Perdite per centinaia di milioni grazie alla politica di AET

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Pubblichiamo qui di seguito una nuova interrogazione dei deputati dell’MPS sulla politica di AET, in particolare sull’investimento nella centrale di carbone di Lünen. Questa interrogazione fa seguito ad una, insoddisfacente, risposta del Consiglio di Stato ad una precedente nostro interrogazione. La quale, tuttavia, ha avuto il merito di mettere nero su bianco il totale delle perdite accumulate da AET a seguito della partecipazione alla centrale a carbone di Lünen in Germania dalla quale non si è mai voluta sfilare, sostenendo che è impossibile farlo (ma senza spiegarne le ragioni).
Nel momento in cui si tematizza la difficoltà a trovare soldi per mettere in pratica leggi decise dal voto popolare (ad esempio il tetto del 10% ai premi di cassa malati) sorprende questo omertoso silenzio di AET e governo su una situazione che ha penalizzato in modo evidente i conti di AET e indirettamente quelli del Cantone al quale, fino a prova del contrario, AET appartiene. (Red)

Il Consiglio di Stato e AET sono reticenti. Fuori tutta la verità sugli investimenti nella centrale di Lünen e sul contratto con EDF!

Lo scorso 24 settembre, il Consiglio di Stato ha risposto all’interrogazione n. 18.25 del 18 febbraio 2025 inoltrata dall’MPS, interrogazione intitolata “AET, le perdite milionarie a Lünen e… le altre perdite milionarie. È ora di fare chiarezza e di riportare AET ad una vera politica pubblica, sotto il controllo pubblico”.

Nella sua risposta, il Consiglio di Stato ha dimostrato una chiara e inaccettabile reticenza nel rispondere alle domande poste. Riassumendo, l’MPS chiedeva di precisare i dettagli dell’investimento fallimentare nella centrale di Lünen e di precisarne l’eventuale procedura di dismissione. Allo stesso modo, si chiedevano informazioni precise in merito al contratto siglato con l’Energie de France (EDF), altra fonte d’ingenti perdite per AET. Infine, si rivendicava un bilancio dell’operazione Renewable Energy Investments SPC (REI), chiusasi con una liquidazione della società in questione, dopo anni di consistenti perdite per AET.

Domande più che legittime per un Parlamento che, qualsiasi sia l’interpretazione che si vuole dare alla legge su AET, rimane comunque un organismo di controllo sull’attività di un’azienda che fa parte del patriomonio pubblico.

E domande necessarie visto che gli organismi presunti di controllo, e pensiamo qui alla commissione speciale di controllo del mandato pubblico di AET. Basterebbe leggere i rapporti degli ultimi anni per rendersi conto che un investimento che ha prodotto perdite milionarie nell’ultimo decennio non solo non viene analizzato, ma nemmeno evocato.

Da qui la necessità di fare chiarezza, visto che gli organi preposti non lo fanno.

AET è un’azienda pubblica oppure una società privata?!

Nell’interpellanza citata avevamo chiesto, tra le altre cose, che venissero prodotti i seguenti documenti:

  1. la pubblicazione del contratto di prelievo di energia in vigore tra AET e la società TKL;
  2. il contratto di approvvigionamento di energia tra AET ed EDF

AET, per il tramite del Consiglio di stato, si è rifiutata di rilasciare queste informazioni al Parlamento, adducendo quale pretesto il fatto che «il contratto di prelievo di energia è vincolato da clausole di riservatezza sottoscritte da tutti i partner della TKL. Tali clausole impediscono la pubblicazione del contratto». Le richieste di fede vanno bene in ambito religioso, ma non nell’amministrazione della cosa pubblica. Per quale ragione dovremmo credere ad AET? Che sia presentato almeno il documento originale contenente le cosiddette “clausole di riservatezza”! Per quanto concerne il contratto di approvvigionamento di energia tra AET ed EDF, AET informa come questo sia «vincolato da clausole di riservatezza, che ne impediscono la pubblicazione». Anche in questo frangente vale il detto “toccare per credere”.

Fino a prova del contrario, l’AET è un’azienda pubblica, di proprietà del Cantone Ticino. La Legge sull’Azienda Elettrica Ticinese (LAET) fissa, all’articolo 6 cpv 1, che «Gran Consiglio, per il tramite della Commissione speciale dell’energia2 e per essa della Commissione del controllo del mandato pubblico, esercita l’alta vigilanza sull’Azienda». L’esercizio dell’alta vigilanza da parte del Parlamento – seppur per il tramite delle sue commissioni, in particolare della Commissione ambiente, territorio ed energia – presuppone la possibilità di consultare qualsiasi documento necessario, importante, decisivo per l’adempimento dello scopo affidato a un’azienda pubblica, come per esempio AET. Senza questa possibilità l’alta vigilanza sull’azienda è pura aria fritta.

