Caso Hospita e BancaStato: interrogativi sul ruolo dell’avv. Enea Petrini

La vicenda Hospita continua a svilupparsi in diverse direzioni e le questioni non chiare si accumulano. Un aspetto importante tocca il ruolo dell’estensore del famoso rapporto segreto sulle attività di Eolo Alberti e della sua società Hospita: si tratta del leghista avvocato Enea Petrini, già Gran Consigliere leghista e oggi membro del Consiglio di Amministrazione di BancaStato (nominato dal governo in quota Lega). Qui di seguito l’interpellanza presentata dai deputati dell’MPS. (Red)

Dopo le rivelazioni e l’interrogazione dello scorso giugno presentate dall’MPS, recenti notizie di stampa sul cosiddetto “caso Hospita” hanno portato alla luce nuovi elementi preoccupanti riguardanti l’avv. Enea Petrini, membro del Consiglio di amministrazione di BancaStato, i vertici della Lega e il Consigliere di Stato Norman Gobbi. È infatti emersa l’esistenza di un rapporto segreto — sempre pubblicamente negato dai vertici leghisti, nonostante fosse stato redatto dallo stesso Petrini su loro incarico — e di un esposto alla FINMA nei confronti dell’avvocato, oltre a scambi di messaggi WhatsApp che rivelano una significativa ingerenza sua e dei dirigenti leghisti nella gestione di una vicenda delicata che coinvolge membri delle istituzioni, magistrati, e interessi privati e di partito.

Dalle indiscrezioni di stampa risulta inoltre che Petrini avrebbe ricoperto più ruoli nella vicenda: da un lato come legale incaricato da un partito politico di investigare su questioni riguardanti fatti privati; dall’altro continuando a sedere nel CdA di BancaStato. È opportuno ricordare che la ditta Hospita e strutture collegate — come Immobiliare 5Vie — erano clienti della stessa banca della quale Petrini è membro del Consiglio di amministrazione.

La situazione appare ancor più grave considerando l’impatto istituzionale e reputazionale del caso, che potrebbe avere conseguenze anche per la Banca Cantonale. Nell’agosto 2025 il Gran Consiglio ha istituito una Sottocommissione speciale incaricata di approfondire i risvolti politici della vicenda Hospita, dopo la pubblicazione da parte dell’MPS del rapporto segreto per mesi negato dai vertici leghisti. Il lavoro della Sottocommissione è sfociato in un breve rapporto dal quale, tuttavia, emergono più interrogativi che certezze, soprattutto a causa delle reticenze incontrate: vari attori convocati in audizione — tra cui lo stesso Petrini — si sono infatti rifiutati di presentarsi per fornire chiarimenti.

In particolare, risulta che Petrini abbia chiesto di essere preventivamente svincolato dal segreto professionale da parte dei vertici leghisti prima di poter testimoniare: un’ulteriore conferma, se ve ne fosse bisogno, che egli aveva ricevuto un vero e proprio mandato professionale dal suo partito, allora guidato in qualità di coordinatore dall’attuale Presidente del Governo.

Di fronte a questo “muro di gomma” da parte dei protagonisti, la Sottocommissione ha sospeso i propri lavori e, ritenendo di non poter far luce adeguatamente con gli strumenti a sua disposizione, ha richiesto formalmente l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI).

Uno degli aspetti sui quali la futura CPI dovrà soffermarsi riguarda proprio l’opportunità di affidare un incarico come quello in questione all’avv. Petrini, membro del CdA di BancaStato — un organo di controllo rilevante — e come tale rappresentante del Cantone e dell’intera cittadinanza, proprietaria della banca per la sua natura pubblica.

A rendere ancor più preoccupante la situazione vi è inoltre la dichiarazione pubblica del presidente della Sottocommissione, Fabrizio Sirica, secondo cui durante i lavori sarebbero emerse informazioni ulteriori rispetto a quelle già note, gestite con estrema riservatezza.

Ad oggi BancaStato non ha rilasciato alcun comunicato o presa di posizione in merito, né risultano comunicazioni da parte del Consiglio di Stato — che è autorità di nomina e garante nei confronti dei proprietari, cioè i cittadini — né, ancora, da parte dell’evanescente Commissione di controllo del mandato pubblico di BancaStato.

A nostro modo di vedere, alla luce di quanto emerso, la questione del ruolo di alcuni Consiglieri di Stato e deputati, nonché della presenza dell’avv. Petrini nel CdA di BancaStato, è di importanza e gravità tali da richiedere un chiarimento pubblico urgente.

