Dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, il ruolo della cosiddetta «educazione militare-patriottica» ha assunto un’importanza sempre maggiore nelle scuole russe. Ma come è organizzata esattamente la propaganda militarista destinata ai bambini? In che misura raggiunge i suoi obiettivi e riflette realmente lo stato d’animo della società? Il giornalista Konstantin Kharitonov conduce una interessante inchiesta.
Fin dalle prime settimane di guerra, immagini di bambini che eseguono esercizi militari nei cortili delle scuole, marciano al passo o si allenano in manovre di combattimento sono diventate comuni in tutta la Russia. Il 1° settembre 2023, il governo ha ufficialmente introdotto l’addestramento militare di base (FMB) in tutte le scuole del Paese, radicando così saldamente l’orientamento militarista nel sistema educativo. Questi corsi introducono i bambini a tutto ciò da cui speriamo di proteggerli in un mondo che aspira alla pace: gli studenti imparano a lanciare granate, a montare fucili d’assalto, a sparare e ad agire in «situazioni estreme e operazioni militari». Le scuole invitano ex combattenti nelle aule per condividere la loro esperienza di combattimento. «Questa esperienza è particolarmente preziosa in un momento cruciale dello sviluppo del nostro Paese», ha dichiarato Vladimir Putin nel 2023. Oggi, più di mille ex combattenti sono impiegati nelle scuole e nelle organizzazioni giovanili.
Ma la militarizzazione della gioventù russa va ben oltre la FMB. Fin dai corsi preparatori, gli studenti assistono a «discussioni su argomenti importanti», dove vengono insegnati loro il patriottismo e la preparazione alla difesa della nazione. Centinaia di migliaia di bambini trascorrono il loro tempo libero nel gruppo giovanile militarizzato Iounarmia(Esercito della gioventù), mentre i partecipanti a Zarnitsa 2.0 [gioco militare dei «giovani pionieri», già in vigore nell’URSS] giocano a fare operatori di droni, paracadutisti o corrispondenti di guerra. Tutto questo non è apparso dall’oggi al domani. I programmi di educazione patriottica sostenuti dal governo e con forti elementi militari risalgono ai primi anni della presidenza Putin, ben prima che la guerra sembrasse imminente. Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia [nel 2014] e il conflitto nel Donbass, queste organizzazioni giovanili hanno ricevuto un compito più formale e strutturato nella società. Ma quanto sono efficaci questi sforzi? Cosa ricorderanno i bambini russi da adulti: il sole del loro primo amore e delle loro prime scoperte o i ricordi dell’addestramento al combattimento, i discorsi sul nemico e i frammenti di retorica di Putin? Forse tutto questo insieme.
Dove inizia il patriottismo?
Pochi si dichiarano apertamente antipatriottici. In realtà, il patriottismo è diventato uno dei pochi valori ideologici su cui esiste un ampio consenso tra lo Stato russo e la società dall’inizio degli anni 2000. Il ricordo della Grande Guerra Patriottica è al centro di questa identità comune. Ma il patriottismo non è monolitico. Nel maggio 2014, uno studio del Centro Levada ha rivelato che la maggioranza dei russi definiva il patriottismo semplicemente come «l’amore per la patria», l’orgoglio per le conquiste nazionali e la volontà di contribuire allo sviluppo del Paese. Allo stesso tempo, l’84% degli intervistati riteneva che il patriottismo fosse un sentimento personale profondo e che ognuno avesse il diritto di decidere il suo significato. Solo il 21% ha dichiarato che un vero patriota deve sostenere il governo a prescindere da tutto.
Il discorso ufficiale, tuttavia, mescola l’amore per il Paese con la lealtà verso lo Stato. Ma aggiunge un altro elemento cruciale: la volontà di difenderlo. Questa versione del patriottismo ha contribuito a giustificare la guerra per molti russi. Ha spinto alcuni a tessere reti mimetiche e a donare forniture all’esercito per evitare la mobilitazione. Per altri, invece, il patriottismo aveva un significato molto diverso: un senso di angoscia e responsabilità per il futuro della nazione. Questa versione ha dato luogo a proteste, esili e una silenziosa determinazione a mantenere i contatti e sperare nella pace.
