Tempo di lettura: 11 minuti

Il prossimo mese di  maggio verrà fondato in Svizzera il Partito Comunista Rivoluzionario (PCR). Un partito che si propone di guidare il proletariato svizzero verso il socialismo. L’annuncio di questa fondazione ha raccolto una certa attenzione da parte dei media (in Ticino, ad esempio, qualche mese fa La Domenica del Corriere vi ha dedicato una pagina, tra l’altro interpellando il nostro partito N.d.T.) e quella di un importante numero di giovani. È piacevole constatare che molti giovani attivisti sono alla ricerca di una prospettiva rivoluzionaria e non si lasciano scoraggiare dalla parola comunismo. La principale attrattiva del PRC è costituita dalle grandi promesse che la leadership di questo partito in costituzione fa ai nuovi attivisti. Tuttavia, poiché queste promesse mancano di una base reale, i nuovi adepti rischiano di rimanere inevitabilmente delusi e le loro giustificate speranze di un partito comunista a livello svizzero saranno deluse.

Alla base dell’iniziativa di costituire il Partito Comunista Rivoluzionario (PCR) c’è l’organizzazione Der Funke, la sezione svizzera della Tendenza Marxista Internazionale (IMT), una organizzazione di ispirazione trotskista [come l’MPS N.d.T.]. L’organizzazione sostiene di poter contare su oltre 300 membri. Der Funke è stata fondata nel 2007 a Winterthur sulla scia del movimento contro la guerra in Iraq e da allora ha cambiato ripetutamente la sua strategia. Nei primi anni, l’organizzazione è stata coinvolta nella GISO e nei sindacati. In altre parole, ha cercato di “pescare” membri all’interno di queste organizzazioni. In seguito, si è concentrata sulla fondazione di circoli marxisti nelle università e ora si è lanciata nella costruzione del Partito Comunista Rivoluzionario. Dietro queste sorprendenti inversioni di rotta e di strategia vi è sempre stata la leadership dell’IMT di Londra, in particolare il suo presidente a vita, Alan Woods. Ma, al di là di questo, gli orientamenti di fondo, l’analisi della realtà sociale e la pratica politica sono sostanzialmente rimaste sempre le stesse.

In vista della realizzazione del progetto PRC, nell’agosto 2023 i militanti di Funke hanno cominciato, in accordo con la loro centrale di Londra, un lavoro di ricerca e reclutamento di attivisti isolati e non organizzati in tutta la Svizzera all’insegna del motto: “Sei comunista?”. La tenace campagna sviluppata ha permesso a Funke di suscitare una certa attenzione, incontrando un certo favore nella loro narrazione della situazione e riuscendo a suscitare interesse e attenzione in un importante numero di  persone precedentemente non organizzate, soprattutto nelle città in cui la sinistra radicale organizzata era stata precedentemente rappresentata in modo marginale.

Se il progetto di un potente partito comunista in Svizzera fallirà, cioè non sarà dovuto principalmente ad alcuni aspetti “arretrati” del contenuto politico alla base del PCR (una certa ostilità nei confronti del femminismo e una sorta di indifferenza rispetto alla crisi climatica), ai metodi di finanziamento da setta (chiusura delle porte d’entrata dopo l’ingresso dei partecipanti alle riunioni e circolazione tra i presenti della cassetta per le offerte con l’annuncio finale dell’importo raggiunto dalle donazioni) o ancora ad una certa incapacità dei suoi membri di riconoscere, nei rapporti interpersonali, il superamento del limite tra una tenace ricerca di discussione e un atteggiamento molesto. No, non sarà solo questo. Sarà, soprattutto, la loro comprensione dell’attuale situazione sociale e le conclusioni distorte che ne traggono che, rischiano di portare inevitabilmente, all’esplosione del loro sogno, perfettamente legittimo, cioè quello di creare un’organizzazione comunista a livello nazionale.

