Raffaele De Rosa ha presentato oggi il messaggio sulla pianificazione ospedaliera. A seguito dell’assurda decisione adottata dal Gran Consiglio di rinunciare alle proprie competenze nell’attribuzione dei mandati ai vari ospedali per le differenti specialità, quanto presentato oggi non offre nessuna indicazione concreta su quale mandato verrà assegnato a quale ospedale. Tuttavia, fornisce preziose indicazioni su dove il Consiglio di Stato ed i partiti che lo sostengono vogliono andare a parare:
- Viene inviato un chiaro segnale ai gruppi sanitari privati (Clinica Moncucco-Santa Chiara e Genolier) di disponibilità ad assecondare il loro tentativo di acquisire sempre maggiori fette di mercato nella sanità cantonale;
- I reparti RAMI (reparti acuti di minore intensità) verranno definitivamente esclusi dalla medicina acuta per essere agganciati alle case per anziani, sia da un punto di vista delle prestazioni, del modo di fatturazione ed anche da un punto di vista geografico. In quest’ottica meglio si capiscono le manovre messe in atto dal DSS attorno al ritiro dell’iniziativa a difesa degli ospedali di Valle. Di fatto si ritorna al progetto del 2013 di Paolo Beltraminelli: Faido clinica di riabilitazione, Acquarossa casa per anziani. Il tutto, evidentemente, senza più la presenza di un Pronto Soccorso.
- In alcuni ospedali, a cominciare da quello di Mendrisio, la prospettiva diventa estremamente incerta per poter mantenere un reparto come quello di ostetricia, attraverso l’utilizzazione dell’esigenza di un numero minimo di parti all’anno quale grimaldello;
- Viene chiaramente abbandonata la logica dell’ospedale cantonale multisito per passare ad un solo ospedale di riferimento. Al momento limitato ai mandati MAS (medicina altamente specializzata), ma che in futuro potrà essere estesa a buona parte dei mandati, lasciando sul territorio (negli ospedali regionali) semplici presidi nelle varie specialità.
Il Movimento per il Socialismo esprime una chiara e netta opposizione a questo messaggio, coerentemente con le battaglie che, spesso da solo, ha combattuto contro la riduzione dell’offerta ospedaliera di prossimità, nei centri, così come nelle regioni periferiche. Gli orientamenti della pianificazione oggi presentati non rispondono alle necessità di una medicina di base di qualità e di prossimità che le persone che vivono in questo Cantone meritano.