Il Dipartimento sanità e socialità (Dss) aderisce alla terza edizione della Swiss Money Week, la settimana di sensibilizzazione promossa da organizzazioni attive nella prevenzione all’indebitamento (La Regione, 21.3.2023) . Una settimana di eventi informativi per spiegarti come gestire il budget e dove risparmiare: “Parlare apertamente di soldi ha un effetto preventivo contro l’indebitamento, previene molte sofferenze e rafforza la società nel suo insieme: a maggior ragione è importante farlo in un periodo, come quello attuale, caratterizzato dall’inflazione, che colpisce in particolare le persone appartenenti alle fasce di reddito medio-basse e provoca importanti squilibri nel budget delle famiglie”.
Bene, parliamone allora; ma iniziamo a “parlare come mangiamo” visto che siamo un paese trilingue e non si capisce perché simili eventi debbano avere una denominazione inglese. Chiamiamola “una settimana per parlar di soldi” che magari capiscono anche quelli che non sono andati ad Harvard. E per una volta – anche se non è abitudine in Ticino – non fermiamoci alle parole, andiamo anche alla sostanza e ai fatti.
“I problemi legati al denaro, ai debiti e alla povertà sono ancora argomenti tabù”, scrive il DSS nel comunicato ufficiale. Ma che sorpresa! Anni di propaganda del governo cantonale su presunti “Miracoli economici”, “Wunder Job” e sgocciolamenti della ricchezza dall’alto verso il basso, non vorrai mica rovinarli parlando di famiglie che tirano la cinghia, pensionati alla canna del gas e disoccupati di lunga data costretti a vendersi tutto prima di poter ottenere l’assistenza sociale (concessa solo quando si ha meno di 4’000 franchi di sostanza)!
Ma passiamo oltre. In fondo quel che conta non è il marketing elettorale, sono i fatti e lì il Consiglio di Stato si è veramente distinto. Partiamo dal salario minimo infame applicato in Ticino che non sarà indicizzato al rincaro: rimane fisso a 19-19.50 l’ora, vale a dire circa 1 franco in meno di un sacco di letame bovino pellettato venduto dai grandi distributori in Svizzera (per chi non fosse avvezzo al giardinaggio, precisiamo che si tratta di cacca di mucca stagionata… e passateci il francesismo!). Passiamo poi ai salari mediani, che risultano di oltre il 23% inferiori al resto della Svizzera, una differenza praticamente interamente non spiegabile con fattori oggettivi tipo la formazione, l’anzianità, la posizione gerarchica, ecc.. L’onorevole Christian Vitta – affettuosamente denominato “vuoto cosmico” – nei dibattiti televisivi si ostina a ripetere che però quelli “per gli svizzeri sono più alti”, senza nemmeno rendersi conto di aver confermato così che i frontalieri vengono assunti non perché da noi “mancano i profili” (altra bufala degli ambienti economici), ma perché le aziende li pagano meno e li sfruttano per fare dumping.
Con i futuri pensionati affiliati all’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPCT) il “nostro” governo è stato altrettanto generoso: 1’000 franchi al mese di rendita in media. È la famosa “simmetria dei sacrifici”: 33’000 Fr. all’anno in più di salario per i consiglieri di Stato nel 2021 (un aumento del 13%!) e 19’952 Fr in più all’anno di vitalizio (che passa a 166’388 Fr) e una rendita transitoria di 22’465 Fr indipendente dall’età, e i dipendenti dello stato “che mangino brioches”, come disse in circostanze simile Maria Antonietta, regina di Francia.
Ma vogliamo parlare dell’”inflazione, che colpisce in particolare le persone appartenenti alle fasce di reddito medio-basse e provoca importanti squilibri nel budget delle famiglie”? Cosa ha fatto il nostro Consiglio di Stato per venire in aiuto a questa fascia di popolazione, sempre più ampia? Niente, “una beata minchia” come direbbe il commissario Montalbano. L’inflazione, secondo gli ultimi dati, ha ormai raggiunto il 3,4% (senza tener conto dell’aumento dei premi delle casse malattia) ma è stata adottata una sola misura. Dove dovrebbero “risparmiare“ le famiglie? Sul budget destinato all’energia, quando le aziende elettriche – in gran parte in mani pubbliche – aumentano del 30% o più le tariffe? Sugli alimentari, che sono aumentati di quasi il il 10%? Sui premi di cassa malati che sono ormai esplosi? Sull’affitto che continua a salire anche se abbiamo un tasso di sfitto record? Su cosa esattamente, fateci capire! Nel 2015 sono stati tagliati i sussidi di cassa malattia a oltre 20’000 persone e intanto i premi salgono, le misure di rilancio dell’occupazione sono scese da circa 11 milioni nel 2011 a 2,4 milioni nel 2020 e nel 2021 il tasso di disoccupazione ILO in Ticino ha toccato un record storico; quanto ai salari siamo al palo, come già detto.
E non è che per il futuro si prevedano schiarite. Apprendiamo da un contributo di Paolo Pamini (candidato UDC al Consiglio di Stato) pubblicato sul Corriere del Ticino, che “da anni (sta) lavorando con colleghe e colleghi di UDC, Lega, Il Centro e PLR” per sgravare i giovani benestanti, i pensionati benestanti e i turisti benestanti. Agli altri – nell’ambito dell’ennesima Riforma fiscale e sociale basata sulla solita “simmetria dei sacrifici” – sarà gentilmente offerto un corso “Come sopravvivere mangiando radici: non costano niente e sono piene di elementi nutritivi”.
Sarà per quello che per “l’edizione 2023 il Dipartimento sanità e socialità ha innanzitutto voluto offrire un’opportunità di formazione e scambio su una duplice problematica di cui finora poco si è discusso: dipendenze e indebitamento”, per far passare il messaggio che se hai debiti è perché sei un drogato, un alcolizzato o un giocatore compulsivo. Non perché 30 anni di politiche economiche deleterie ti han gettato sul lastrico. Certo che no!