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    Cambiare cassa malati. Una soluzione, ma per chi?

    Di fronte all’ennesimo aumento dei premi, la risposta sembra sempre la stessa: cambiare cassa. È il consiglio che ripetono governo, media, associazioni dei consumatori e consulenti, presentandolo come la strada più semplice per risparmiare.
    Ma funziona davvero per tutte e tutti?
    I dati pubblicati dall’Ufficio federale della sanità pubblica dicono altro. Tra il 2022 e il 2023 solo l’8,9% degli assicurati ha cambiato cassa: per loro la riduzione dei premi è stata in media inferiore all’1%, mentre chi è rimasto fedele ha subito un aumento del 6,6%.
    E chi riesce a guadagnarci? Soprattutto i giovani: oltre il 10% tra i 26 e i 40 anni ha cambiato cassa, ma la quota scende sotto il 2% tra gli over 71. A pesare è anche la franchigia: il 14,4% di chi ha scelto quella massima di 2’500 franchi ha cambiato assicuratore, contro il 6-7% di chi ne ha una più bassa. Infine, le spese sanitarie: più del 10% di chi spende meno di 1’000 franchi all’anno ha cambiato cassa, contro meno del 5% di chi supera i 10’000.
    Il cambio di cassa premia chi è giovane, sano e spende poco, mentre penalizza gli anziani e i malati cronici, frenati dalla burocrazia o dal timore di complicazioni nell’accesso alle cure. Risultato: il mercato dei cambi non rafforza la solidarietà, ma la indebolisce, ampliando la distanza tra chi gode di buona salute e chi ha più bisogno di cure. Alla faccia della solidarietà tra giovani e meno giovani, tra sani e malati che dovrebbe essere alla base della LAMal.
    • 24 Settembre 2025
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Cambiare cassa malati. Una soluzione, ma per chi?

Di fronte all’ennesimo aumento dei premi, la risposta sembra sempre la stessa: cambiare cassa. È il consiglio che ripetono governo, media, associazioni dei consumatori e consulenti, presentandolo come la strada più semplice per risparmiare.
Ma funziona davvero per tutte e tutti?
I dati pubblicati dall’Ufficio federale della sanità pubblica dicono altro. Tra il 2022 e il 2023 solo l’8,9% degli assicurati ha cambiato cassa: per loro la riduzione dei premi è stata in media inferiore all’1%, mentre chi è rimasto fedele ha subito un aumento del 6,6%.
E chi riesce a guadagnarci? Soprattutto i giovani: oltre il 10% tra i 26 e i 40 anni ha cambiato cassa, ma la quota scende sotto il 2% tra gli over 71. A pesare è anche la franchigia: il 14,4% di chi ha scelto quella massima di 2’500 franchi ha cambiato assicuratore, contro il 6-7% di chi ne ha una più bassa. Infine, le spese sanitarie: più del 10% di chi spende meno di 1’000 franchi all’anno ha cambiato cassa, contro meno del 5% di chi supera i 10’000.
Il cambio di cassa premia chi è giovane, sano e spende poco, mentre penalizza gli anziani e i malati cronici, frenati dalla burocrazia o dal timore di complicazioni nell’accesso alle cure. Risultato: il mercato dei cambi non rafforza la solidarietà, ma la indebolisce, ampliando la distanza tra chi gode di buona salute e chi ha più bisogno di cure. Alla faccia della solidarietà tra giovani e meno giovani, tra sani e malati che dovrebbe essere alla base della LAMal.
  • 24 Settembre 2025