I presunti custodi del Santo Graal

Il PCR vive in un mondo diverso, assai lontano dalla realtà contemporanea. Il suo quadro di riferimento esclusivo è l’epoca successiva alla Prima guerra mondiale. La Rivoluzione russa del 1917 serve come modello per costruire fantasie rivoluzionarie, sulla base di una pedissequa imitazione del modello del Partito bolscevico. Anche dal punto di vista teorico, si riferiscono quasi  esclusivamente sulla letteratura marxista apparsa fino agli anni Venti-Trenta del Novecento. Fanno eccezione gli opuscoli del loro leader internazionale Alan Woods. Le teorie femministe, gli approcci eco-socialisti, la letteratura abolizionista e il marxismo nero avrebbero solo confuso i lavoratori [sic] e diviso la classe. Per loro, ad esempio, rivendicare un’appartenenza Gender è “uno schiaffo a tutte le madri single [e] a tutte le vittime di femminicidio”, hanno commentato su Instagram l’8 marzo 2024. Per il PCR le donne lottano solo per la costruzione del partito e il partito rappresenta la classe nella lotta per il comunismo.

Il loro approccio alla storia del movimento operaio è altamente strumentale, come hanno ben illustrato le presentazioni nell’ambito della scuola autunnale di Funke del 2023. Le relazioni presentate pretendevano di trarre lezioni dalla storia del movimento operaio per mostrare il “cammino verso il comunismo”. Ogni singola presentazione – che si trattasse della rivoluzione spagnola degli anni ’30, del conflitto israelo-palestinese o della lotta delle donne [sic] per il socialismo – terminava con la solita e ossessiva conclusione: la rivoluzione o il movimento erano falliti perché era mancata una leadership, un partito, una direzione rivoluzionaria. Di conseguenza, oggi il compito più importante e unico per i comunisti è quello di costruire il partito rivoluzionario. Un compito che solo l’IMT può realizzare, perché è l’unica forza comunista seria, che ha una corretta comprensione del marxismo e che può contare su un programma chiaro ed adeguato. In questa prospettiva i contatti con altre organizzazioni e con gli attivisti di sinistra, oppure la partecipazione a movimenti sociali non appaiono strettamente necessari. La costruzione del partito diventa così un fine in sé.

Un’avanguardia autoproclamata

È certo sorprendente constatare come le persone possano essere attratte da un approccio così limitato e meccanico di fronte alla complessa realtà sociale. Ovviamente, i giovani attivisti sono alla ricerca di soluzioni semplici che permettano loro di organizzarsi e il successo temporaneo sembra dar ragione ai promotori del PCR. È probabile che uno degli elementi di forza del progetto PCR consista proprio nella limitatezza della impostazione che lo sorregge. Una persona appena entrata nell’organizzazione, riceve immediatamente un compito: trovare nuovi futuri militanti per il partito. I nuovi entrati ricevono a casa uno starter kit con giornali e adesivi e possono iniziare a fare il loro lavoro. Poiché l’attività politica si limita a questo, non sono necessarie molte conoscenze preliminari. Lo stesso PCR afferma che tutto ciò che è necessario sapere come comunista odierno lo si trova a pagina 2 del giornale del Partito (Instagram, 30 novembre 2023).

In realtà il PCR sta mentendo a sé stesso. Il punto di partenza è il fatto che considera sé stesso come un partito di quadri e, senza avere alcun dubbio,  come la futura direzione rivoluzionaria del proletariato svizzero. Per diventare quadri, tuttavia, non è necessaria alcuna esperienza organizzativa concreta. Dopo una o due riunioni, si può diventare membri del partito e quindi quadri e parte dell’autoproclamata avanguardia della lotta di classe proletaria. Solo così si può spiegare la sorprendente sicurezza di sé dei membri, che non hanno paura di gridare “Per il comunismo” alla stazione ferroviaria in un qualsiasi pomeriggio e di vendere il loro giornale.

Sono innumerevoli le obiezioni che possono essere mosse al loro approccio  sulla costruzione di un’organizzazione rivoluzionaria. Una critica riguarda una concezione teorica generale errata che anche altre organizzazioni trotskiste riproducono. È sicuramente vero che nel Programma di transizione del 1938, il manifesto di fondazione della IVa Internazionale, Trotskij scriveva “La situazione politica mondiale nel suo complesso è caratterizzata innanzitutto dalla crisi storica della direzione del proletariato”; e più avanti: “La crisi storica dell’umanità si riduce alla crisi della direzione rivoluzionaria”. Organizzazioni come il PCR si limitano a “importare” questa concezione politica nel XXI° secolo senza contestualizzarla e la usano a giustificazione del proprio egocentrismo. E, imperturbabili, concludono tutti i loro post su Instagram ripetendo che tutti i problemi con i quali il mondo è oggi confrontato devono essere ricondotti alla mancanza di una direzione rivoluzionaria.

