Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla natura di classe del Municipio di Lugano, tutto teso a servire e favorire senza rottura di continuità gli interessi delle imprese e dei ricchi locali e stranieri e sulle sue priorità politiche, il caso delle tariffe elettriche offre senz’altro un ulteriore banco di prova importante.
Il punto di partenza è la dinamica d’impoverimento progressivo degli strati di salariati al beneficio di redditi medi e bassi. Non è ovviamente un fenomeno che colpisce solo Lugano. Nella fattispecie, però, il fenomeno è ancora più preoccupante per almeno due motivi. Lugano è una città ricca, con un margine di manovra finanziario importante, condizione che le permetterebbe di sviluppare una politica sociale più incisiva e articolata. A Lugano i milionari e super-milionari crescono massicciamente, fornendo un’ulteriore fonte decisiva di risorse che permetterebbe di ridurre le disparità sociali.
I salariati di Lugano soffrono sempre di più…
Dicevamo dell’impoverimento dei salariati a Lugano. Da gennaio 2021 a novembre 2023, l’inflazione è cresciuta del 6,1%, erodendo in maniera potente il salario della maggior parte della popolazione lavoratrice, sprovvista spesso di qualsiasi o di un insufficiente sistema di compensazione salariale. Oltretutto l’inflazione dovrebbe continuare a colpire anche nel 2024.
E questa si accompagna a un altro fenomeno di perdita del potere d’acquisto: gli aumenti dei premi di cassa malati. I premi medi per assicurato in Ticino passeranno dai 4’295 del 2020 ai 4’858 franchi del 2024, ossia una crescita di 563 franchi, pari al 13,10%. Addirittura, la mediana dei premi tariffari standard per gli adulti (26 anni e più) sarà di 629 nel 2024, contro i 543 franchi del 2023[1]. Secondo l’Ufficio federale di statistica, in Svizzera l’aumento dei premi, più 6,6%, ha generato nel 2023 una perdita del reddito disponibile pari allo 0,4%. Ciò significa, un po’ meccanicamente, che con un altro aumento dell’8,6% nel 2024, si registrerà in Svizzera un altro 0,6% di perdita del reddito disponibile causato dei premi di cassa malati. In Ticino la diminuzione del reddito è stata e sarà ancora più pesante, considerando che gli aumenti dei premi di cassa malati sono stati nel 2023 del 9,2% e del 10,3% nel 2024…
Ovviamente non potevano mancare gli aumenti degli affitti. Il portale homegate.ch, in collaborazione con la Banca cantonale di Zurigo, calcola l’evoluzione di questa importante spesa, anche per alcune città. Ebbene, da luglio 2022 a ottobre 2023 gli affitti a Lugano sono aumentati del 7,35%. A ciò si aggiunge la sfilza di aumenti su beni fondamentali che si sono abbattuti sui salariati luganesi dal 2022 a oggi. Il 1° gennaio 2022 è stato il turno delle tariffe dell’acqua potabile: + 20%. Nel 2023 è toccato al gas: le tariffe sono aumentate mediamente del 40,3%. Ovviamente non poteva mancare l’energia elettrica. Nel 2023 l’incremento medio è stato del 32,16%, al quale si è aggiunto quello deciso per il 2024, ossia un altro 11,64%. Dal 2009 l’impennata delle tariffe delle AIL SA è stata del 65,4%! Nel 2009 si pagava una tariffa totale di 19,25 centesimi per Kilowattora. Nel 2024 il prezzo per l’energia elettrica sarà di 31,84 ct./KWh.
