Pubblichiamo una presa di posizione del Coordinamento Unitario a Sostegno della Palestina che, da orma quasi due anni, conduce la mobilitazione in Ticino a sostegno del popolo palestinese. Il CUSP fa una sorta di bilancio dell’azione fin qui condotta e invita a proseguirla, ad approfondirla e a impegnarsi in questa battaglia, tra l’altro aderendo alle sue attività. (Red)
Dopo 22 mesi di attività, il Coordinamento Unitario a Sostegno della Palestina (CUSP) traccia un bilancio della mobilitazione: una rete crescente di solidarietà ha riportato la questione palestinese al centro del dibattito pubblico, nonostante tentativi di silenziamento e diffamazione. In questi lunghi mesi sono state realizzate decine di azioni concrete: manifestazioni, eventi informativi e culturali, raccolte fondi e sostegno attivo alle comunità palestinesi colpite.
Attualmente, addirittura il Cantone e alcuni Comuni ticinesi stanno timidamente prendendo posizione. A queste parole simboliche, vorremmo che seguissero delle azioni concrete, come l’adozione di misure tese a congelare ogni rapporto commerciale, militare, accademico e culturale con lo Stato di Israele, al fine di dare un segnale forte a chi sta calpestando il diritto internazionale.
Non basta più limitarsi a condanne formali o dichiarazioni di principio. È necessario che la Confederazione faccia un passo avanti, assumendosi la responsabilità di adottare misure concrete: sanzioni mirate e altre forme efficaci di pressione, verso uno Stato che apertamente, oltre che commettere un genocidio, dichiara la propria indifferenza rispetto al diritto internazionale e alle condanne della comunità globale.

Anche a livello cantonale, esistono accordi con soggetti privati e pubblici israeliani, complici di foraggiare un’economia di guerra che ogni giorno sta compiendo massacri e crimini contro l’umanità. Senza parlare del lavoro di public relations e pressione, teso a ripulire l’immagine di Israele, svolto da anni dall’Associazione Svizzera-Israele anche in Ticino e a cui aderiscono molti politici dei maggiori partiti di destra, centro e sinistra. A questi politici chiediamo di avere almeno la coerenza di lasciare questa associazione che fa da portavoce dell’ambasciata israeliana in Ticino. Ai Comuni e al Cantone, chiediamo di non più patrocinare eventi di questa organizzazione che difende subdolamente il colonialismo ed il genocidio in Palestina.
Il CUSP si rivolge soprattutto a chi si è appena “svegliato/a”, invitandolo/a a uscire dall’indifferenza e ad assumersi una responsabilità pubblica. È tempo di prendere posizione contro il genocidio, l’occupazione, l’apartheid e le ingiustizie vissute dal popolo palestinese da oltre 77 anni. Sottoscrivere le rivendicazioni della Federazione Svizzera-Palestina (formata da gruppi e collettivi che seguono la questione da anni), sostenere in prima persona le realtà attive sul nostro territorio e chiedere conto alle istituzioni che continuano ad avere relazioni con Israele sono passi essenziali.
Non si può più restare spettatori e spettatrici. Serve agire. Serve farlo adesso.
Cogliamo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà al professore dell’Accademia di Architettura di Mendrisio a cui non è stato rinnovato il contratto a seguito di pressioni da parte di gruppi sionisti e al giornalista Roberto Antonini, preso di mira dai vili attacchi della solita Associazione Svizzera-Israele.
Per quanto ci riguarda, continueremo a scendere in strada per portare le seguenti rivendicazioni:
– Cessate il fuoco immediato e permanente
– Ripristino immediato dei finanziamenti della Confederazione all’UNRWA
– Sanzioni e boicottaggio militare, culturale, accademico ed economico dello Stato di Israele
– Autodeterminazione, fine dell’apartheid e diritto al ritorno per i/le rifugiati/e palestinesi
– Solidarietà con la Resistenza e i/le prigionieri/e palestinesi/e.
Palestina libera!
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