Simili affermazioni in un Paese che non ha quasi nessuna tradizione di lotta proletaria, per non parlare di un’avanguardia operaia ancorata nelle fabbriche e con la quale interloquire, è politicamente assurdo. Il PCR non è altro che un tentativo di piegare la realtà sociale alle proprie convinzioni e ai propri progetti.

L’invenzione delle lotte di classe

“L’onda della rivoluzione è arrivata e sta venendo verso di noi. Vogliamo assistere passivamente e lasciare che ci sommerga? Oppure ci prepariamo attivamente e costruiamo l’organizzazione rivoluzionaria?”, affermava Funke in occasione del lancio della campagna “Sei comunista?” nell’agosto del 2023. Per giustificare l’urgente necessità della costruzione del partito, vengono evocate ad ogni occasione imminenti (1) lotte di classe nello stile del 1917, ignorando deliberatamente, è il minimo che si possa dire, la realtà sociale della Svizzera. “Il ruolo dei rivoluzionari oggi non è quello di speculare, come gli intellettuali di “sinistra”, sulla possibilità di una rivoluzione. In questa crisi storica del capitalismo, non abbiamo tempo per questo pessimismo superficiale […]”, aggiungono.

In realtà il dominio borghese in Svizzera è caratterizzato da una stabilità politica ed economica unica al mondo. Questa stabilità si basa su strutture storicamente evolute che non vacillano da un giorno all’altro (federalismo, sistema di concordanza, democrazia parlamentare semidiretta, moderata politica fiscale, centro finanziario e commerciale di materie prime debolmente regolamentato, partenariato sociale, condizioni di lavoro collettive non adeguatamente regolamentate, ecc.). Queste condizioni stabili sono la base oggettiva fondamentale per il dominio della borghesia in questo paese e per la produzione di ricchezza, facendo della Svizzera un dei più importanti tasselli dell’ordine mondiale capitalista e imperialista.

A causa dei relativi privilegi materiali di cui ha potuto godere, soprattutto in passato, la maggior parte dei salariati in Svizzera è meno incline ad agire, anche se il loro lavoro viene sfruttato in modo altrettanto o addirittura più efficiente che altrove. Conoscere le condizioni socio-politiche specifiche della Svizzera e la loro posizione nel contesto internazionale è un prerequisito per sviluppare risposte e attività politiche adeguate.

È vero che l’interdipendenza globale delle varie crisi capitalistiche (catastrofe climatica, guerre, movimenti migratori, impoverimento, ecc.) ha un impatto sulla stabilità della Svizzera. Ma è un puro sogno affermare che i lavoratori inizieranno a lottare massicciamente anche in Svizzera, uno dei mantra preferiti dal PCR, interpretando ogni piccolo movimento, seppur reale, dei salariati come espressione del risveglio della volontà di lotta del proletariato nel suo complesso. Allo stesso modo, ci sembra assurdo interpretare ogni numero venduto del proprio giornale e ogni franco donato per il PCR come prove di una crescente simpatia per il comunismo. Sono modi di svicolare dal confronto con la realtà potendo in questo modo, malgrado l’assenza di lotte operaie in Svizzera, giustifica a posteriori l’ipotesi del risveglio del proletariato. Un procedimento che garantisce alla direzione del PCR, in particolare, di vedere confermate le proprie analisi e il proprio ruolo dirigente.

Una organizzazione burocratica

Il PCR funziona con uno schema politico piramidale. Poiché le lotte operaie sarebbero  imminenti, il proletariato ha bisogno di una direzione, rappresentata appunto dal PCR. Quest’ultimo – fedele alla tradizione pluridecennale della sua corrente internazionale (IMT) – deve poter contare su un importante numero di permanenti a tempo pieno alle dipendenze del partito. Naturalmente, questi segretari costituiscono allo stesso tempo la direzione del PRC. Per poterli pagare, gli iscritti devono trovare sempre nuovi sostenitori finanziari e versare contributi ingenti; il tutto giustificato dall’idea che presto scoppieranno grandi lotte operaie che avranno bisogno di una direzione rivoluzionaria.