Il peso di questo insieme di fattori è stato calcolato dal Servizio di statistica urbana della città di Lugano. Nello studio Monitoraggio della crisi socioeconomica a livello regionale, pubblicato a fine 2022, è ricostruita la situazione «per una famiglia di 4 persone con 2 figli in età scolare con reddito netto mensile di 7’500 CHF (…). In questo caso considerando gli incrementi nel costo di vita già discussi [un aumento del 9.2% nei costi di cassa malati, del 27.5% nei costi dell’elettricità (categoria H1) e del 3.5% nei beni di consumo], è prevista una riduzione nell’importo reddituale disponibile del 21,2%. Il reddito disponibile a fine mese, infatti, passerà da 866 CHF a 682 CHF, per un decremento assoluto di 184 CHF al mese, pari a 2’208 CHF all’anno». Lo studio rendeva attenti che questo scenario è stato ipotizzato partendo dal principio che la situazione salariale non variasse. Ebbene, da questo punto di vista, la situazione nel 2023 peggiorerà ulteriormente. Sicuramente i salari quest’anno non sono cresciuti (probabilmente addirittura in calo) mentre sono ancora aumentati i fattori del “costo di vita” citati dallo studio: cassa malati, elettricità e indice dei prezzi al consumo. Quindi il potere d’acquisto o, meglio, la qualità di vita di migliaia di salariati luganesi continua a peggiorare. Inoltre va fatto notare che il salario di 7’500 franchi netti (circa 8’500 lordi) utilizzato dal Servizio di statistica urbana appare piuttosto “sopravvalutato”. A titolo d’esempio, il salario mediano ticinese nel 2020 (ultimo rilevamento disponibile) era di 5’203 franchi. A Lugano il reddito medio delle economie domestiche ammontava nel 2019 a 55’789 chf l’anno, ossia 4’650 franchi al mese. È evidente che su un salario di 4’650 di un’economia domestica, l’incidenza dei costi fissi, calcolati in 3’180 franchi sempre dagli autori dello studio, riduce ancora più massicciamente l’importo reddituale disponibile. Per esempio, il bisogno e, quindi, il consumo di energia elettrica non differiscono se una famiglia guadagna 7’500 oppure 4’650 franchi al mese. Ma incide, eccome, sul reddito disponibile. Perciò la situazione delle famiglie con redditi medio-bassi è sicuramente peggiorata in maniera marcata sul periodo 2022-2023. E la situazione non migliorerà nel 2024 visto che i salari resteranno al palo e in molti casi diminuiranno.
Sacche di povertà in aumento
Il quadro che abbiamo ricostruito si salda con una situazione sociale contraddistinta da una difficoltà ormai rilevata anche da dati statistici provenienti da diverse fonti. Lo studio Radiografia della situazione socio-economica della popolazione residente a Lugano attestava che a Lugano «prima di un intervento statale (prestazione complementare e assistenza), la percentuale dei nuclei che evidenziano una povertà reddituale è poco meno del 20% (18,6% per la precisione)»[2], mentre a livello nazionale la percentuale si attesta al 7,5%. Lo stesso studio indicava «che poco meno del 5% dei nuclei famigliari analizzati (…), non raggiunge il fabbisogno minimo vitale»[3] anche dopo l’intervento statale. I dati sono stati calcolati sull’anno 2016. Una versione attualizzata dello studio darebbe, per i fattori elencati più sopra, uno scenario senz’altro peggiore. E i dati più recenti a disposizione sembrano confermare questa tendenza. I casi di assistenza sociale sono diminuiti nel 2022, rispetto al 2021, solo perché «nel corso del 2022, a causa del perdurare della pandemia sono rimasti attivi gli aiuti cantonali (rendita ponte Covid) e per un periodo anche le indennità perdita di guadagno Covid, che hanno di fatto “falsato” il dato. A decorrere da fine 2022 infatti il numero di casi è cominciato a risalire»[4]. Questo aiuto cantonale supplementare ha permesso dunque di contenere il numero dei casi di assistenza sociale, i quali hanno raggiunto le 1’615 unità, contro le 1’763 del 2021. Sarà interessante conoscere i dati del 2023. In questo senso c’è un’altra serie di dati che conferma il peggioramento della situazione sociale. Se prendiamo infatti le domande di sostegno finanziario previste dal Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale, quindi di esclusiva competenza della città di Lugano, il quadro che emerge è tutt’altro che positivo. In primo luogo va fatto notare che queste domande di aiuto sociale non hanno fatto che crescere dal 2015 al 2022, con un incremento del 152%, da 366 a 922 domande[5]. Nel 2021 queste erano 898, passate a 922 appunto nel 2022. Ma via è un dato peggiore. Negli ultimi anni sono aumentate le domande rifiutate. Nel 2018 queste rappresentavano il 17,15% del totale, per poi passare al 31,3% nel 2021 e al 34,5% nel 2022. Detto altrimenti, da una parte aumentano le richieste di aiuto sociale e dall’altra la città di Lugano le riduce pesantemente.
Un Municipio a trazione leghista piuttosto insensibile ai bisogni sociali
Questa politica restrittiva nei confronti dei segmenti della popolazione luganese in forte difficoltà si manifesta anche sulla questione delle tariffe elettriche applicate dalle AIL SA, la società di distribuzione (e in parte di produzione) di proprietà al 100% della città di Lugano.