Nel 2001, poco dopo l’ascesa al potere di Putin, il governo ha lanciato la sua prima iniziativa quinquennale di educazione patriottica con la risoluzione N122 [Decreto del Governo della Federazione Russa del 16 febbraio 2001 n. 122 “Relativo al programma statale ”Educazione patriottica dei cittadini della Federazione Russa per il periodo 2001-2005″]. L’obiettivo dichiarato era quello di unificare la società attorno a valori comuni, ridurre le divisioni interne e ripristinare il prestigio del servizio militare. Il piano comprendeva una strategia mediatica volta a combattere le interpretazioni “false” della storia russa, in particolare online, nonché il finanziamento di film e libri patriottici [1]. I bambini erano il pubblico principale: le scuole hanno organizzato «lezioni di coraggio», rilanciato giochi sportivi a tema militare e creato club patriottici per i giovani. Il Ministero della Difesa era una delle tre istituzioni chiave incaricate dell’attuazione. Il budget del primo programma (2001-2005) era modesto: solo 178 milioni di rubli (6,14 milioni di dollari), paragonabile ad altre iniziative federali dell’epoca. Ma nel ciclo successivo (2006-2010), il finanziamento è stato decuplicato, raggiungendo 1,5 miliardi di rubli (53 milioni di dollari). Nei 15 anni successivi la crescita è stata progressiva, fino al 2021, quando la spesa annuale ha raggiunto i 3,5 miliardi di rubli (47,5 milioni di dollari), nonostante il Paese fosse ancora alle prese con la pandemia di Covid-19.
Nel 2022, il budget destinato all’educazione patriottica è salito a quasi 5 miliardi di rubli (67,8 milioni di dollari). Ma la spesa reale è stata ancora più elevata: 11,4 miliardi di rubli per contrastare la crescente dissidenza nei confronti della guerra, in particolare tra i giovani. Nel 2024, il budget stanziato è salito a 46 miliardi di rubli (495 milioni di dollari). Il piano per il 2025 è ancora più sbalorditivo: oltre 66 miliardi di rubli (684 milioni di dollari). L’esplosione di questo investimento finanziario è sempre più visibile nelle aule scolastiche, nei cortili (spazi di gioco) e nei programmi extrascolastici.
«Serviremo la Russia con fedeltà e sincerità»
Uno dei risultati più eclatanti della politica patriottica del governo russo è stata la creazione dell’organizzazione militare e patriottica per i giovani Iounarmia (Esercito della Gioventù). Lanciata nell’autunno 2016, Iounarmia è spesso paragonata alla Gioventù Hitleriana per le sue uniformi militarizzate, la struttura gerarchica, la disciplina rigorosa e la diffusione della propaganda di Stato.
I pilastri dell’organizzazione sono stati stabiliti dal Movimento dei Giovani Patrioti, creato nel 1992 con il sostegno del Ministero della Difesa. Ha riunito i resti dei club e dei giochi militar-patriottici dell’era sovietica come Zarnitsa, Orlyonok [progetto educativo federale] e Gaidarovets (club per bambini). Inizialmente, questo movimento è rimasto marginale e poco visibile a livello nazionale. Al contrario, Iounarmia, grazie a finanziamenti consistenti, al sostegno politico di alto livello e all’ampia copertura mediatica, ha iniziato a svilupparsi rapidamente. All’inizio del 2017 contava circa 70.000 membri e aveva una sede in ogni regione della Federazione Russa. Nel maggio 2019, il numero dei suoi membri era salito a 500 000. Nel 2021, grazie all’aumento della spesa per i programmi patriottici e alle pressioni che ne sono derivate, il numero delle iscrizioni ha superato il milione, su 17 milioni di bambini in età scolare in tutto il paese. Nel terzo anno della «guerra totale», nel marzo 2025, questo numero era salito a 1,8 milioni.
Secondo il capo di Stato Maggiore della Iounarmia, Vyacheslav Golovin, tra questi ci sono «12.000 partecipanti a operazioni militari speciali». Questa dichiarazione è allo stesso tempo allarmante e sconcertante: membri di un’organizzazione giovanile parteciperebbero alla guerra. Ma la spiegazione risiede nella struttura dell’organizzazione. Secondo lo statuto, l’adesione è aperta ai giovani di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, ma oltre 400.000 membri della Iounarmia sono designati come «diplomati e tutori», di cui 122.000 hanno intrapreso una carriera nell’esercito o nelle forze dell’ordine. L’organizzazione dispone già di un proprio “viale della memoria”, che rende omaggio a quattro giovani diplomati morti in combattimento.

