Festival di Locarno, il nuovo che avanza. Davvero?
Pubblichiamo una interrogazione sul Festival di Locarno inoltrata ieri dai deputati dell’MPS. Lo spunto è dato dalla decisione del Festival di rinunciare allo storico e iconico schermo progettato dall’architetto Livio Vacchini – che dal 1971 ha definito l’architettura di Piazza Grande durante il Festival. (Red)
Il Festival di Locarno cancella il simbolo di Piazza Grande e del Festival stesso
Molto prima di quanto si potesse prevedere, stanno emergendo in modo evidente le criticità legate alle scelte operate nella gestione del Festival di Locarno, ispirata al “modello Roche” voluto dall’azionista Roche e presidente del Festival, Maja Hoffmann.
Nonostante ciò, la stragrande maggioranza del Parlamento ha scelto di non affrontare la questione, respingendo la proposta dell’MPS di adottare, in occasione della seduta di giugno, una procedura che avrebbe permesso il dibattito pubblico in sostituzione della procedura scritta. In questo modo, senza alcuna discussione sulle problematiche legate alla nuova gestione, alle sue prospettive e al rapporto con la realtà culturale ed economica del Cantone, è stato approvato un nuovo credito quadro per il Festival (oltre 17 milioni di franchi), senza alcuna opposizione.
L’eliminazione dello storico e iconico schermo progettato dall’architetto Livio Vacchini – che dal 1971 ha definito l’architettura di Piazza Grande durante il Festival – è solo l’ultimo, ma significativo, episodio di una serie di decisioni che stanno modificando radicalmente la natura stessa della manifestazione.
Il CEO del Festival, Raphaël Brunschwig, intervistato dal quotidiano laRegione (3 luglio 2025), ha dichiarato che uno dei motivi fondamentali di tale decisione è “un cambiamento di prospettiva per rafforzare il futuro”. Ha inoltre aggiunto: “Negli ultimi mesi abbiamo avviato un ragionamento sull’opportunità di anticipare leggermente le date del Festival, spostandole verso la fine di luglio. Questa scelta nasce dalla volontà di rafforzare la posizione di Locarno all’interno dell’industria cinematografica globale, garantendone la centralità per gli anni a venire. Un cambiamento di calendario implica inevitabilmente anche una revisione delle infrastrutture: con tempi di montaggio più stretti e una maggiore necessità di coordinamento con altri eventi cittadini, era necessario pensare a soluzioni più agili, più sicure e sostenibili sul piano economico”.
Tuttavia, la presunta difficoltà nel coinvolgimento dei professionisti del cinema a causa delle attuali date non trova conferma nei dati forniti dalla stessa direzione del Festival.
Il 17 agosto 2024, a commento dell’edizione appena conclusa, la direzione scriveva: “Per quanto riguarda i professionisti del settore, gli accreditati (inclusi quelli online) sono cresciuti del 6,5%, raggiungendo un totale di 4.940 persone, di cui 1.884 rappresentanti dell’industria cinematografica e 793 giornalisti, critici e fotografi”. Il responsabile di Locarno Pro, Markus Duffner, aveva così commentato: “Siamo estremamente gratificati non solo dal significativo aumento dei numeri, che dimostra come sempre più professionisti trovino la loro strada per Locarno, ma anche dall’entusiasmo e dalla fedeltà dei nostri partecipanti e partner”.
Alla luce di questi dati, non si comprende il reale motivo dello spostamento delle date del Festival, se non per favorire una sinergia con la manifestazione Moon&Stars e colmare il “vuoto” temporale tra i due eventi. Una motivazione che difficilmente può essere considerata culturalmente fondata e che apre scenari inquietanti sulle logiche che determinano le scelte del Festival.
Naturalmente, la scelta viene anche giustificata con esigenze di risparmio, in particolare per quanto riguarda il montaggio e lo smontaggio delle strutture. Tuttavia, è evidente che queste attività – da sempre affidate ad aziende artigianali locali – stanno ora migrando altrove, con conseguenze negative sia sul piano economico che su quello della sostenibilità del Festival.
Il CEO del Festival, proseguendo su questa linea, sembra dimenticare quanto dichiarato solo pochi mesi fa, ovvero che l’opera di Vacchini rappresentava “l’elemento identitario del Festival” e che “la forza internazionale del Festival dipende dalla solidità delle radici che lo legano al territorio”.
Questa vicenda non solleva solo importanti questioni di natura culturale, ma evidenzia anche problematiche di fondo relative all’organizzazione e alla governance del Festival.
Alla luce di quanto esposto, si pongono al Consiglio di Stato le seguenti domande:
- Qual è la posizione del Consiglio di Stato in merito alla decisione del Festival di rinunciare alla storica struttura progettata dall’architetto Livio Vacchini, autentico simbolo del Festival di Locarno? Non ritiene, al di là dei tempi di risposta a questa interrogazione, di dover prendere posizione con urgenza e invitare la direzione del Festival a soprassedere a questa decisione, in attesa di ridiscutere la questione, perlomeno per questa edizione?
- Chi ha assunto questa decisione? La direzione operativa o il Consiglio di Amministrazione del Festival?
- La nuova struttura è di proprietà del Festival di Locarno o della manifestazione Moon&Stars?
- Nel caso in cui fosse proprietà del Festival di Locarno, chi è stato il committente e la sua realizzazione è stata oggetto di un concorso pubblico?
- Dove è stata realizzata tale struttura?
- Dove hanno sede le aziende artigianali incaricate dell’allestimento, dello smontaggio e del successivo rimontaggio delle strutture utilizzate da Moon&Stars e dal Festival?
- È evidente che una continuità logistica tra Moon&Stars e il Festival può contribuire a una riduzione dei costi. Tuttavia, il Consiglio di Stato non ritiene che tale contenimento rischi di produrre effetti economici e sociali negativi per l’economia regionale, superiori ai benefici dichiarati?
- Il Consiglio di Stato non ritiene opportuno intervenire presso la Città di Locarno, segnalando che il crescente legame tra Moon&Stars e il Festival potrebbe compromettere l’opportunità di lanciare una pubblica manifestazione d’interesse per il rinnovo, nel 2026, del mandato per la gestione degli eventi in Piazza Grande e nelle zone limitrofe?