Con la sua azione di denuncia dell’aumento delle tariffe e più in generale dell’intera politica scandalosa delle AIL SA basata sull’esclusiva ricerca del massimo profitto a discapito di qualsiasi minima finalità “sociale”, l’MPS ha fra l’altro chiesto una moratoria su queste tariffe quale minimo intervento sociale da parte delle istituzioni luganesi. La pressione generale venutasi a creare ha spinto la Commissione delle Petizioni a elaborare un intervento in questo senso. Il 14 gennaio 2023 la stessa proponeva «al Municipio e ai Gruppi in Consiglio Comunale di introdurre un emendamento per fare in modo che il Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale possa aiutare le persone sole e le famiglie che si trovano nel ceto medio-basso, sia nel pagamento dei premi cassa malati (assicurazione malattia obbligatoria), sia nel pagamento delle fatture dell’elettricità/gas domestiche»[6]. La modifica del Regolamento prevedeva che le prestazioni comunali coprissero il pagamento dei premi dell’assicurazione malattia obbligatoria e delle spese energetiche domestiche. Al di là della viabilità giuridica di queste misure e della loro opportunità – per esempio in materia energetica si poteva imporre alle AIL SA l’obbligo di praticare degli sconti sulle bollette, intervento previsto dalle leggi federali in materia – è interessante analizzare l’opposizione totale attuata dal Municipio di Lugano. L’esecutivo, in una risposta del 16 febbraio 2023, scriveva che «AIL dal 2023 ha maggiorato il costo elettricità del 30% ca. sulla fattura finale, di conseguenza il costo medio per economia domestica passerà da ca. fr. 800.- annui del 2022 a ca. fr. 1’200.- annui per il 2023 (dati statistici AIL). (…) Introducendo un aiuto sulla spesa legata all’elettricità (…) si rischierebbe che ca. 3000 potenziali UR [unità di riferimento] potrebbero chiedere un aiuto per le citate spese per importi di circa fr. 1200.- annuali; in tal caso l’impatto finanziario sarebbe di ca. fr. 3’600’000.-. Inoltre anche i beneficiari di assistenza (ca. 1400) potrebbero chiedere la differenza tra il forfait di fr. 60.- mensili riconosciuti per le spese elettriche e la differenza della fattura AIL. Quindi si avrebbero potenziali 1400 richieste per fatture ammontanti a ca. fr. 480.- annuali, per un totale di ca. fr. 600’000.-.»[7]. Una citazione interessante perché quantifica, per la prima volta, in termini monetari un intervento teso a limitare l’impatto per i ceti con difficoltà reddituali a seguito dell’esplosione delle tariffe elettriche decise dalle AIL SA per il 2023. In sostanza si paventava un impatto finanziario di 4,2 milioni di franchi. Ovviamente una spesa onerosa e inaccettabile secondo il Municipio. Onerosa? Il montante di 4,2 milioni di franchi corrisponde al 45,6% dei dividendi (9,2 milioni di franchi) versati dalle AIL SA alla città di Lugano nel solo 2022; o, ancora, è pari al 2,5% del totale degli accantonamenti (170,4 milioni di franchi) contabilizzati dalle AIL SA nel 2022. Un intervento sulle tariffe elettriche, per il tramite di uno sconto applicabile anche nel 2024, costituirebbe una manovra neutra per le finanze comunali, se solo ci fosse la volontà politica di usare un’azienda comunale anche per alimentare una politica sociale degna di questo nome.
Inoltre, la proposta della Commissione delle Petizioni aveva un carattere puntuale, non sistematico, in quanto il sostegno alle spese per il consumo elettrico doveva essere votata ogni anno, anche in funzione dell’evoluzione delle tariffe e delle finanze cittadine. La motivazione dell’opposizione del Municipio è assolutamente cinica e moralista: «Di particolare interesse la richiesta del Municipio di limitare l’aiuto delle spese energetiche al periodo critico e di evitare che la copertura integrale delle spese energetiche generi un meccanismo di spreco energetico antiecologico»[8]. Non aiutiamo la popolazione meno abbiente perché questa potrebbe essere spinta a consumare in eccesso vista la gratuità della spesa. Un atteggiamento paternalista borghese che pensavamo fosse consegnato alla storia…
Davanti all’intransigenza del Municipio, la Commissione cedeva proponendo una nuova misura al ribasso: la copertura del 50% delle spese energetiche domestiche per le persone che rientrano nei limiti di reddito del Regolamento sociale e per un lasso di tempo massimo di 3 anni (2023-2025). Proposta che avrebbe ridotto l’impegno finanziario a 2,1 milioni di franchi all’anno. Anche questo compromesso ha incontrato il netto rifiuto del Municipio, il quale proponeva, nel mese di agosto 2023, di coprire solo la differenza fra la fattura finale delle spese elettriche e l’importo già destinato a coprire i consumi energetici fissato dalle norme della Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (Cosas) e ripreso dalle direttive cantonali in materia d’assistenza.
