Pubblichiamo qui di seguito la presa di posizione dell’MPS in merito alle prossime elezioni nazionali. (Red)
Il Movimento per il socialismo (MPS) ha deciso che non presenterà proprie liste alle prossime elezioni nazionali. Alla base di questa decisione vi sono due considerazioni.
La prima, il fatto che l’MPS in quanto organizzazione nazionale non parteciperà a questa scadenza elettorale: avrebbe quindi poco senso che una sola sezione cantonale dell’MPS si presentasse a queste elezioni.
La seconda, è il clima di confusione e opportunismo che si è sviluppato e si sta sviluppando nelle forze politiche di quella che, per comodità, indicheremo come l’area di sinistra. Un clima che rischia di generare confusione e disaffezione tra gli elettori e le elettrici di questa area, rafforzando ulteriormente la tendenza a destra già in atto e manifestatasi nelle recenti elezioni cantonali. Un opportunismo senza principi che, tra un’elezione e l’altra, vede tutte le forze politiche modificare atteggiamenti, alleanze e proposte di alleanza affermando tutto e il contrario di tutto.
In questo contesto l’MPS preferisce investire le proprie forze nelle proprie attività e campagne politiche che riguardano sia temi di carattere cantonale che nazionale, a cominciare da quella contro i tagli alle pensioni che si sta conducendo sia a livello cantonale che a livello nazionale. A questa si aggiunge quella, sempre di urgente attualità, contro il dumping salariale e l’attacco al potere d’acquisto dei salariati e dei pensionati.
Su questi terreni, come su altri quali la lotta contro la guerra, il cambiamento climatico e l’oppressione di genere, sarà necessario costruire momenti di mobilitazione sociale che possano pesare sulla realtà concreta: il richiamo alle elezioni – ai risultati delle legislatura che passano una dopo l’altra – ci ricorda come sul terreno prettamente istituzionale le possibilità di incidere siano praticamente nulle. Basterebbe ricordare – a titolo puramente esemplificativo – il modo in cui le modifiche legislative degli ultimi due decenni non abbiano sostanzialmente permesso di incidere e superare le disparità salariali di genere.