La fornitura di munizioni a grappolo all’Ucraina da parte degli Stati Uniti deve essere contrastata. Gli anticapitalisti e gli internazionalisti sostengono incondizionatamente il popolo ucraino nella sua resistenza armata per liberare il paese dall’invasione genocida russa. Ma il sostegno all’Ucraina non è necessariamente acritico. Abbiamo criticato l’attacco del governo Zelensky ai diritti dei lavoratori nel Paese e il suo abbraccio alle politiche neoliberiste. Oggi dobbiamo criticare l’uso delle munizioni a grappolo.
L’uso di munizioni a grappolo in aree popolate da civili costituisce un attacco indiscriminato e una violazione del diritto umanitario internazionale. Le munizioni a grappolo si aprono a mezz’aria e spargono decine o addirittura centinaia di piccole bombe su un’area grande quanto un isolato. Molte bombe non esplodono al momento dell’impatto iniziale, lasciando detriti che agiscono come una mina, rappresentando una minaccia per i civili per anni o addirittura decenni. Per questo motivo le munizioni a grappolo sono state totalmente vietate da oltre 100 Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione sulle munizioni a grappolo. Ma Russia, Ucraina e Stati Uniti non hanno firmato la Convenzione.
È comprensibile che l’Ucraina voglia ottenere tutte le armi necessarie per ottenere una vittoria rapida e decisiva sull’esercito russo. Ma i socialisti si battono da decenni per la messa al bando delle munizioni a grappolo e delle armi nucleari e chimiche, e non dovremmo cambiare la nostra posizione ora.
Il Ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov afferma che lo scopo principale delle munizioni a grappolo sarà quello di sfondare le difese russe, che non saranno utilizzate nelle aree urbane e che solo dopo la vittoria saranno usate per eliminare le mine in Ucraina. Egli sottolinea che la Russia ha usato ampiamente le bombe a grappolo in Ucraina, ciò renderebbe accettabile che anche l’Ucraina le usi. Questo tipo di argomentazione è pericolosa, perché potrebbe essere usata per giustificare l’uso di altre armi di distruzione di massa, come armi nucleari o chimiche, o armi ecocide come il napalm o l’agente Orange. Human Rights Watch ha documentato che anche l’Ucraina ha utilizzato munizioni a grappolo, sebbene su scala molto più ridotta. Sebbene non siano state utilizzate sulle città, hanno comunque causato morti e feriti tra i civili.
Semmpre secondo Human Rights Watch “le munizioni a grappolo che gli Stati Uniti intendono inviare all’Ucraina hanno più di 20 anni, sono distribuite su una vasta area e hanno una percentuale di fallimento notoriamente elevato, il che significa che potrebbero rimanere letali per anni“. L’estensione del divieto sulle munizioni a grappolo consente agli Stati Uniti di sbarazzarsi di un vecchio stock che non può essere venduto e che è pericoloso e costoso da smantellare. Tuttavia, lascia un’eredità pericolosa per gli ucraini. Centinaia di persone muoiono ancora ogni anno a causa di munizioni a grappolo inesplose in tutto il mondo.
A prescindere dalle argomentazioni militari, opporsi ai precetti della Convenzione sulle munizioni a grappolo impedirà all’Ucraina di difendere lo Stato di diritto internazionale. Se l’Ucraina riceve armi che la maggior parte degli Stati membri dell’ONU vuole vietare, ciò influirà sulla sua capacità di ottenere solidarietà e condanna dell’occupazione illegale della Russia da parte di questi Stati.
A meno che l’esercito russo non smetta di combattere e si ritiri, gli ucraini non hanno altra scelta che continuare la loro resistenza armata. È improbabile che la Russia smetta di combattere nel prossimo futuro, visti gli obiettivi dichiarati da Putin di denazificazione e smilitarizzazione dell’Ucraina e, implicitamente, la sua integrazione nell’orbita russa. Per questo motivo sosteniamo il suo diritto di ottenere armi convenzionali e il sostegno allo sminamento. L’Ucraina ha bisogno anche di aiuti non militari, in particolare di assistenza medica e di sostegno ai rifugiati.
Molti Paesi che sono stati invasi da uno molto più grande hanno vinto, ma non solo con mezzi militari. Se l’Ucraina vuole mantenere la solidarietà globale, non deve violare il divieto di utilizzare munizioni a grappolo decretato da oltre 100 Paesi. L’Ucraina deve anche sostenere gli attivisti contro la guerra in Russia e accogliere i disertori del suo esercito. La ricostruzione postbellica deve avvenire per un’Ucraina diversa, con giustizia economica e sociale, non per un’Ucraina i cui beni vengono consegnati al capitalismo occidentale. Tale ricostruzione darebbe agli ucraini la speranza che la liberazione del loro Paese non si limiterà alla sconfitta dell’esercito russo. L’Ucraina ha anche bisogno di un movimento di solidarietà di massa internazionalista che sostenga la sua resistenza armata e allo stesso tempo resista all’escalation del militarismo in Occidente.