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Il Municipio di Lugano starebbe pensando a un piano B per la realizzazione del PSE, messo seriamente in pericolo dalla crisi di Credit Suisse, principale finanziatore del progetto.

Infatti, pur subentrando in tutto e per tutto a Credit Suisse, è tutt’altro che scontato (anzi!) che UBS voglia accollarsi un progetto oneroso e dagli esiti incerti come quello del PSE.

Foletti, ostentando una calma assai inquieta, si è proiettato nel futuro ipotizzando la possibilità che, di fronte ad una eventuale decisione di UBS di rinunciare al progetto, la città potrebbe decidere di finanziarlo autonomamente: “Stiamo facendo delle valutazioni, per capire se sul mercato dei capitali c’è la possibilità con un prestito obbligazionario o altro”.

Naturalmente noi non siamo specialisti di finanza moderna come oramai lo è diventato il Municipio di Lugano con i suoi progetti sulle criptovalute e quindi non riusciamo ad immaginare cosa si intenda per “altro”. Sappiamo però cos’è un prestito obbligazionario e che gli enti pubblici vi ricorrono per finanziare, tra le altre cose, la propria politica di investimento, in particolare per i grandi lavori infrastrutturali.

E allora la mente, per quel che riguarda il PSE, non può che andare al dibattito di tre anni fa. Dibattito nel quale, tra le altre cose, sostenevamo che la città di Lugano avrebbe dovuto finanziare direttamente stadio e palazzetto (opere che noi non contestavamo, pur criticandone i costi eccessivi). Scrivevamo nel nostro opuscolo dedicato al tema che “Per un investimento come il PSE, il Comune di Lugano potrebbe come minimo ottenere un prestito ipotecario a lunga scadenza a dei tassi d’interesse tra lo 0,30 e lo 0,40%”. Affermazioni non campate in aria. Nel 2020, la città ha rinnovato un prestito obbligazionario di 140 milioni per 50 anni a un tasso dello 0,165%! Nel 2017, ha ottenuto un prestito obbligazionario di 120 milioni a un tasso dello 0,250% per il periodo 2017-2027.

Oggi la situazione è totalmente cambiata. Un prestito come quello qui sopra ipotizzato non potrebbe essere ottenuto ad un interesse inferiore al 2-3%. Il che significa che i costi per la città (rispetto all’ipotesi di un finanziamento diretto di tre anni fa) sarebbero 6 o 7 volte superiori. Qualcuno potrà dire che alla peggio la città pagherà gli stessi interessi, ricorrendo ai privati oppure cercando direttamente i capitali necessari. Infatti i tassi d’interesse richiesti dagli investitori privati e accettati supinamente delle autorità politiche luganesi erano del 2,38% (per 27 anni) per l’Arena sportiva e del 3,08% (per 27 anni) per il Palazzetto dello sport.

A costoro replichiamo che delle autorità politiche più prudenti e serie avrebbero potuto risparmiare fin dall’inizio decine di milioni di franchi non legandosi mani e piedi agli investitori privati, evitando pure il potenziale caos generato dalla fine ingloriosa del Credit Suisse. Un’opposizione politica serve anche a ricordare questi fatti, cercando di evitare che gli stessi errori si ripetano in futuro.

Eh sì, perché all’orizzonte si affaccia minaccioso il Polo Turistico e Congressuale…