In un sistema di questo tipo non è evidentemente contemplata la possibilità di sviluppare delle critiche o che la direzione possa in qualche modo essere sostituita; se la direzione è costituita dai migliori e più colti marxisti, allora mettere in discussione la direzione equivarrebbe ad un vero e proprio allontanamento dal marxismo. Questo contesto spiega anche perché l’aggiornamento del pensiero marxista venga spesso rifiutato. Solo se il canone della letteratura marxista rimane circoscritto e gestibile, allora è possibile che la direzione approfondisca la conoscenza della teoria ( come dire: i permanenti del partito avranno più tempo per legge i classici, in primis  Lenin e Trotskij). Un quadro teorico più ampio tra i membri rischierebbe di mettere in discussione l’autorità dei funzionari a tempo pieno. Una comprensione calcificata e limitata del marxismo da parte del PCR appare quindi anche come una garanzia di mantenimento della propria direzione.

Sulla base di quanto abbiamo detto, appare evidente che il PCR è un’organizzazione autoritaria, gerarchica e antidemocratica. Il modo in cui impedisce il dibattito interno e reprime il dissenso in nome di una certa interpretazione del centralismo democratico la rende più simile a un’organizzazione stalinista, anche se proviene da una tradizione marxista rivoluzionaria (trotskista). La sua direzione – che in ultima analisi significa Alan Woods di base a Londra – ha sempre ragione. Chiunque conosca personalmente i leader del PCR, o guardi i loro video, si renderà conto che i nuovi giovani membri imitano i loro leader persino nella scelta delle parole e nell’intonazione. Gli autoproclamati Lenin svizzeri stanno così riproducendo i loro piccoli Vladimir.

Rapporto strumentale con i movimenti sociali

Nella visione del mondo del PCR, i movimenti sociali e le manifestazioni sono sostanzialmente delle occasioni per vendere il loro giornale e fornire occasioni di propaganda per il partito. Per mesi hanno postato su Instagram resoconti infantili su quanto hanno guadagnato grazie alla vendita di giornali in occasione delle manifestazioni sulla Palestina in diverse città, sui  loro interventi  militanti che sono stati “applauditi con entusiasmo” e su quanti nuovi comunisti sono riusciti a reclutare in queste occasioni.

Per contro il PCR non è per nulla interessato a partecipare a un ampio movimento di solidarietà con popolo palestinese. Il conflitto in Medio Oriente viene “preso come un’opportunità di crescita rigorosa, in alcuni casi quasi ci si rallegra per questa situazione, il tutto viene presentato come una “occasione Palestina’ per svilupparsi”: così ha scritto una persona che ha lasciato Funke dopo avervi militato per poco tempo in uno scritto apparso su barrikade.info nel gennaio 2024.

Questo atteggiamento settario non è una novità. Per una questione di principio, Funke non ha mai partecipato ad alcuna alleanza unitaria. Si è rifiutata di partecipare allo sciopero femminista del 2019 perché avrebbe diviso la classe operaia. Ha per contro indetto uno sciopero generale (?!?). Nello sciopero per il clima, i militanti di Funke hanno inizialmente partecipato a riunioni locali e nazionali. Lì, i suoi membri hanno proclamato che lo sciopero per il clima aveva bisogno di un programma perché altrimenti il movimento per il clima sarebbe fallito. Questa profezia che, evidentemente, ha sempre forti probabilità di autoavverarsi – i movimenti sociali hanno alti e bassi nel loro sviluppo ciclico ed è nella loro natura essere un punto di incontro senza un obiettivo esplicitamente raggiungibile – è stata utilizzata per confermare la fondatezza delle loro analisi.

L’unico scopo degli interventi del PCR è quello di reclutare membri per la propria organizzazione. Non c’è da stupirsi che il PCR sia ostile a tutta la sinistra, compresa la GISO (Gioventù Socialista) nella quale i membri di Funke hanno a lungo militato come corrente organizzata. Come accade spesso nelle strutture settarie, questo isolamento viene reinterpretato come un attestato di coerenza e di qualità e incoraggia i propri membri, tragicamente, ad essere i custodi dell’unica posizione “corretta”.

Il PCR non è quindi interessato a una cooperazione costruttiva e a un reale ancoraggio sociale tra gli studenti e i salariati in lotta. Dovrebbe sapere da sé che un movimento rivoluzionario non può essere costruito in modo isolato dai salariati e dagli attivisti che sono effettivamente in movimento. È un’assurdità storica sostenere che il successo della Rivoluzione russa del 1917 sia stato dovuto esclusivamente alla presenza di un’organizzazione di partito rigida e all’avanguardia. Non sono stati i bolscevichi a guidare gli operai e i soldati alla rivoluzione, ma piuttosto l’avanguardia operaia a guidare il processo rivoluzionario e quindi anche i bolscevichi. La forza dei bolscevichi risiedeva nel loro reale radicamento nelle fabbriche delle grandi città industriali, nei quartieri operai, tra i marinai di Kronstadt e, in parte, della guarnigione di Pietrogrado. Il partito non si è affiancato agli eventi reali, ma è stato parte integrante del movimento rivoluzionario.

