L’MPS, unitamente ad altre numerose associazioni, organizzazioni sociali e partiti politici sostiene il referendum contro la modifica della Legge sul servizio civile (LSC) decisa da Parlamento federale in occasione della sua ultima sessione.
Tutti coloro che sostengono il referendum ritengono che la riforma approvata indebolisca un aspetto importante della solidarietà e della libertà di coscienza in Svizzera. Qui di seguito illustriamo sinteticamente i motivi a sostegno del referendum.
Invitiamo tutte e tutti a firmare e a far firmare il referendum (scaricare il formulario) e ritornarlo (anche incompleto) al segretariato MPS il più presto possibile. (Red)
Un indebolimento del servizio civile per rafforzare l’esercito
Il Consiglio federale giustifica la riforma con la necessità di aumentare gli effettivi dell’esercito. E per raggiungere questo obiettivo cerca di rendere il servizio civile meno attrattivo possibile, rendendone più difficile l’accesso.
Non si tratta quindi di una politica di semplice indebolimento del servizio civile, ma di una politica tesa al rafforzamento dell’esercito (anche attraverso un aumento delle spese a esso destinate) e in particolare del suo ruolo d’ordine all’interno del paese.
Nella prospettiva di chi, come noi, sostiene l’abolizione dell’esercito questo referendum contro l’indebolimento del servizio civile è estremamente importante.
Riduzione delle prestazioni pubbliche
La modifica di legge mira a limitare in maniera significativa il numero di persone ammesse ad effettuate il servizio civile ogni anno. Si calcola che con questa modifica gli effettivi del servizio civile potrebbero diminuire dalle circa 6’000 persone a 4’000 all’anno, cioè una diminuzione di un terzo. Un dato importantissimo che avrebbe conseguenze importanti per quei settori nei quali i civilisti prestano la loro attività. In ambiti importanti come la sanità, l’assistenza agli anziani, l’infanzia, l’agricoltura e la protezione dell’ambiente, ospedali, case di riposo, asili e istituzioni sociali verrebbero persi fino al 40% delle forze che oggi apportano un contributo importante.
Maggiore rigidità per i civilisti
Per rendere più difficile l’accesso al servizio civile e scoraggiare così migliaia di giovani, le modifiche legislative introdotte dalla riforma introducono nuove restrizioni, come, ad esempio, l’obbligo di un impiego annuale e un servizio più lungo nel primo anno.
Queste ed altre restrizioni vogliono rendere sempre più difficile, per chi pensa di aderirvi, coordinare questo servizio con le attività di studio e professionali con le quali le persone sono confrontate.
Limitazione della libertà di coscienza
La riforma rappresenta di fatto un vero passo indietro. Rimette in discussione il diritto di non servire, di dar seguito alla propria coscienza, esercitandone la libertà.
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