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Negli scorsi giorni il PLR di Lugano ha depositato una mozione interessante (e anche importante) che non ha ricevuto la necessaria attenzione. Al centro di questo atto c’è la questione del finanziamento del Polo Sportivo e degli Eventi (PSE). L’obiettivo della mozione è piuttosto chiaro: «Lugano diventi proprietaria delle proprie opere pubbliche! Riacquisto immediato delle infrastrutture sportive del PSE: Arena Sportiva e Palazzetto dello Sport!».

L’accordo di Partenariato Pubblico e Privato (PPP) prevede infatti che la città possa acquistare, al momento della loro consegna, sia l’Arena Sportiva (2025) che il Palazzetto dello Sport (2026). Secondo i firmatari della mozione, rispetto alla formula del leasing il riacquisto immediato permetterebbe di risparmiare almeno 1,2 milioni di franchi l’anno per i prossimi 27 anni, pari ad una somma totale di 32,4 milioni di franchi. Il leasing di queste due opere costerebbe praticamente il doppio, ossia 62,2 milioni di franchi. Il riacquisto sarebbe finanziato tramite un prestito obbligazionario. A questo proposito la mozione afferma che «il costo medio del capitale per la Città è oggi dell’1.25% che, rispetto al leasing finanziario del 2.66% (tasso minimo), prospetterebbe un risparmio di tasso dell’1.4%». Val la pena aggiungere, su questo punto, che forse il prestito pubblico potrebbe costare ancora meno, considerata la tendenza al ribasso dei tassi d’interessi appena decisa dalla Banca Nazionale Svizzera (BNS).

La mozione è sicuramente da sostenere dal punto di vista del risparmio finanziario. La sua utilità non può però nascondere le gravi responsabilità politiche del Partito Liberale di Lugano (come di tutti gli altri partiti in Municipio). La soluzione del PPP, l’assurdità del leasing, lo sperpero ingente di risorse pubbliche sono stati tutti elementi fortemente criticati e al centro della campagna degli oppositori al PSE. Come oppositori al PSE avevamo anche sostenuto la necessità di ricorrere al mercato obbligazionario per finanziare queste due strutture sportive (pur ritenendole sproporzionate). A parte qualche singolo rappresentante, il PLR aveva difeso strenuamente il PPP e tutto il progetto megalomane del PSE (Parte 1,2 e 3). Adesso il PLR cerca di intervenire a posteriori, riconoscendo così l’assurdità di ricorrere agli investimenti privati per finanziare le opere infrastrutturali pubbliche. Sarà allora interessante, davanti a queste evidenze, vedere, al momento del voto, se i partiti che hanno sostenuto acriticamente il pacchetto PSE avranno un minimo senso morale e accettare la riduzione dello spreco di soldi pubblici, oppure se continueranno in questa avventura assurda, dimostrando un comportamento che sfocerebbe nell’irresponsabilità politica. Tanto più che ai cittadini e alle cittadine di Lugano rimarrà anche sul groppone l’affitto per 25 anni della Torre Est e del Blocco Servizi. Per questo contratto non esistono “vie di fuga”: la popolazione dovrà pagare un affitto di 2’000’000 franchi superiore a quanto paga oggi per gli uffici dei servizi comunali e della polizia comunale. Un vero “colpo di genio” per il quale il Credito Svizzero, pardon UBS, si leccherà i baffi molto a lungo…

Il voto sulla mozione sarà interessante per un altro importante motivo. A Lugano arriveranno altri progetti infrastrutturali sulla cui priorità di può e si deve dubitare, mentre l’esperienza del PSE non permette di averne sulle modalità di finanziamento. Eppure la politica luganese continua a sostenere incondizionatamente la via del PPP. È ormai evidente che questa formula serve solo a ingrassare i grandi gruppi bancario-immobiliari.  Pensare di finanziare il Polo Turistico Congressuale, il Centro balneare di Carona, il Campus Matrix, la riqualifica del Comparto Funicolare degli Angioli, l’Aeroporto di Lugano, ecc., con formule di leasing suicidarie per delle istituzioni pubbliche, è un atto che rasenta la follia o la malafede. E, soprattutto, è socialmente inaccettabile.

Considerando l’andamento claudicante del gettito fiscale luganese, la volontà di sostenere gli interessi dei possidenti e dei super-ricchi non aumentando il moltiplicatore comunale, è evidente che per sostenere questa politica degli investimenti infrastrutturali sovradimensionati si procederà a dei tagli importanti a livello dei servizi pubblici e sociali, a una riduzione degli impieghi e a un peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici. Il dogma del Partenariato Pubblico e Privato non può lasciare tranquilli in merito alla “grande coalizione” che governa e governerà la città di Lugano. Chi rischia di pagarne le conseguenze saranno sempre gli anelli più deboli della società. Su questo non abbiamo dubbi.

*coordinatore MPS del Luganese. Una versione più corta di questo articolo è apparsa sul Corriere del Ticino di mercoledì 3 aprile 2024.