Il sito web dell’organizzazione, curato e talvolta caricaturale, non fa alcun riferimento alla guerra di trincea, agli attacchi mortali o alla dura realtà dei combattimenti. I suoi obiettivi dichiarati sono formulati in termini positivi: promuovere lo sviluppo sociale, morale, intellettuale e fisico. Incoraggiare la gentilezza, la coscienza e la compassione. E promuovere «lo sviluppo della società civile attraverso l’attuazione di progetti socialmente significativi» (sic). I riferimenti all’addestramento e al servizio militare sono relativamente limitati.
Ma ciò non significa che l’obiettivo dell’organizzazione sia oscuro. Iounarmia mira chiaramente a formare non solo futuri soldati, ma anche cittadini profondamente fedeli all’esercito e ai suoi obiettivi. L’organizzazione riflette una gerarchia militare, con sezioni regionali e un quartier generale situato nella Casa degli ufficiali del distretto militare di Mosca. I bambini indossano uniformi colorate e stilizzate e prestano giuramento. L’inno dell’organizzazione enuncia chiaramente la sua missione:
I reggimenti marciano in formazione, in perfetto ordine,
E gli stendardi sventolano con orgoglio
…
Le truppe russe marciano fianco a fianco,
E anche se la strada militare non è facile,
Serviremo la Russia con fede e verità.
Una volta entrato nella Iounarmia, il bambino viene iscritto in una delle sezioni di una scuola o di un club militare-patriottico. Ogni unità è guidata da un “istruttore”. Si tratta generalmente di un militare in servizio attivo o in pensione, oppure di un dipendente dei servizi di sicurezza o del Ministero delle Situazioni di Emergenza. Il bambino presta un giuramento solenne di “fedeltà alla patria e alla fratellanza della Iounarmia”. Nel dicembre 2021, la cerimonia che ha segnato il milionesimo membro dell’organizzazione si è tenuta nella cattedrale principale delle forze armate russe nel parco Patriot, alla presenza del viceministro della Difesa Gennady Zhidko. Durante l’evento, è stata srotolata un’enorme bandiera Iounarmia, che misura 30 metri per 20, e una batteria di tre cannoni d’artiglieria ha sparato cinque salve d’onore.
Le attività quotidiane degli scolari variano a seconda della specializzazione dell’unità. Ma molte ruotano attorno all’addestramento all’uso delle armi, alle competenze militari e mediche di base, all’atletica e ai corsi sulla Grande Guerra Patriottica.
Iounarmia organizza una vasta gamma di eventi patriottici su larga scala, competizioni e giochi sportivi militari. Molte di queste attività si svolgono in luoghi gestiti dal Ministero della Difesa. Nel 2021, il ministero ha aperto il Centro Avangard nel Patriot Park, vicino a Mosca, per offrire una formazione militare specifica agli studenti delle scuole superiori. Con una superficie di 33 ettari, il centro accoglie oltre 80.000 cadetti all’anno (fino a 800 studenti alla volta). I genitori possono acquistare posti per i propri figli e scegliere tra corsi di cinque o dieci giorni, che comprendono lezioni come “Giovane soldato”, pilotaggio di droni, ecc. Il centro ospita anche grandi forum e raduni dell’organizzazione giovanile Iounarmia, al fine di offrire programmi specializzati nella formazione militare e tecnica. Centri simili sono già stati aperti o sono in fase di costruzione in diverse città russe. Nel giugno 2023, il Ministero della Difesa ha annunciato l’intenzione di costruire centri di educazione militare e patriottica in tutte le città con più di 50.000 abitanti. Al momento dell’annuncio, tali centri erano già operativi in 104 città, di cui 37 con più di 100.000 abitanti.
