Il Municipio di Lugano, Carona e la canicola

Lo avevamo già scritto chiaramente: la decisione del municipale Badaracco – sostenuto dall’intero esecutivo e, di fatto, anche da un Consiglio comunale ormai in stato comatoso – di chiudere la piscina di Carona rappresenta un vero e proprio ricatto politico. O, se preferite, una vendetta nei confronti dei ricorsi pendenti contro il “campeggio di lusso”, trasformato in un gentile omaggio al Touring Club Svizzero. Ci bloccate il progetto – inutile e costosissimo – e noi vi chiudiamo la piscina!
Una condotta politica miserevole e profondamente antidemocratica. Neppure le recenti vicissitudini finanziarie legate al PSE sembrano scalfire la determinazione dell’esecutivo luganese di sottrarre un bene collettivo – devastandolo per giunta – per cederlo agli interessi privati, con una spesa pubblica prevista di 12 milioni di franchi.
L’irresponsabilità politica di Badaracco e soci, tuttavia, si sta ora trasformando in qualcosa di ben più grave.
È un dato oggettivo: la stagione della canicola è iniziata con forza. . Stiamo attraversando il primo periodo di canicola di livello 3, ovvero di pericolo marcato. Ci attendono settimane di temperature torride, accompagnate da notti altrettanto soffocanti. Ricordiamo che la canicola, soprattutto ai suoi massimi livelli, rappresenta un serio problema sanitario. Dal 1° giugno al 15 settembre, il Cantone monitora la situazione in collaborazione con i pronto soccorso dell’Ente ospedaliero cantonale.
In questo contesto, la possibilità di trovare refrigerio – in particolare in centri balneari dotati di ombreggiatura naturale – diventa un’esigenza non solo sociale, ma anche sanitaria.
Le cronache di questi giorni descrivono una situazione già ora preoccupante: il Lido di Lugano è stracolmo, è stato imposto un limite massimo di accessi e molte persone, comprese intere famiglie, vengono respinte. A Mendrisio, per entrare nella piscina comunale, si devono affrontare attese di un’ora. In generale, quasi tutti i lidi pubblici del Sottoceneri sono già in condizioni di “overbooking”. E siamo solo all’inizio dell’estate.
Cresce dunque il bisogno di spazi pubblici per la balneazione, così come cresce il rischio sanitario legato alle alte temperature, aggravando la pressione su strutture già sature.
In questo scenario, la decisione brutale di chiudere il centro balneare di Carona – situato in altura e immerso in un parco alberato – si configura come una scelta profondamente irresponsabile, sia dal punto di vista sociale che sanitario. Per favorire gli interessi di un gruppo privato, il Municipio di Lugano sta di fatto giocando con la salute della propria popolazione. Non si tratta più solo di irresponsabilità politica: siamo ormai nel campo dell’irresponsabilità sanitaria.
Ma Badaracco potrà comunque esultare: quest’anno potrà vantare una riduzione del disavanzo dei lidi comunali. Infatti, sfruttando la riduzione dell’offerta a fronte di una crescente domanda, il Comune ha pensato bene di aumentare i prezzi – dai biglietti d’ingresso agli ombrelloni. Un perfetto esempio delle gravi conseguenze che si generano quando la politica smette di servire il bene pubblico e si piega esclusivamente agli interessi privati.

*articolo apparso su Naufraghi il 5 luglio 2025.