Dopo aver “scoperto” che i giovani continuano a lasciare il Ticino e che non nascono più bambini malgrado il munifico “bonus bébé”, ora ci si rende conto che più posti in asilo nido non spingono l’occupazione femminile. Per spiegare “il mistero” il domenicale del Corriere del Ticino (26.2.2023) ha interrogato Marco Salvi, economista di Avenir Suisse, think tank liberale. A nessuno è sfuggito che questo “pregevole approfondimento” serviva solo a giustificare la bocciatura al Nazionale dei contributi per le famiglie che mandano i figli agli asili nido da parte di Alex Farinelli e Rocco Cattaneo (come anche del gruppo UDC e del presidente dell’Usam Fabio Regazzi); ma vale comunque la pena di esaminare gli “argomenti di peso” esposti da Salvi.
“Se ci sono più asili nido, ci saranno anche più bambini che li frequentano. Tuttavia questo non vuol dire che ci saranno anche più donne nel mercato del lavoro”, afferma l’economista. E aggiunge: “Se guardiamo alla situazione degli anni ’90, quando l’offerta di asili nido era molto scarsa, sicuramente un effetto c’è stato. Ma oggi l’offerta è sostanziosa e quindi gli effetti diventano marginali”. E conclude con una perla: “Se una donna vuole lavorare, un posto all’asilo nido lo trova”. Insomma secondo Avenir Suisse son le donne che non vogliono lavorare e non le si può obbligare.
E figurati se non era colpa loro! Basta dare un’occhiata alle cifre ufficiali per smontare l’argomento. La disoccupazione ILO in Ticino è ormai da anni più alta rispetto alla Svizzera ed è più alta per le donne rispetto agli uomini. A furia di tanti bla bla senza sostanza, negli anni la situazione è pure peggiorata: nel 2010 la differenza fra uomini e donne era di un punto percentuale, poi è aumentata fino a due punti percentuali nel 2021. Quell’anno la disoccupazione ha raggiunto il record annuale in Ticino: 7,8%. E tutto “grazie” alle donne che han registrato un tasso di senza lavoro del 8,9%, primato assoluto. (Per chi fosse tentato di dare la colpa al Covid – ormai diventato un comodo tappeto sotto cui nascondere ogni magagna – ricordiamo che la chiusura delle scuole e il lockdown si sono verificati nel 2020).
Il fatto poi che molte donne lavorino a tempo parziale, non significa che lo facciano per scelta. Anche la sottoccupazione – vale a dire tutte le persone che vorrebbero aumentare il grado di occupazione ma non ci riescono – è più alta in Ticino che in Svizzera ed è più alta per le donne: da noi, secondo gli ultimi dati disponibili, ben il 10% delle lavoratrici vorrebbe aumentare il tasso di occupazione senza riuscirci. Quindi non sono le donne che non vogliono lavorare, sono le aziende che non le vogliono assumere, con o senza posto in asilo nido!
Ma gli argomenti dell’economista liberale non finiscono qui: “Negli ultimi otto anni in Ticino i posti disponibili negli asili nido sono aumentati del 38%. Ma il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro è rimasto pressoché invariato. Era del 51,1, è del 51,3%” spiega. Accidenti! Però nello stesso periodo il tasso di attività degli uomini in Ticino è calato dal 68,7% al 64,5%. Anche loro non hanno voglia di lavorare? Ci sarà anche stavolta una competente commissione del Gran Consiglio che chiederà uno studio per verificare se in Ticino sono gli uomini che partoriscono e accudiscono i figli per spiegare questa diminuzione? L’importante è non parlare di dumping salariale e sociale e non mettere in dubbio il dogma della “responsabilità sociale delle imprese”.
L’aumento dei posti nelle strutture di accoglienza per i figli era l’unica misura concreta della cosiddetta “Riforma fiscale e sociale” cantonale tanto è vero che alcuni – sprezzanti del ridicolo – l’avevano denominata “Riforma degli asili nido”. Doveva essere introdotta assieme al salario minimo per il personale delle strutture che è in vigore solo dal 2022. E un anno dopo, improvvisamente, il numero di posti degli asili nido è sufficiente. Nel frattempo però il Cantone ha continuato a finanziare almeno il 40% dei costi di strutture che neanche versavano i minimi ridicoli previsti dall’Associazione Ticinese Asili Nido che andavano da 3’880,80 franchi per 13 mensilità per i direttori a 2’772 franchi per il personale educativo non formato.
La conciliabilità lavoro famiglia era importantissima quando c’era da abbassare le aliquote per le imprese dal 9% al 5,5; adesso che riforma fiscale è stata portata a casa, la considdetta conciliabità sembra essere passata di moda. Attendiamo con ansia che un altro economista ci spieghi quanto è importante per i genitori sapere che esistono certificazioni tipo Family Score grazie alla “Riforma degli asili nido”… soprattutto quando sei impiegato di commercio, vivi a Chiasso e scopri che ad Airolo c’è un idraulico Family-friendly.
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