Queste informazioni sono tanto più necessarie se si considera che le avventure in quel di Lünen e in Francia si sono saldate con perdite di decine di milioni di franchi! E rischiano di produrne altre nei prossimi anni! La conoscenza di questi documenti è fondamentale per evitare in futuro nuove operazioni suicidarie. Le direzioni di AET si sono dimostrati incapaci in questo tipo di situazioni. Per difendere l’interesse pubblico, scopo fondamentale dell’alta sorveglianza, AET e Consiglio di Stato non possono nascondere al Parlamento queste informazioni decisive. Lo ricordiamo, l’AET è di proprietà pubblica, dovrebbe fare gli interessi della collettività. Il diritto all’informazione è perciò uno strumento di assoluto rilievo, fondamentale. L’aver firmato “clausole di segretezza” – se ciò fosse vero – è un atto che contravviene il mandato pubblico e il controllo politico relativo alle attività di AET.

Le informazioni, seppur date con il contagocce, confermano che le perdite nell’operazione Lünen superano i 200 milioni di franchi!

La reticenza nel fornire dati precisi e dettagliati non ha permesso però al Consiglio di Stato di nascondere il fatto che l’operazione Lünen sia stata un colossale fallimento, ambientale e finanziario!  Il contratto di prelievo relativo al 15,8% della capacità di produzione della centrale di Lünen ha registrato delle perdite pari a 191 milioni di franchi tra il 2014 e il 2024, cioè 17,4 milioni in media all’anno! E il “contratto di prelievo della produzione” resterà in vigore fino al 30 giugno 2035. C’è ancora parecchio tempo per accumulare nuove perdite… A queste perdite vanno aggiunte quelle relative alla diminuzione di valore del capitale azionario (partecipazione), con una riduzione progressiva del valore contabile dai 38 milioni del 2013 ai 7,958 milioni del 2024, una perdita pari a 30,04 milioni di franchi. In totale questa “avventura ecocida” ha creato un buco di 221,04 milioni di franchi!

Davanti alla voragine apertasi nel 2014 e con il rischio che si ripetano altri esercizi con perdite milionarie, il Consiglio di Stato si è rifiutato e si rifiuta di prendere in considerazione la rescissione del contratto di partecipazione nella centrale di Lünen, affermando che « AET ha già dichiarato più volte che l’uscita anticipata dalla società TKL è sostanzialmente impossibile a causa dei vincoli contrattuali e dell’assenza di un mercato per la cessione In assenza di trattative per una cessione, i valori ipotizzabili risulterebbero puramente teorici, senza alcuna base reale e completamente opinabili».

Cosa significa “sostanzialmente impossibile a causa dei vincoli contrattuali”? Esiste un divieto formale di vendita della quota detenuta da AET nelle TKL (AET è il principale azionisti della società tedesca, con il 15,8% del capitale)? Il problema maggiore è forse che nessuno vorrebbe acquisire il pacchetto azionario di AET in TKL? Tante domande che necessitano risposte chiare e definitive. 

Le perdite generate dal contratto con EDF rimangono un mistero…

Il contratto con EDF è addirittura più blindato di quello con la centrale di Lünen. Il Governo si rifiuta di trasmettere al Parlamento non solo il contratto in questione ma addirittura di comunicare “il costo di acquisto dell’energia proveniente da EDF”. Siamo all’indecenza pura. Che il Governo mostri almeno queste benedette “clausole di segretezza” imposte dal colosso francese dell’energia. Se non esistessero, sarebbe grave; ma se esistono e AET le ha sottoscritte è ancora più grave!

Il Governo e AET toccano il punto più basso quando scrivono che «il valore del contratto di prelievo con EDF può essere misurato rispetto al mercato (viene valutato il risultato che si sarebbe ottenuto se l’energia fosse venduta, giorno per giorno sul mercato): questo valore (in gergo denominato mark-to-market) è un risultato economico calcolatorio che non viene contabilizzato come tale». Addirittura, Governo e AET vogliono farci credere che questi dati non siano disponibili, che la nostra azienda non sappia a quanto acquista l’energia nucleare da EDF e a quanto la rivende alle aziende di distribuzione ticinesi! Sarebbe gravissimo, da azzerare tutto il consiglio d’amministrazione e la direzione di AET. Però, grandissimo exploit, nel paragrafo che segue si afferma che «Nei 17 anni finora trascorsi dall’inizio del contratto con EDF, il medesimo ha dato risultati oscillanti da utili a perdite, a dipendenza dei livelli di prezzo del mercato. Nel complesso il contratto registra un risultato finora positivo, grazie soprattutto al periodo 2021-2023». Oibò, delle due l’una: o questi dati non possono essere calcolati oppure sì e dunque il Governo li nasconde al Parlamento. Grave.

