminuzione del tasso di conversione (e delle rendite) nell’ambito della LPP sul quale voteremo per la terza volta in pochi anni.
Anche la nostra proposta è una ripresa di quanto avevamo già proposto nel 2020 con una mozione simile, già bocciata. Un’altra dimostrazione che non è riproporre idee concrete a disturbarvi, ma il contenuto.