Il Parlamento cantonale ha discusso, pochi giorni fa, il Consuntivo del Cantone del 2022. Un esercizio, ancora una volta, che ha dimostrato come per la stragrande maggioranza del Parlamento le esigenze contabili vengano prima dei bisogni e dei diritti dei cittadini e delle cittadine. Qui di seguito l’intervento del gruppo MPS che si è espresso contro il Consuntivo. (Red)
Ancora una volta un consuntivo che chiude meglio del Preventivo (per le ragioni che tutti ormai conoscono a memoria: rivalutazione delle entrate fiscali, versamenti della Banca Nazionale). Si tratta di scenari che vediamo anche a livello comunale, in particolare delle maggiori città del Cantone.
Non vogliamo qui inserirci in questa discussione: è per noi scontato che il risultato di questa situazione sia una politica fiscale a sostegno dei ricchi e la costruzione di una narrazione finanziaria che spesso si regge su elementi non verificabili (a cominciare dalle previsione di gettito).
D’altronde qualsiasi tentativo di ricondurre la maggioranza dei partiti ad un atteggiamento più ragionevole in materia fiscale (come tenta di fare il rapporto di Minoranza) ci pare del tutto velleitario. La logica intrapresa dalla maggioranza di questo parlamento da tempo (e ancora prima del 2015) va in una direzione chiara: contenimento della spesa pubblica e sgravi fiscali.
E poco importa che qualcuno venga a raccontare e a mostrare come le spese del Cantone siano sistematicamente aumentate. Il problema è diverso, e cioè se l’aumento di questa spesa corrisponda effettivamente alle necessità e ai bisogni dei cittadini e delle cittadine di questo Cantone. Che, per finire, ci pare l’unico criterio che possa essere adottato quando ci si interroga sul ruolo di uno Stato.
E visto che il consuntivo che discutiamo è quello che chiude una legislatura, forse val la pena far riferimento ad alcuni dei temi fondamentali che questa legislatura (e non si venga a dire che è colpa della pandemia) non ha né affrontato, né tantomeno risolto.
Pensiamo qui alla scuola e alla formazione professionale. Ci riferiamo qui non solo all’insegnamento dell’obbligo (marcia sul posto su tutto, tranne discussioni per finire non centrali come quello dei livelli); pensiamo alla evoluzione del mercato del lavoro e al suo controllo; alla evoluzione dei salari e della povertà; se poi pensiamo alla questione ambientale ci rendiamo conto come sostanzialmente si sia marciato sul posto e come invece ci si diriga nelle direzione opposta (Potenziamento Lugano Mendrisio). Così come, in ambito sanitario, ci troviamo confrontati con un peggioramento dei servizi alla popolazione e con irrisolto il problema del personale a disposizione (ma anche altre questioni fondamentali, per il loro impatto politico e sociale, non hanno fatto alcun passo avanti significativo: a meno che il progetto Pro San approvato lo scorso anno dal Parlamento possa essere considerato qualcosa in più di un semplice aiutino…). E, infine, discriminazioni di genere, che significa che La maggioranza del parlamento continua a contribuire al mantenimento di in una condizione di inferiorità sociale e di diritti per le donne, cioè la maggioranza della popolazione di questo Cantone. Per un organo che vuole essere “rappresentativo” del cantone non è male…
Avevamo detto, intervenendo sul Preventivo 2022, che si trattava di un Preventivo di classe, che – come gli altri che lo avevano preceduto – prendeva in considerazione principalmente gli interessi delle classi dominanti. In sede di consuntivo non ci possiamo attendere altro.
Né ci attendiamo che questo Parlamento e il governo (di cui fanno parte gli stessi partiti) possano esprimere interessi diversi.
Il nostro ruolo qui continuerà ad essere quello di denunciare questa politica e di fare qualche proposta che vada in senso radicalmente opposto a tutto questo. Non a caso, proprio su questi temi, avevamo presentato in sede di Preventivo tutta una serie di proposte che, giustamente dal punto di vista dei partiti di governo, erano state considerate eccessive, costose, improponibili, etc.
Le nostre speranze non sono certo riposte su quanto succede qui dentro. È guardando fuori, a quanto succede sul terreno sociale, che siamo in parte riconfortati. Abbiamo parlato qui della lotta contro le discriminazioni di genere. Mai contraddizione tra la voce del palazzo e quella della società è apparsa così evidente e grande come lo scorso 14 giugno, quando 300’000 donne hanno protestato contro una società iniqua nei confronti della maggioranza della popolazione, cioè le donne.
In fondo quella giornata è anche una prima risposta a preventivi e consuntivi come quelli di cui stiamo discutendo.