La reinterpretazione a proprio comodo della storia da parte del PCR e la concezione del partito che ne deriva, rappresentano di fatto una rottura con i principi fondamentali della teoria e della pratica marxista, riassumibile in quella espressione di Marx per cui l’emancipazione della classe operaia deve essere l’opera della classe operaia stessa “. La trasformazione radicale, rivoluzionaria, delle condizioni esistenti può essere ottenuta solo attraverso l’auto-organizzazione degli sfruttati e degli oppressi nei loro ambiti di lavoro e della loro vita sociale. L’emancipazione dell’umanità non può essere raggiunta a loro nome dall’azione di un’avanguardia autoproclamata.

La disillusione dell’annuncio

I movimenti femministi, ecologisti e antirazzisti degli ultimi anni hanno dimostrato che grandi proteste sociali possono avere luogo anche in un paese politicamente stabile come la Svizzera. Hanno anche mostrato quanto possa essere utile il contributo delle organizzazioni rivoluzionarie nella costruzione di questi movimenti (pensiamo ad esempio allo sciopero femminista); ma anche rivelato le debolezze della sinistra radicale quando non ha un contatto organico con i settori protagonisti di queste mobilitazioni sociali, (sciopero per il clima, Black Lives Matter).

Le organizzazioni rivoluzionarie hanno senso quando fanno la differenza nella realtà sociale. Il prerequisito perché questo avvenga è una reale inserzione sociale. Il progetto del PCR appare per questo privo di senso nella misura in cui non ha alcun contatto con la realtà sociale, ma vive in una propria separata e fantasmagorica realtà. Fallirà perché l’intero fondamento del suo progetto di costruzione – ovvero l’imminente esplosione delle lotte di classe in Svizzera sotto forma di sciopero generale modello 1918 – è frutto di un’astrazione totale senza fondamento con la realtà sociale. L’esperienza dimostra che non si può prendere in giro le persone in continuazione, a meno che un’organizzazione riesca a impedire ai suoi membri di pensare con la propria testa. Nel suo percorso verso il comunismo, il PCR, nella migliore delle ipotesi, contribuirà a deformare politicamente decine di persone genuinamente interessate al comunismo, perché le nutrirà di un tipo di pensiero marxista arretrato e meccanico e di una concezione dell’attività politica completamente inutile. Nel peggiore dei casi, avrà contribuito a un rigetto presso giovani attivisti nei confronti del pensiero comunista e marxista, alimentando un fenomeno di disillusione. Per queste ragioni consideriamo il progetto lanciato dal PCR non solo illusorio, ma anche un ostacolo alla costruzione di una sinistra di classe.

*articolo apparso sul sito in lingua tedesca dell’MPS (www.sozialismus.ch) il 23 aprile 2024. La traduzione è stata curata dal segretariato MPS.

1. Nel costante sforzo di semplificazione il concetto di ”attualità della rivoluzione”, evocato da Trotskij nel Programma di transizione viene sostituito da quella che potremmo definire l’ “imminenza della rivoluzione”. Il concetto avanzato da Trotskij dell’attualità della rivoluzione rappresenta una valutazione dell’epoca storica, fa riferimento alle “premesse oggettive della rivoluzione proletaria che non solo sono matura, ma hanno addirittura cominciato a marcire”. E l’esito di questo processo, come aveva già rilevato Rosa Luxemburg con lo slogan “socialismo o barbarie”, è tutt’altro che univoco ed acquisito. Scrive ancora Trotskij nel Programma di transizione già citato: “Senza una rivoluzione socialista – e nella prossima fase storica – una catastrofe minaccia tutta la civiltà umana”. È un testo del 1938, la minaccia per la civiltà, la barbarie non solo era cominciata, ma si sarebbe affermata in modo drammatico negli anni successivi. I pericoli per la sopravvivenza stessa dell’umanità legati ai cambiamenti climatici hanno rilanciato, in questi ultimi anni, la questione di fondo. (N.d.T.)

Print Friendly, PDF & Email