I famosi campi per bambini dell’era sovietica, Artek [colonia di vacanze dei pionieri] e Orlyonok, ospitano anche speciali “sessioni Iounarmia”. Si tratta di sessioni a cui i membri possono partecipare dopo aver superato un processo di selezione competitivo che consiste nell’eseguire un compito e presentare un libretto delle attività personali. In questi campi, l’addestramento militare di base è obbligatorio per i bambini dai 12 ai 16 anni. Alcune sessioni sono esplicitamente incentrate sulla preparazione alla carriera militare per gli studenti delle scuole superiori, parallelamente ad altri programmi patriottici e di sviluppo fisico.
Attacchi terrestri e marittimi
Parallelamente a Iounarmia, nel 2016 è stato lanciato un progetto chiamato Zarnitsa 2.0. Si tratta di una versione modernizzata del gioco militare dell’era sovietica, con un’estetica digitale che ricorda l’universo del videogioco StarCraft e che è stata aggiornata per riflettere gli attuali obiettivi dell’addestramento militare. Il gioco è aperto ai bambini di età pari o superiore a 8 anni. I bambini sono divisi in squadre di dieci. Ogni membro della squadra sceglie un ruolo: comandante, corrispondente di guerra, geniere, medico, operatore di droni, istruttore politico o soldato d’assalto. I partecipanti devono studiare la loro specialità e acquisire competenze aggiuntive. Le squadre si sfidano in diverse fasi, passando dalle qualificazioni locali e municipali alla finale nazionale. Le sfide e i compiti, in particolare per i partecipanti più anziani, comprendono un’ampia gamma di competenze militari e di sopravvivenza: gare di staffetta di combattimento, cultura militare generale, addestramento alla marcia, storia dello Stato russo e storia militare, medicina tattica, addestramento all’uso delle armi da fuoco, difesa chimica e biologica, tecniche di sopravvivenza, ingegneria e mimetizzazione, operazioni tattiche e compiti specializzati simulati ispirati a ruoli militari reali.
Nel 2024, Sergei Kirienko, primo vice capo dell’amministrazione presidenziale, ha descritto le sue impressioni sulla fase finale di Zarnitsa 2.0: «I comandanti hanno parlato con ammirazione dell’ottimo equipaggiamento delle squadre, che non aveva nulla da invidiare alle migliori forze speciali. I giovani hanno utilizzato droni da ricognizione, droni kamikaze FPV [in grado di sganciare granate], droni terrestri e le più moderne attrezzature di sorveglianza. Li abbiamo visti addestrarsi a condurre attacchi terrestri e acquatici, a posare mine, a disinnescare mine, a studiare la topografia e a prestare cure mediche tattiche». Va notato che i partecipanti alla guerra contro l’Ucraina fungono da istruttori ed esperti durante le diverse fasi del gioco.
Inizialmente organizzato solo in alcune regioni, Zarnitsa 2.0 si è rapidamente sviluppato grazie al sostegno del Ministero della Difesa e ai finanziamenti federali. Il gioco ha rapidamente acquisito una struttura gerarchica, regole standardizzate e una solida base materiale. Oggi è organizzato dal Movimento dei Primi, un’altra organizzazione patriottica lanciata nella «nuova Russia» di Putin [di cui è il leader ufficiale], con il sostegno di Iounarmia e del Centro Voin per l’educazione militare e patriottica. Secondo Sergei Kirienko, nel 2024 il gioco ha raggiunto una portata quasi nazionale: sono state organizzate circa 9.000 prove di qualificazione nelle scuole e 4.000 a livello comunale, coinvolgendo oltre 800.000 studenti.
Nella primavera del 2025, il numero dei partecipanti era esploso. Gli organizzatori hanno dichiarato che più di 3 milioni di scolari hanno preso parte alle prove di qualificazione. In alcune regioni, la partecipazione è aumentata vertiginosamente: è quadruplicata in Daghestan (Ciscaucasia) e decuplicata nella regione di Kaluga (Russia centrale) rispetto agli anni precedenti.
