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Le mani sulla città” è un film di Francesco Rosi del 1963, ambientato a Napoli in un’epoca in cui la corruzione in ambito edilizio era la norma. Oggi bandita questa terminologia è palese che
rimane la forma di speculazione, perciò a mio parere le cose non sono molto cambiate. A conferma di ciò il dopo fusioni, ha permesso alla città di Lugano, di accaparrarsi edifici pubblici e  terreni  appartenuti agli ex municipi, nel frattempo divenuti obsoleti, perciò a maggior ragione una fonte di guadagno per una eventuale “opportunità di svendita”. Dietro allo spettro di tutto ciò, vi sono investimenti spregiudicati legati ai progetti tutt’ora in corso dove il più eclatante è senz’altro il PSE, seguito da altri come, il “deturpante” centro balneare di Carona e il Polo congressuale e turistico. È inevitabile che a fronte di simili spese ci si chieda: chi pagherà questo in parte inutile e crescente debito? Aumenti del moltiplicatore e delle tariffe AIL elettricità, gas e acqua? Oppure la Lalia (Legge federale d’applicazione contro l’inquinamento delle acque) con la scusa di pagamenti arretrati e di attuali e futuri investimenti per lavori che interessano il sistema fognario, (peraltro già strapagati in precedenza dagli ex Comuni), un’altra trovata del municipio. Non è ancora chiaro se a pagare saranno solo i proprietari d’immobili, oppure anche gli inquilini. Tutto ciò in palese contraddizione con le promesse fatte a suo tempo per convincere parte della popolazione dei “vantaggi economici” derivanti dall’aggregazione, uno scenario pronosticato e azzeccato da una parte degli oppositori alla fusione. Molti altri problemi aspettano risposte come l’esponenziale aumento del traffico, dimostrando una volta di più che non è allargando strade che si risponderà a questo bisogno ma battendo il chiodo sul potenziamento seguito dalla diminuzione dei prezzi del trasporto pubblico. Avere il coraggio di chiudere l’inutile, costoso e inquinante aeroporto di Lugano-Agno, significa nel contempo dare la priorità ad altri progetti senz’altro d’impatto ambientalmente più accettabili. Vi sono piste ciclopedonali che in determinati casi avrebbero dovuto essere più ponderate dal punto di vista dei costi (cito per esempio la passerella di Cossio costata diversi milioni in più del preventivo); altro esempio, il futuro ponte di spada che collegherebbe le due sponde del Cassarate tra Dino e Cagiallo. Oggi neppure il ponte vecchio è agibile e il sentiero è in uno stato pietoso, da anni si aspetta una “passerella” oggi lievitata a un costo sproporzionato di 7.035.000 Fr. . Sarebbe sufficiente invece una spesa molto meno onerosa optando, per esempio, per un ponte sospeso “tipo tibetano” (come è stato fatto in altre zone): sarebbe anche un richiamo turistico da non sottovalutare e sufficiente a far transitare pedoni e ciclisti. Tuttavia non tutto è perduto, anche scegliendo candidati che abbiano il coraggio di opporsi a determinate scelte sconsiderate: quelli della lista MPS e indipendenti rappresenta una valida scelta in questo senso.

*candidato MPS + indipendenti alle elezioni di Lugano