Il riscatto del Palazzetto dello Sport: un atto dovuto che esalta l’incompetenza della classe politica luganese

Dopo la decisione di riscattare l’Arena Sportiva per 114,5 milioni di franchi, il Municipio di Lugano ha ora licenziato il messaggio per il riacquisto del Palazzetto dello Sport, per altri 80,2 milioni di franchi.

L’esecutivo luganese sottolinea che, così facendo, si risparmiano 18 milioni di franchi: la locazione prevista nell’Accordo di partenariato pubblico-privato avrebbe infatti comportato una spesa complessiva di 98 milioni, mentre l’acquisto immediato del Palazzetto ammonta a 80,2 milioni. Oggi l’esecutivo concentra quindi l’attenzione pubblica sui presunti risparmi derivanti dall’acquisto delle due infrastrutture sportive. Grande decisione!

In realtà, si tratta della certificazione pubblica del fallimento politico — condito da impressionanti dosi di inettitudine — del Municipio e del Consiglio comunale di Lugano riguardo al progetto del PSE. È la conferma lampante dell’assurdità di aver fatto ricorso all’accordo di partenariato pubblico-privato. Il riacquisto da parte della Città dimostra che la via dell’autofinanziamento — al di là della validità dei singoli progetti — avrebbe dovuto essere intrapresa fin dall’inizio.

La decisione di riscatto — prima dello stadio e ora del Palazzetto — dimostra inoltre che la Città era in grado di sostenere una tale operazione finanziaria. L’MPS, durante la campagna referendaria, aveva insistito fin da subito sull’opzione di un prestito obbligazionario per realizzare — magari in versioni meno dispendiose — stadio e Palazzetto.

Oggi il Municipio propone esattamente questa strada. Con una grande differenza: l’operazione attuale sarà comunque più costosa! Il prestito obbligazionario per l’acquisto del Palazzetto comporta infatti un tasso d’interesse stimato all’1,2%. Nel 2020, durante la discussione sul finanziamento dei progetti, la Città aveva rinnovato un prestito obbligazionario di 140 milioni per 50 anni con l’allora Credit Suisse a un tasso dello 0,165%. Una differenza abissale!

Questa triste vicenda politica — i cui effetti negativi si faranno sentire a lungo — speriamo sia almeno servita a fissare una certezza: l’accordo di partenariato pubblico-privato rappresenta una soluzione da cestinare una volta per tutte, perché contraria al più elementare interesse pubblico.

A tutti quegli ostinati — e, come abbiamo visto, incompetenti — politici luganesi che ancora la sostengono (e sono molti), ad esempio per la futura realizzazione del Polo Turistico e degli Eventi, annunciamo fin d’ora che la combatteremo con ogni mezzo.

Che si mettano il cuore in pace!