«Sparare e marciare dalla quinta elementare: come funzionano le classi dei cadetti nelle scuole di Mosca»
Corpo dei cadetti
Un altro segno rivelatore della militarizzazione dell’istruzione in Russia è la rapida crescita dei programmi scolastici destinati ai cadetti e ai cosacchi [nel 2002 Putin ha inaugurato la scuola presidenziale dei cadetti cosacchi di Mosca, con una dimensione patriottica e religiosa più marcata], esplicitamente concepiti per formare i futuri soldati. La formazione dei cadetti integra il programma scolastico standard con un insegnamento sistematico delle competenze militari di base, della disciplina e dei rituali. Esistono tre tipi principali di istituti per cadetti: i corpi dei cadetti (collegi a struttura chiusa), le scuole autonome per cadetti e le classi per cadetti all’interno delle scuole pubbliche ordinarie. Questi istituti operano generalmente nell’ambito di accordi con il Ministero della Difesa e preparano gli studenti all’ingresso nelle università militari.

I corpi dei cadetti furono originariamente creati come istituzioni d’élite nella Russia zarista sotto Pietro il Grande [1629-1676], ma furono aboliti dopo la rivoluzione del 1917. Furono reintrodotti sotto Stalin alla fine della seconda guerra mondiale, ufficialmente su iniziativa del tenente generale A.A. Ignatiev, ex ufficiale zarista e diplomato di un corpo di cadetti pre-rivoluzionario. Sono diventate le scuole Suvorov e Nakhimov [istituti di istruzione secondaria militare]. Nel 1991 esistevano 11 istituti di questo tipo in tutta l’URSS, oltre a molti altri che condividevano i loro obiettivi e la loro struttura.
All’inizio degli anni ’90 alcune di queste scuole chiusero, ma ne sorsero gradualmente di nuove, spesso create dalle autorità locali, da ufficiali militari in pensione o in servizio e da membri dei servizi di sicurezza. Alla fine degli anni ’90, il loro numero era salito a 40. Parallelamente, nelle scuole pubbliche tradizionali hanno cominciato ad apparire scuole e classi di cadetti, un modello che non esisteva nell’Unione Sovietica. Anche questi studenti indossano uniformi, seguono una disciplina rigorosa e partecipano ad esercitazioni militari dopo aver terminato le lezioni normali. Una giornata scolastica per uno studente di una classe di cadetti inizia generalmente con l’appello alle 8 del mattino e termina alle 18. Le classi sono organizzate in “plotoni”, a loro volta divisi in ‘sezioni’ guidate da “comandanti”. Nel pomeriggio, gli studenti seguono lezioni di storia e servizio militare tenute da un istruttore militare, nonché un addestramento all’uso delle armi e al tiro. Frequentano anche club dedicati a temi militari e civici. Mostre patriottiche, le escursioni, i balli militari e le parate sono all’ordine del giorno. Oltre a un insegnante principale, ogni classe ha generalmente un amministratore affiliato all’esercito.
Sotto la presidenza di Vladimir Putin, l’istruzione dei cadetti ha iniziato a svilupparsi rapidamente, ben prima del finanziamento ufficiale di programmi patriottici su larga scala. Nel 2009, la Russia contava più di 120 corpi e scuole di cadetti. Alla fine del 2018, se ne contavano circa 200 (con 50.000 studenti) e più di 7.000 classi di cadetti (150.000 studenti) in tutto il paese. Un passo importante è stato compiuto nel 2014, quando 72 classi di cadetti hanno aperto i battenti in 21 scuole, accogliendo 1600 studenti solo a Mosca. Ogni organismo incaricato della sicurezza e dell’applicazione della legge dispone ora di una propria rete di istituti affiliati: il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Interno hanno la rete più estesa, ma anche il Servizio penitenziario federale sponsorizza decine di classi in tutto il Paese.
Sono stati creati anche istituti per ragazze. Dal 2008 il Ministero della Difesa gestisce il collegio per le figlie dei militari. Questa scuola d’élite accoglie ragazze, provenienti principalmente da famiglie di militari, dopo un rigoroso processo di selezione. La loro vita quotidiana è simile a quella degli studenti della scuola militare Suvorov, con uniformi, orari rigidi e un addestramento militare limitato. Tuttavia, l’accento è posto maggiormente sulla cultura dei concetti tradizionali di femminilità: il programma comprende equitazione, danza e canto.