Genocidio a Gaza e complicità dei partiti borghesi: il silenzio della vergogna

Non è la prima volta, e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima. Quando non si hanno più argomenti per giustificare l’ingiustificabile, la strategia è sempre la stessa: cambiare discorso, deviare l’attenzione, buttare la palla in tribuna.
È esattamente ciò che stanno facendo i partiti politici ticinesi e i loro rappresentanti di fronte al massacro quotidiano a Gaza. Dopo qualche parola di circostanza, il solito teatrino ipocrita: “siamo tutti preoccupati”. Poi subito il cambio di bersaglio: non più il genocidio in corso, ma i manifestanti, accusati di antisemitismo, violenza, estremismo. Una manovra squallida e codarda, utile solo a screditare chi ha il coraggio di denunciare i crimini, e a coprire le proprie vergogne.
Il problema reale – che questi partiti e il Consiglio Federale si guardano bene dall’affrontare – è l’assoluta subalternità della Svizzera di fronte al governo israeliano. Al massimo, qualche dichiarazione tiepida e “omeopatica” di dispiacere, tanto per salvare la faccia. Nessuna volontà politica di condannare apertamente Tel Aviv, nessuna rottura dei rapporti diplomatici, economici e militari. In poche parole: complicità piena.
Di questo, però, non si parla. Molto più comodo e vile concentrare l’attenzione sugli “eccessi” dei manifestanti. È il solito copione di chi difende i carnefici e accusa le vittime. Vergogna!

  • 20 Settembre 2025

Ipocrisia dei sindaci e fuoco amico in casa PS

Pur avendo espresso dubbi e timori sulle conseguenze della riforma fiscale votata lo scorso giugno, i sindaci delle maggiori città non avevano osato invitare cittadine e cittadini a votare NO.
Ora invece, stranamente ma non troppo, intervengono con decisione per spingere al NO sulle due iniziative legate ai premi di cassa malati in votazione il 28 settembre.
Naturalmente dichiarano di “comprendere” le iniziative, ma loro “ragionano” unicamente in termini finanziari per i Comuni, arrivando a minacciare aumenti del moltiplicatore comunale. Una posizione che ricalca in pieno gli scenari catastrofisti diffusi dal ministro Vitta.
Sorprende che a guidare il fronte vi sia proprio il sindaco PS di Bellinzona, che non sembra aver riflettuto sull’opportunità di astenersi da questa sceneggiata. Se lo avesse fatto, avrebbe compreso che, anche con un eventuale aumento delle imposte comunali, il saldo tra minor premio di cassa malati e maggior carico fiscale resterebbe positivo per la stragrande maggioranza delle famiglie ticinesi.
È quanto i vertici del suo stesso partito stanno cercando di spiegare a tutte e tutti, per contrastare gli argomenti di coloro che si oppongono all’iniziativa 10%.
Ma se l’uomo di punta del PS negli esecutivi ticinesi, e per di più nella capitale, finge di non capire, la battaglia si complica.
Un episodio che dimostra come il problema della sinistra negli esecutivi non riguardi soltanto la consigliera di Stato, ma sia un problema politico più ampio sul quale bisognerebbe cominciare a riflettere seriamente.

  • 3 Settembre 2025

Iniziativa premi CM (10%): i soldi per finanziarla ci sono!

Il 28 settembre si voterà sull’iniziativa che limita al 10% i premi di cassa malati. Il costo stimato è di 300 milioni, ma questi soldi oggi li pagano già i due terzi delle famiglie ticinesi, con premi superiori al 10% del reddito.
Gli oppositori agitano lo spettro di tagli alla spesa pubblica o forti aumenti delle imposte (ha iniziato le danze il ministro Vitta minacciando un aumento del 20%); ma omettono un fatto semplice: i soldi ci sono e si  possono reperire chiedendo un contributo a chi ha accumulato immense ricchezze mentre salari e redditi della maggioranza stagnavano.
I patrimoni dichiarati da alcune decine di super-ricchi (con più di 100 milioni di patrimonio) ammontano a 35 miliardi: basterebbe meno dell’1% per reperire i 300 milioni necessari. Un prelievo simbolico sui patrimoni superiori ai 100 milioni è poca cosa rispetto agli interessi e dividendi che fruttano ogni anno senza alcun lavoro. Altro che catastrofi: sul nostro territorio vi è sufficiente ricchezza per farla finita con premi di cassa malati ormai, e da tempo, insopportabili.
Votiamo quindi SÌ all’iniziativa sui premi di cassa malati (10%) senza alcuna paura il prossimo 28 settembre.

  • 24 Agosto 2025

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