Alla luce di questi fatti e considerazioni, chiediamo al Consiglio di Stato:

1. Il Consiglio di Stato era al corrente delle attività parallele dell’avv. Petrini? In particolare, sapeva dell’esistenza di un “rapporto segreto” (o “confidenziale”, secondo l’espressione del deputato Mazzoleni) sul caso Hospita, commissionato dall’allora coordinatore e direttore del DI e redatto da Petrini? Era a conoscenza dei contatti intercorsi tra Petrini e vari attori — tra cui dirigenti leghisti — per gestire “dietro le quinte” la vicenda? In caso affermativo, quando e come ne è venuto a conoscenza, e quali valutazioni ha espresso? In caso negativo, non ritiene grave e lesivo dell’immagine e del ruolo istituzionale del Governo che un proprio rappresentante nel CdA della banca cantonale risulti coinvolto in tali vicende?

2. Appare ormai assodato che il mandato all’avv. Petrini sia stato affidato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi tramite il collega Alessandro Mazzoleni (come dichiarato dallo stesso Consigliere di Stato durante l’interrogatorio al PG). Qual è la valutazione del Consiglio di Stato, dal profilo istituzionale e della separazione dei poteri, rispetto alla circostanza in cui il capo del DI — responsabile di settori delicati come polizia e magistratura — insieme ad alcuni deputati abbia dato mandato di investigare su una società privata, su privati cittadini e persino su granconsiglieri in carica? Ritiene politicamente e istituzionalmente accettabile che membri del Governo svolgano indagini private su parlamentari eletti?

3. Il Consiglio di Stato è stato informato dell’esposto alla FINMA? Se sì, quando e da chi? Ha potuto prenderne visione e quali decisioni ha eventualmente adottato? In caso negativo, non ritiene opportuno sollecitarne la trasmissione per una valutazione istituzionale? Non ritiene opportuno informarne il Parlamento o almeno la Commissione di vigilanza sul mandato pubblico di BancaStato?

4. Come giudica il Consiglio di Stato il comportamento dell’avv. Petrini alla luce dei fatti emersi? Condivide la preoccupazione che un membro del CdA di BancaStato possa aver agito in una situazione di conflitto d’interessi, mescolando il proprio ruolo istituzionale con incarichi privati e di partito? Ritiene compatibile tale condotta con i doveri di diligenza, riservatezza e fedeltà richiesti ai membri del CdA? L’avv. Petrini gode ancora della piena fiducia del Consiglio di Stato per l’esercizio dell’incarico pubblico affidatogli?

5. Il Consiglio di Stato ritiene ancora che l’avv. Petrini sia la persona idonea a ricoprire il ruolo nel CdA di BancaStato? O considera la sua posizione compromessa dal punto di vista politico-istituzionale e della fiducia? Il Governo ha valutato la possibilità di richiedere un passo indietro? In caso affermativo, quali passi sono stati intrapresi? In caso negativo, quali sono le motivazioni che giustificano il mantenimento della fiducia nonostante le gravi ombre emerse?

6. Il Governo intende adottare misure per tutelare la credibilità e la reputazione di BancaStato? Sono previsti contatti con la FINMA o con gli organi di vigilanza interna della banca per accertare eventuali violazioni delle norme di governance o degli obblighi legali da parte di Petrini? Come valuta il coinvolgimento della FINMA tramite un esposto formale e la sua trasmissione al CdA e alla Commissione di controllo del mandato pubblico? Si stanno adottando misure per evitare il ripetersi di situazioni simili e per assicurare che i membri degli organi direttivi di enti parapubblici rispettino rigorosamente i principi di onorabilità e indipendenza?

7. Alla luce dell’ennesimo caso riguardante membri di CdA nominati dai partiti, non è forse il momento di mettere in discussione il sistema di nomina, come l’MPS propone da anni? Qualora ciò non sia ritenuto opportuno, non sarebbe comunque necessario rafforzare i meccanismi di controllo e verifica dell’operato dei membri nominati nei CdA di enti partecipati o controllati dal Cantone (come BancaStato o EOC), così da poter intervenire tempestivamente in caso di comportamenti anomali o inopportuni? Se sì, in che modo si intende procedere? In caso negativo, per quali ragioni il Governo ritiene adeguati gli strumenti attuali?