Dal 2015, a Mosca si tiene una parata annuale delle cadette. Nel maggio 2025, 3000 studentesse in uniforme da cadetta hanno sfilato sulla collina Poklonnaya, dove sono state accolte dal sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, dal patriarca Kirill e dal ministro dell’Istruzione, Sergei Kravtsov. Dopo la parata, si è tenuto un grande festival pubblico, con stand a tema militare e mostre interattive.
Nel 2025 esistono classi di cadetti che accolgono 30.000 bambini in 236 scuole di Mosca. A livello nazionale, circa 510.000 studenti frequentano corsi per cadetti. Ad esempio, secondo le autorità, durante l’anno scolastico 2024-2025, più di 100.000 bambini della sola regione del Kuban [Russia meridionale, vicino alla Crimea] erano iscritti a corsi cosacchi offerti in 93 scuole e 67 asili. Il governo regionale di Novosibirsk [Siberia occidentale] ha indicato che il numero di classi di cadetti è raddoppiato, passando da 58 a 116, mentre il numero di studenti è passato da 1466 a 2440.
«Ciò che ci unisce tutti»
I corpi e le classi dei cadetti, le organizzazioni militari e patriottiche per i giovani, i giochi e le competizioni sportive militari sono stati tutti accuratamente pianificati e sviluppati ben prima della guerra su larga scala in Ucraina. Il rapido aumento della partecipazione e l’espansione qualitativa negli ultimi tre anni sono stati motivati non solo da ingenti spese, ma anche dall’esistenza di un’infrastruttura consolidata da tempo. Va notato che, sebbene questi programmi svolgano ormai un ruolo sempre più importante nella vita degli scolari russi, la partecipazione rimane, almeno ufficialmente, volontaria.
Da settembre 2022, tuttavia, la vita scolastica è cambiata per tutti i bambini in Russia. Ogni lunedì inizia ora con una cerimonia ufficiale di alzabandiera. Successivamente, gli studenti di tutti i livelli seguono una lezione patriottica speciale, intitolata “Conversazioni su argomenti importanti”, tenuta dal loro insegnante di riferimento.
Nell’aprile 2022, durante un forum patriottico per i giovani intitolato “La forza nella verità”, il ministro dell’Istruzione Sergei Kravtsov ha dichiarato: “Il governo non lascerà soli gli scolari nella guerra dell’informazione». Lo stesso giorno ha annunciato l’introduzione di lezioni patriottiche settimanali a partire dal prossimo anno scolastico. Il presidente Vladimir Putin ha annunciato personalmente i vincitori dei concorsi scolastici e delle competizioni durante la prima edizione di «Conversazioni su argomenti importanti». Putin ha ripetuto i consueti discorsi di Stato sulla protezione del popolo del Donbass e sulla lotta al «nazismo ucraino» per sottolineare l’importanza politica del nuovo programma scolastico [il 25 giugno, durante il Forum di San Pietroburgo, Putin ha nuovamente dichiarato che il popolo ucraino in quanto tale non esiste e fa parte di un unico popolo, quello russo – N.d.R.].

La prima serie di materiali didattici, pubblicata alla fine dell’estate 2022, ha immediatamente suscitato preoccupazione tra genitori e insegnanti. Il contenuto presentava il patriottismo in termini semplicistici e militarizzati. I bambini erano incoraggiati a discutere apertamente della «operazione militare speciale», della «riunificazione con la Crimea», dell’«Occidente collettivo» e del «nazismo ucraino». Il messaggio associava ripetutamente l’amore per la natura e la patria alla volontà di servire – e, se necessario, di morire – per la patria. La franchezza del messaggio ha scioccato molti insegnanti e genitori. Le piattaforme online sono state rapidamente inondate di testimonianze di educatori che applicavano in modo aggressivo il contenuto del copione.
In risposta a questa levata di scudi, il governo ha rivisto i materiali prima del 12 settembre, eliminando ogni riferimento diretto alla guerra e al morire per il proprio Paese. Dal 20 febbraio 2023, una versione televisiva di “Conversazioni su argomenti importanti” viene trasmessa nell’ambito del programma Good Morning su Channel One. Il presidente Putin ha recentemente suggerito di estendere questi corsi alle scuole materne.
