Tempo di lettura: 3 minuti

Il servizio della RSI dello scorso 30 maggio sui cambiamenti che caratterizzeranno l’Arena sportiva, ossia il nuovo stadio di Lugano, offre lo spunto per diverse considerazioni.

Il municipale Badaracco, titolare del dossier, ha dichiarata placidamente che lo Stadio subirà un ridimensionamento fondamentale: dagli annunciati 10’000 si passerà a 8’000-8’500 posti a sedere. Un’affermazione importante. Durante tutta la campagna referendaria, i sostenitori del PSE hanno martellato con forza sull’esigenza inderogabile di avere uno stadio da 10’000 posti, una condizione par garantire il futuro sportivo di Lugano e, addirittura, di tutto il Ticino. Ossia una capienza commisurata ai bisogni sportivi futuri. Adesso si scopre che la perdita del 20% dei posti a sedere non costituisce assolutamente un problema. Anzi, forse è meglio vista la scarsa affluenza allo stadio di Lugano. Quindi le affermazioni fatte durante la campagna referendaria dai “pasradan” del PSE erano semplicemente false. Grave, perciò, che dei responsabili delle istituzioni abbiano contribuito a propagare e a difendere questa prospettiva. Ancora più grave è che la popolazione di Lugano con diritto di voto si sia dovuta esprimere su un progetto che non corrisponderà più a quello di domani. Un modo di procedere poco rispettoso della democrazia popolare. In secondo luogo, questa profonda modificazione conferma come il progetto dello stadio di calcio fosse totalmente sovradimensionato rispetto ai bisogni reali degli appassionati di questo sport. E quindi, già in partenza si poteva elaborare un progetto più contenuto a livello di capienza e, quindi, anche di spesa pubblica. Anticipiamo la risposta di Badaracco e compagnia: “la riduzione dei posti non mette in discussione la dimensione del progetto d’insieme”. Dal punto di vista tecnico forse ma è la dimostrazione che per rispondere ai “bisogni sportivi” dei luganesi bastava un progetto molto più contenuto, sia in termini di posti che finanziari. Insomma, ai “cari luganesi” è stato venduto un progetto completamente sovradimensionato.

E vaniamo ai motivi della riduzione della capienza del futuro stadio. Questa è stata motivata da Badaracco con «il desiderio di creare aree con più comfort e spazio per i visitatori», desiderio da lui sintetizzato nel concetto di “Stadio boutique”. Ma è il suo desiderio? No chi ha espresso tale desiderio è la proprietà dell’FC Lugano SA nella persona del miliardario americano Joe Mansueto. In una manifestazione di puro servilismo, Badaracco ha superato ogni limite affermando che «se i cittadini vedono tutto quello che sta per investire Joe Mansueto in questa struttura, questo gesto va ripagato in un certo senso nel desiderio di creare uno stadio boutique». Incredibile, Badaracco dimentica che i cittadini (e le cittadine…) di Lugano dovranno pagare 132 milioni di franchi per il nuovo stadio dove giocherà la squadra del signor Mansueto… Il suo investimento, secondo le affermazioni di Badaracco, sarà di 17 milioni di franchi, pari al 13% della somma che pagherà la cittadinanza luganese. Quindi il miliardario americano non dovrebbe avere nessuna voce in capitolo. E invece le parole di Badaracco confermano almeno un fatto: chi comanda sul progetto di stadio a Lugano è Joe Mansueto e i suoi interessi. Ci sarà poi da indagare e da discutere su come questa “partnership” evolverà nel tempo, su come saranno gestiti i rapporti fra l’FC Lugano SA e la Città per le spese future e gli incassi derivante dalle “attività parallele”… Magari lo “Stadio boutique” permetterà all’investitore americano di realizzare dei profitti, anche se i dubbi sono più che concreti. Mansueto ragiona secondo i parametri statunitensi del “business sportivo”, i quali non è detto che siano validi anche alle latitudini ticinesi…

L’Accordo generale di Partenariato Pubblico Privato (ovviamente tenuto secretato…) considera come “modifica sostanziale” ogni modifica ai contenuti del PSE1 (lo stadio dunque) e perciò deve «essere preventivamente e obbligatoriamente approvata in forma scritta dalla CLU [Città di Lugano], con la sottoscrizione di un complemento» (PPP, p. 11.). Inoltre «i Partner Privati devono informare CLU in merito alle incidenze su costi, tempi e qualità di modifiche sostanziali, indipendentemente da chi le ha proposte» (PPP, p. 11). L’importante riduzione della capienza e il progetto di nuovi spazi è sicuramente una “modifica sostanziale”. Quindi, in base al PPP, il Municipio di Lugano dovrà formalizzare la richiesta di modifica e HRS dovrà presentare gli eventuali costi aggiuntivi. C’è solo da sperare che il PPP sia rispettato e, soprattutto, che queste modifiche siano presentate al legislativo cittadino, affinché la popolazione tutta possa prendere visione della questione e, se del caso, avviare un dibattito pubblico. Infatti, qualora questa modifica avesse un’incidenza finanziaria non secondaria, sarebbe normale che la decisione finale spettasse alla popolazione che sarà chiamata a pagare l’eventuale esborso. Ma non ci facciamo soverchie illusioni…

Infine, c’è solo da sperare che la UEFA non cambi i parametri sugli stadi in un prossimo futuro. Diversi anni fa, la capienza per poter ospitare tutte le competizioni internazionali di calcio era fissata a 10’000 posti a sedere, poi ridotta a 8’000 posti. Ecco, c’è da augurarsi che questo parametro non muti, altrimenti la promessa fatta dai sostenitori del PSE di avere finalmente delle partite internazionali di richiamo a Lugano sfumerebbe miserevolmente, per colpa di una boutique…

Print Friendly, PDF & Email