Giochi di società, giochi di denaro. L’elettricità a Lugano sempre più una questione di profitti…
L’articolo pubblicato da tio.ch il 20 maggio riporta i recenti movimenti attorno alle società AIL SA e AIL Servizi SA, entrambe di proprietà del Comune di Lugano. In sostanza, si vorrebbe trasformare AIL Servizi SA in una sorta di “piccola holding”, costituita da nuove società attive in settori diversi.
Le informazioni diffuse dal portale ticinese appaiono del tutto verosimili; e, se confermate, renderebbero concreta la preoccupazione denunciata dall’MPS negli ultimi anni. La trasformazione delle Aziende Industriali di Lugano da servizio pubblico comunale a società anonima di diritto privato – nel contesto della liberalizzazione del mercato elettrico – ha infatti permesso di convertire l’azienda in un potente strumento di creazione di valore finanziario, attraverso una politica di continuo aumento delle tariffe in una situazione di monopolio di fatto. In altre parole, AIL SA è diventata una “macchina da profitti”, a discapito di un’utenza intrappolata nella logica della liberalizzazione e nella strategia dei prezzi orientata esclusivamente alla massimizzazione dei margini.
AIL SA siede oggi su un vero e proprio tesoro, rappresentato in particolare dai 186 milioni di franchi di accantonamenti (dati 2024). Questo patrimonio non può essere semplicemente tesaurizzato all’infinito. C’è infatti il rischio che, prima o poi, qualcuno si ponga interrogativi su questa ricchezza sproporzionata, proponendo – come l’MPS chiede da tempo, finora invano – di restituirla ai cittadini sotto forma di una significativa riduzione delle tariffe elettriche.
AIL SA è ormai un’azienda orientata al profitto, un obiettivo diventato prioritario. Proprio per questo motivo ha individuato negli investimenti immobiliari uno sbocco redditizio e, al contempo, un modo per “alleggerire” il patrimonio accumulato, reinvestendone una parte considerevole.
Ricordiamo che AIL SA è coinvolta, in associazione con Res Building, nel progetto per la realizzazione del comparto B1a all’interno del Nuovo Quartiere Cornaredo di Lugano. AIL SA è proprietaria dei due terzi dell’area destinata al progetto e i vertici aziendali hanno annunciato l’intenzione di partecipare anche al suo finanziamento. Successivamente è emersa l’ipotesi che AIL Servizi SA acquisti i cinque edifici della banca EFG in via Peri, con la speranza che il Cantone li affitti per insediarvi il comparto Giustizia. Ma c’è un ostacolo: per statuto, né AIL SA né AIL Servizi SA possono effettuare investimenti immobiliari privi di legami diretti con le loro attività energetiche. E quelli citati non presentano certo tali requisiti.
Da qui l’idea, riportata da tio.ch, di costituire una serie di nuove società satellite: un espediente per aggirare i vincoli imposti alle due società principali. In questo schema, AIL SA inietterebbe i capitali necessari per tali operazioni immobiliari, riducendo così il proprio consistente patrimonio. Una mossa che consentirebbe anche di evitare che il Municipio – alla disperata ricerca di nuove entrate per sostenere una discutibile politica di investimenti infrastrutturali – decida di attingere ulteriori risorse da AIL SA, magari sotto forma di un aumento dei dividendi versati annualmente al Comune (in media 7,5 milioni di franchi negli ultimi 22 anni). Il conflitto piuttosto acceso tra una parte del Municipio e il Consiglio di amministrazione di AIL SA potrebbe confermare questa interpretazione.
Indipendentemente da come si evolveranno i diversi scenari, una questione appare sempre più evidente: i 115.000 clienti “obbligati” di AIL SA continueranno a pagare tariffe elevate – le seconde più alte del Ticino – con il rischio di ulteriori aumenti, seguendo lo schema già consolidato: rincari per uno o due anni, seguiti da una riduzione minima nel terzo. Clienti-cittadini stretti nella morsa della ricerca del massimo profitto da parte di AIL SA, senza possibilità di sottrarsi agli effetti di un monopolio privato.
Un monopolio diametralmente opposto a quello che caratterizzava il servizio pubblico. Dal punto di vista della soddisfazione dei bisogni collettivi, il bilancio politico della trasformazione delle AIL da servizio pubblico industriale (per quanto imperfetto) a società anonima privata si è rivelato fallimentare. Rimettere al centro del dibattito un ritorno alle origini – con i necessari miglioramenti – appare oggi una questione politica urgente.