Tag: Libertà di stampa

L’anticomunismo in Svizzera durante la Guerra fredda. “Attorno a noi e tra di noi”

L’epoca della Guerra fredda è stata contraddistinta in Svizzera da un’isteria anticomunista. È solo in questo contesto che l’esercito segreto P-26 (1) può essere correttamente compreso. Nel giugno 1948, durante...

Domandiamo giustizia e libertà
In difesa del servizio pubblico, No all’abolizione del canone radiotelevisivo

E’ raro che una campagna referendaria cominci così presto e susciti tanta animazione. E’ il caso dell’iniziativa detta“No Billag”, che porta il titolo “Sì all’abolizione del canone radiotelevisivo”, su cui...

Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici dell’ATS in sciopero!

a cura della redazione Il Movimento per il socialismo (MPS) esprime la propria totale solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici dell’ATS in sciopero da questa mattina, in difesa dei...

Il Consiglio di Stato deve intervenire a difesa dell’Agenzia Telegrafica Svizzera, della sua integrità e del suo statuto

di Matteo Pronzini* Come riportato dalla stampa la proprietà dell’Agenzia Telegrafica Svizzera (ats) intende sopprimere nell’arco dei prossimi due anni da 35 a 40 posti a tempo pieno su 150....

I metodi intimidatori della Clinica Sant’Anna fanno scuola tra i galantuomini di questo Cantone?

di Matteo Pronzini* Come tutti sanno nei confronti del responsabile di Argo 1 è in corso un’inchiesta penale per sequestro di persona. Non è inoltre escluso che il responsabile di...

La battaglia per i diritti democratici

Ma come, ci ha detto qualcuno, voi dell’MPS impegnati a fondo per difendere il diritto di espressione di giornalisti del gruppo Ringier, uno dei più potenti gruppi editoriali della Svizzera?...

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Per la difesa della libertà di stampa e dei giornalisti del Caffè sotto accusa

La giurisprudenza del Tribunale federale dà atto che, in tema di punibilità dei media, le norme del diritto penale vanno interpretate alla luce delle diposizioni del diritto superiore, vale a...

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In poche parole

Non ne vogliamo nemmeno uno!

Nel settembre 2020, con una risicatissima maggioranza di appena 8.000 voti, il popolo svizzero ha approvato l’acquisto – per 6 miliardi di franchi – dei caccia americani F-35. A convincere quell’esile margine fu soprattutto un argomento: il prezzo fisso. Ci era stato detto che quello sarebbe stato il costo definitivo, e che non sarebbe cambiato, soprattutto considerando che tra la decisione d’acquisto e la consegna dell’ultimo velivolo sarebbero passati parecchi anni.
Oggi, invece, si ammette che costeranno di più. Che quel prezzo fisso non copre tutti i costi. E che ci vorrà almeno un miliardo in più – ma anche questa cifra è tutt’altro che definitiva. Il tutto sarebbe nato da un “malinteso”. Come se fosse normale impegnare 6 miliardi senza che il contratto fosse chiaro nei dettagli.
Ora, i più furbi cercano di cavarsela con un trucco: invece di acquistare i 36 esemplari previsti, si potrebbe comprarne qualcuno in meno, così da restare nel budget stanziato. Un po’ come facevamo da bambini, quando mettevamo sul bancone del negozio del paese qualche spicciolo racimolato qua e là e chiedevamo al gerente quante cicche potevamo comprare.
Ebbene, la risposta oggi deve essere netta: non ne vogliamo nemmeno uno di questi aerei! E se questa decisione fosse, come temo i favorevoli, un primo passo per “smantellare” l’esercito non potremmo che esserne felici.

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