Per intenderci: se una famiglia di 3 persone pagherà 1’400 franchi di fattura totale alle AIL SA, dedotto il contributo di 1’116 franchi (93 chf x 12 mesi) previsto dal forfait di mantenimento Cosas, il comune di Lugano si limiterà a colmare la differenza pari a 284 franchi, per un onere totale calcolato in 400’000 franchi l’anno… Proposta accettata da una sempre più molle Commissione delle Petizioni e fatta propria definitivamente, lo scorso 2 ottobre, da un Consiglio comunale la cui esistenza ormai sembra ridotta a convalidare placidamente le iniziative dell’esecutivo.
Sempre più sensibile alle richieste delle imprese e della finanza…
Dunque, il Municipio ha fissato in 400’000 franchi l’aiuto puntuale concesso ai propri cittadini, in particolare quelli con una capacità reddituale più fragile, colpiti dall’esplosione delle tariffe elettriche e, soprattutto, da un contesto economico e sociale sempre più difficile.
Per i partiti che controllano il Municipio e il Consiglio comunale, le priorità da sostenere sono altre. Per esempio il discusso Plan B e le criptovalute. È notizia recente che nel periodo natalizio «La Città elargirà 130’000 franchi in Lvgapoints da spendere nelle oltre quattrocento attività commerciali affiliate al progetto MyLugano (…). L’importo, stanziato per promuovere gli acquisti natalizi e gli acquisti in generale nei negozi luganesi, andrà a sostituire, alla pari, quello versato negli anni scorsi per garantire la gratuità dei bus per due domeniche (con un rimborso di centomila franchi alla Comunità Arcobaleno) e degli autosili nelle prime due ore di sosta (trentamila franchi di mancati incassi)»[9]. Un esempio di come le autorità politiche luganesi non lesinano aiuti ai commercianti e ai progetti avventuristici nella finanza virtuale e opaca delle criptovalute, tentativo disperato di trovare un’alternativa all’attività di organizzazione e gestione della gigantesca industria dell’evasione fiscale dei ricchi italiani, attività che aveva permesso a Lugano di vivere decisamente sopra i propri mezzi per decenni.
Mentre una parte della popolazione cittadina è entrata in una fase di sofferenza sociale ed economica evidente, le autorità politiche luganesi non esitano a finanziare con sostanziosi aiuti diretti e indiretti gli interessi privati di varia natura. Evidentemente urge un dibattito di fondo su quali binari futuri si vuole costruire la città, binari che si dividono chiaramente fra quelli che vogliono portare verso la realizzazione di una realtà sempre più al servizio degli interessi di una minoranza di ricchi e super ricchi – una riserva di privilegiati -, e quelli che vogliono prendere in conto gli interessi della grande maggioranza della popolazione, quella che per vivere deve continuare a vendere la propria forza lavoro.
[1] Statistica dell’assicurazione-malattia obbligatoria, Ufficio federale della salute pubblica.
[2] Studio Tiresia, dicembre 2020, p. 313.
[3] Idem, p. 314.
[4] Città di Lugano, Consuntivo 2022, p. 227.
[5] Cfr. le varie pubblicazioni Lugano in cifre, Servizio Statistica Urbana, Dicastero Consulenza e gestione Città di Lugano.
[6] Rapporto della Commissione delle Petizioni relativo al MMN. 11250 concernente il nuovo Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale della città di Lugano, 19 settembre 2023, p.
[7] Rapporto della Commissione delle Petizioni relativo al MMN. 11250 concernente il nuovo Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale della città di Lugano, 19 settembre 2023, p.
[8] Idem, p. 9.
[9] Corriere del Ticino, 01.12.2023.