Ritratti milionari: ovvero dove trovare i soldi per l’iniziativa 10% (7)
La campagna contro l’iniziativa del PS, che vuole fissare al massimo al 10% del reddito disponibile i premi di cassa malati, insiste — con il ministro Vitta in testa — sul presunto effetto catastrofico dell’accoglimento dell’iniziativa: un costo di 300 milioni, pari a un aumento del 20% delle imposte.
A questa propaganda va risposto con un dato semplice: basterebbe un modesto contributo fiscale di poche decine di ultra-milionari residenti in Ticino. Secondo Bilanz, una ventina di loro possiede fortune che sommate raggiungono i 35 miliardi di franchi. Meno dell’1% di aggravio fiscale su questi “centomilionari” e miliardari garantirebbe il finanziamento di questa riforma, permettendo a due terzi delle famiglie ticinesi di ridurre i premi al 10%: un sollievo di fronte a un peso sempre più insopportabile.
Ma chi sono questi super-ricchi che oggi, con l’attuale sistema iniquo, pagano lo stesso premio di cassa malati di un postino, un ferroviere, un pensionato, un panettiere, un meccanico, un impiegato?
Nel quadro della campagna a sostegno dell’iniziativa, presenteremo nei prossimi giorni – sul nostro sito e su instagram – alcuni “ritratti milionari”: brevi profili di questi privilegiati.
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Stefano Artioli. Fare fortuna con i soldi dei salariati e delle salariate
Quanto Stefano Artioli paghi di imposte in Ticino – così come tutti gli altri personaggi della nostra galleria di super-ricchi – non è dato sapere, vista la totale mancanza di trasparenza. Eppure sarebbe un’informazione rilevante, considerando che Artioli non perde occasione per spiegare pubblicamente cosa dovrebbe fare lo Stato per lo sviluppo dell’economia cantonale (leggi: dei suoi profitti e di quelli dei suoi sodali).
Come ha costruito la sua fortuna, oggi valutata da Bilanz attorno ai 250 milioni di franchi, soprattutto nel settore immobiliare? Con i soldi delle salariate e dei salariati di questo Paese. Lo ammette lui stesso quando spiega che lo sviluppo della sua holding Artisa “è stato possibile grazie… alla necessità delle casse pensioni e dei fondi di investimento di allocare e impiegare in maniera proficua il proprio denaro, che altrimenti sarebbe soggetto a tassi negativi. Tra i nostri maggiori clienti in Svizzera ci sono UBS, CS, Swisscanto, SwissLife, Swiss Prime Site, CSS”.
Ma le casse pensioni – vale la pena ricordarlo – amministrano soldi che appartengono ai salariati, che continuano a pagare premi di cassa malati uguali a quelli del milionario Artioli.
Artioli ama sottolineare il proprio attaccamento al Ticino; per passare dalle parole ai fatti, potrebbe, ad esempio, trasferire in Ticino alcune società del gruppo Artisa – a cominciare dalla capogruppo oggi domiciliata fiscalmente a Zugo – offrendo così un contributo concreto allo sviluppo del Cantone. In effetti, soltanto due o tre società secondarie del gruppo hanno sede fiscale in Ticino.
Ma questo, evidentemente, comporterebbe un costo fiscale maggiore. E l’amore per le sorti del Ticino, a quanto pare, non ha lo stesso peso dell’amore per i profitti della sua holding.