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Una vera e propria presa per i fondelli: non può essere qualificata altrimenti la proposta presentata ieri dal governo alle organizzazioni sindacali in materia di compensazione del rincaro.
Il governo, come noto, aveva finora proposto di non adeguare al rincaro (che a novembre 2023 si situava  all’1,4%) i salari del personale cantonale. Le mobilitazioni in atto ormai da settimane avrebbero dovuto spingerlo a cambiare atteggiamento. Ma così non sembra essere: la proposta del governo di versare un’indennità una tantum di 400 fr (che quindi non andrà nemmeno ad aggiungersi al normale salario) è un vero e proprio affronto.
Il governo, in altre parole, è pronto con una mano a dare qualche briciola (siamo sui 30 fr al mese); ma con l’altra toglie centinaia e centinaia di franchi ai salari dei dipendenti e delle dipendenti. Non dobbiamo infatti dimenticare che, ad esempio, per un salario lordo di 6000 fr mensili il rincaro ammonterebbe a 84 fr mensili, tre volte di più dei 30 fr che propone l’esecutivo. E non bisogna poi ancora ricordare che il Parlamento dovrà pronunciarsi, nell’ambito del Preventivo 2024, su un’altra proposta governativa relativa ai salari: la decurtazione del 2% (il cosiddetto “contributo di solidarietà”). Per diverse categorie di salariati pubblici si prospetta quindi una perdita salariale importante.

Di fronte a questa provocatoria proposta governativa di un’indennità di 400 fr, mal si comprendono le prime reazioni sindacali che si limitano a, nel migliore dei casi,  rinviare qualsiasi decisione e presa di posizione alle loro assemblee (previse per fine mese). Un atteggiamento che non corrisponde sicuramente allo stato d’animo di coloro che pretendono di rappresentare, sicuramente delusi da questa proposta che mostra quanta poca sia la considerazione del governo cantonale nei confronti di coloro il cui contributo lavorativo permette alla macchina statale di funzionare e di rendere un servizio pubblico di qualità ai cittadini e alle cittadine di questo Cantone.