Con questa iniziativa, il governo russo ha compiuto qualcosa di inedito nella storia del suo sistema educativo: ha creato un sito web visivamente accattivante e di facile utilizzo dedicato al programma patriottico. Tutti i materiali didattici (programmi, guide per gli insegnanti, video, presentazioni, poster e strumenti interattivi) sono presentati in modo professionale, senza il lassismo burocratico solitamente associato ai contenuti prodotti dallo Stato. I video vedono la partecipazione di attori professionisti e celebrità, e i programmi propongono talvolta varianti opzionali. Per gli studenti del 10° e 11° anno, gli insegnanti possono scegliere di utilizzare o omettere i documenti provenienti da Besogon TV, un canale di propaganda animato dal regista Nikita Mikhalkov, le cui opinioni sono notoriamente conservatrici e patriarcali. I suoi interventi sono presentati come spunti di riflessione per gli studenti.
Il programma dell’8 marzo (Giornata internazionale della donna) promuove il messaggio che le lotte delle donne appartengono in gran parte al passato e che questa giornata celebra ora la “vera femminilità”, definita come tenerezza, attenzione e gentilezza. Le storie di donne eminenti non mettono l’accento sull’attivismo o sui diritti, ma sul ruolo centrale della famiglia e dei valori tradizionali nella loro vita. Gli insegnanti sono incoraggiati a citare dichiarazioni appropriate del presidente Putin.
Ad esempio, il 19 maggio è stata tenuta in tutto il Paese una lezione intitolata “I valori che ci uniscono”. Gli studenti del primo e del secondo anno hanno scoperto i valori tradizionali fondamentali che dovrebbero unirli: il patriottismo (“l’amore per la patria e la volontà di difenderla”), la famiglia, il lavoro e la comunità. Gli studenti più grandi, dal decimo all’undicesimo anno, hanno ricevuto un elenco più elaborato di 17 valori tradizionali che dovrebbero unire tutti i popoli della Russia, valori che, secondo il corso, hanno trovato la loro piena espressione nella vittoria del 1945. Tra questi figurano l’unità di fronte al nemico, la solidità delle famiglie, il sostegno affidabile e il collettivismo. Un video consigliato per l’uso in classe vede come protagonista Margarita Simonyan, redattrice capo della rete di propaganda statale RT (Russia Today).
La lotta per il futuro
La guerra della Russia contro l’Ucraina non si è rivelata né rapida né trionfale. Per i detrattori dell’invasione, il persistere di un sentimento anti-guerra tra i giovani, anche nei sondaggi condotti da organismi allineati al governo, è fonte di cauto ottimismo. Dopotutto, il futuro appartiene ai giovani. Non sorprende quindi che, mentre il Cremlino si preparava a un conflitto prolungato, abbia aumentato notevolmente la spesa per l’indottrinamento patriottico, ponendo nuovamente l’accento sull’influenza sui giovani attraverso le scuole e le organizzazioni giovanili di massa. Oggi la vita scolastica in Russia comprende non solo “conversazioni su argomenti importanti”, raduni settimanali per alzare la bandiera e una rete crescente di classi di cadetti, ma anche targhe commemorative e “uffici degli eroi” che rendono omaggio ai diplomati uccisi in Ucraina. I contenuti militaro-patriottici si insinuano praticamente in tutte le materie. Le organizzazioni giovanili, sostenute da generosi finanziamenti pubblici, stanno acquisendo importanza e moltiplicando gli eventi, diventando passaggi affidabili verso l’occupazione dopo la guerra e, in alcuni casi, verso la mobilità sociale per i soldati che tornano in patria.
Iounarmia, la principale organizzazione militare giovanile dello Stato, è ora guidata dal colonnello Vyacheslav Golovin. Ufficiale delle forze speciali della marina conosciuto con il nome in codice “Struna”, Golovin ha svolto un ruolo chiave nell’assedio di Mariupol. Il Movimento dei primi, un altro gruppo di giovani allineato con lo Stato, è guidato dal maggiore Artur Orlov, un veterano della Siria e dell’Ucraina. Sempre più spesso, i veterani dell’invasione ucraina vengono assegnati a posizioni dirigenziali nei programmi destinati ai giovani o nominati a incarichi di supervisione dell’educazione militare-patriottica nelle scuole pubbliche.