Ma il “feuilleton” AET e EDF non si limita a questo. C’è infatti la famosa vertenza legale promossa da AET contro EDF, iniziata nel 2016. Il consiglio di Stato si lascia scappare che «La decisione di avviare una procedura giudiziaria è stata presa ad inizio 2016, in un periodo particolarmente negativo (prezzi di mercato ai minimi storici) per AET, anche a causa dell’onerosità del contratto EDF». Quindi prima AET firma un contratto oneroso, probabilmente troppo, e poi si accorge della sua insostenibilità finanziaria. E allora pensa bene di perseguire giuridicamente il gigante francese, convinta che l’arma della procedura finanziaria lo avrebbe spaventato a tal punto da “raggiungere un accordo transattivo”, ossia ridiscutere il contratto di approvvigionamento. Un’operazione assurda, tenuta nascosta perché fallimentare fin dalla fase iniziale con la firma del contratto di approvvigionamento. Anche in questo frangente i responsabili di questa operazione dovrebbero essere esonerati con effetto immediato. Ad averlo saputo, ovviamente… Però il Governo ci dice che ora «la redditività del contratto è sensibilmente migliorata e risulta ora in positivo, anche conteggiando le spese legali sopportate». Anche a credere al Governo – sull’attuale e supposta migliorata redditività -, quest’ultimo prende i cittadini e le cittadine per stupidi e ignoranti: senza l’assurda operazione giudiziaria la redditività sarebbe stata più elevata, quindi puerile dire che i costi della stessa sono stati assorbiti dal miglior andamento, come se ciò fosse un aspetto positivo! Comunque non crediamo che il dossier della vertenza legale contro EDF sia anch’esso coperto da “clausole di segretezza” contenuto nel contratto di approvvigionamento… Sarebbe troppo anche per il nostro Governo.

Come ti nascondo tutte queste operazioni…

Considerata la politica della reticenza, il rapporto di attività annuale di AET rimane l’unico strumento per tentare di capire la sua politica e per valutare le perdite milionarie generate. Però è un’operazione quasi disperata. Effettivamente risulta impossibile avere il dettaglio del costo di approvvigionamento fatturato da ogni società fornitrice di AET in quanto queste informazioni sono registrate genericamente alla voce “Acquisto energia” del conto economico. Allo stesso modo non è possibile conoscere il dettaglio dei ricavi dell’energia venduta in funzione della società esterne di fornitura. I ricavi vengono genericamente registrati alla voce “Ricavi energia” del conto economico. Il Consiglio di Stato ci informa che «la vendita non è strutturata per fonte di approvvigionamento, bensì nel contesto della gestione del portafoglio di vendita di AET». Ovviamente questa affermazione è falsa. Non è credibile che AET non sappia esattamente il costo derivante dagli approvvigionamenti esterni, su base nominale di ogni fornitore, e relativi ricavi o perdite. Semplicemente questi dati non sono riportati in alcun modo. Anche questo atteggiamento è censurabile, perché impedisce un controllo politico approfondito, in particolare da parte del Parlamento.

Sulla base di quanto precede, chiediamo al Consiglio di Stato:

  1. La presentazione del documento originale relativo alle “clausole di riservatezza” del contratto di prelievo firmato con Trianel Kohlekraftwerke Lünen GmbH & Co. KG, Lünen (TKL);
  2. Uno studio articolato – anche teorico – relativo all’uscita anticipata dalla TKL, comprensivo degli eventuali oneri finanziari; nell’ipotesi di un’impossibilità di una fuoriuscita da questo contratto, si forniscano in maniera dettagliate le motivazioni;
  3. La presentazione del documento originale relativo alle “clausole di riservatezza” del contratto di prelievo firmato con Energie de France (EDF);
  4. Una ricostruzione precisa, anno per anno, degli utili e delle perdite generate dal contratto con EDF;
  5. Un rapporto completo sulla decisione di avviare una vertenza legale contro EDF decisa da AET, con in particolare le “valutazioni strategiche” (obiettivi) di questa scelta, i costi generati dalla vertenza legale;
  6. Di elaborare sistematicamente una banca dati pubblica dei prezzi di acquisto e di vendita dell’energia elettrica per ogni fornitore presso i quali AET si approvvigiona;

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