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Il Movimento per il socialismo (MPS) esprime la propria soddisfazione per l’accettazione dell’iniziativa per un aumento dell’8,3% delle rendite AVS (tredicesima mensilità) e per il rifiuto dell’iniziativa del PLR tesa ad aumentare l’età AVS.

L’aumento delle rendite AVS dell’8,3% (che dovrà entrare in vigore al più tardi con il 1° gennaio 2026) rappresenta un primo passo verso una politica che rafforzi le rendite AVS il cui potere d’acquisto è declinato negli ultimi anni, in particolare di fronte agli aumenti dei premi di cassa malati, degli affitti, delle tariffe elettriche e dei beni di prima necessità. Questa vittoria è anche, indirettamente, il frutto della vittoria del referendum nel 2017 contro PV2020 (che prevedeva anche un leggero aumento delle rendite): quella sconfitta spinse al lancio dell’iniziativa per una 13AVS, oggi vittoriosa.

Altre tappe dovranno essere raggiunte per dare risposta adeguate ai pensionati, in particolare a coloro che vivono principalmente delle rendite pensionistiche.

In questa prospettiva appare urgente e necessario affrontare la questione del sistema pensionistico nel suo complesso. Il prossimo anno (2025) sarà il quarantesimo anno di entrata in vigore della LPP (2° pilastro) il momento cioè della massima maturità del sistema fondato sulla capitalizzazione. Ora, dobbiamo constatare che negli ultimi decenni le rendite LPP sono diminuite in maniera importante (-39%), portando, complessivamente, ad una diminuzione delle rendite complessive AVS + LPP.

Per questa ragione la vittoria dell’iniziativa sulla 13AVS deve incoraggiare la prossima battaglia, cioè quella referendaria contro la revisione della LPP che si terrà nei prossimi mesi. Sarà un secondo importante appuntamento che, se vittorioso, potrebbe aprire la strada ad una rimessa in discussione complessiva del sistema dei tre pilastri, ormai oggi non più in grado di rispondere alle attese di salariati e pensionati.