Lo Stato sta ora cercando apertamente di raggiungere tutti i bambini russi. Non necessariamente per trasformarli tutti in soldati o in «veri» patrioti, ma almeno per imporre loro una visione unica del mondo. In questa narrazione, il presidente Putin, saggio e benevolo, dice solo la verità, la Russia è perennemente circondata da nemici e la guerra in Ucraina è una lotta giusta e necessaria contro il nazismo, come 80 anni fa. In questa realtà immaginaria, la guerra non è un’aberrazione, ma la norma. La Russia ha sempre combattuto e sempre trionfato grazie alla clemenza divina e alla sua superiorità morale. Amare la patria, questo è il messaggio, significa essere pronti a sacrificarsi per essa.
Questa visione del mondo è profondamente dissonante, persino schizofrenica. Viene diffusa in modo sistematico attraverso l’istruzione scolastica, le attività extrascolastiche, i programmi televisivi per bambini e i media online. Diversi milioni di bambini sono oggi coinvolti in un aspetto o nell’altro dell’addestramento militare, sia attraverso i giochi di ruolo della Iounarmia che attraverso programmi più intensivi nelle classi e nelle scuole cadetti. La portata, l’ambizione e il coordinamento dell’intero sistema sono sbalorditivi e spaventosi. Forse l’aspetto più inquietante è il cinismo con cui i valori militaristi vengono presentati ai bambini come virtù civiche.
Naturalmente, non tutte le scuole applicano questo programma con lo stesso zelo. Ciò dipende in gran parte dalle convinzioni degli insegnanti e degli amministratori. Se la partecipazione alle «Conversazioni su argomenti importanti» è obbligatoria, il tono e il contenuto di queste conversazioni possono variare. Molti educatori continuano discretamente a promuovere valori umanistici e pacifisti autentici e a navigare tra l’etica personale e le aspettative dello Stato. In alcune scuole sottofinanziate, i programmi patriottici e le classi di cadetti non sono altro che un modo per riempire le quote e rispettare i piani ufficiali sulla carta.
E poi c’è la dissonanza fondamentale: la mitologia veicolata dalla propaganda di Stato spesso si scontra con la realtà che i bambini osservano nella loro vita quotidiana. A casa, molti sono esposti a discorsi completamente diversi, sulla pace, la libertà e la democrazia. Questi valori rimangono visibili nella società russa nonostante anni di repressione, attacchi alle istituzioni democratiche, censura e difficoltà economiche. Secondo un recente sondaggio del Levada Center pubblicato a maggio, oltre il 60% dei russi si dichiara favorevole alla pace e il 15% dichiara apertamente di non sostenere le azioni dell’esercito russo.
In questo contesto, ci sono pochi motivi per credere che i bambini russi assorbiranno passivamente il messaggio militarista dello Stato. La lotta per il futuro è lungi dall’essere finita e i bambini, come sempre, sono forse più perspicaci di quanto si pensi.
*articolo pubblicato sul sitoPosle (“Dopo” in russo) il 25 giugno 2025 che così si definisce: “Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la vita in entrambi i paesi non sarà più la stessa. Ma per poter continuare a vivere e ad agire, dobbiamo trovare risposte ad alcune domande cruciali. Perché è iniziata questa guerra? Perché è così difficile fermarla? Come sarà il futuro dopo la guerra?
Posle è un tentativo di rispondere a queste domande. Come comunità di autori che condividono le stesse idee, condanniamo la guerra che ha scatenato una catastrofe umanitaria, causato distruzioni colossali e provocato il massacro di civili in Ucraina. La stessa guerra ha provocato un’ondata di repressione e censura in Russia. Come membri della sinistra, non possiamo separare questa guerra dalle immense disuguaglianze sociali e dall’impotenza della maggioranza lavoratrice. Naturalmente non possiamo nemmeno ignorare l’ideologia imperialista che cerca di mantenere lo status quo e si nutre del discorso militarista, della xenofobia e del fanatismo.
La nostra piattaforma si propone di esaminare la struttura di questi problemi e di immaginare una via d’uscita. Posle accoglie ed è aperto ad accademici, giornalisti, attivisti e testimoni oculari – a tutti coloro che cercano di comprendere il presente e di riflettere sul futuro”.
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