Progettato per dominare. Palantir Technologies, braccio armato digitale della repressione mondiale

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L’azienda Palantir Technologies, fondata in particolare da Peter Thiel, progetta l’infrastruttura della repressione e ne spiega i motivi nelle sue campagne pubblicitarie. Teorico del “fascismo tardivo”il  filosofo Alberto Toscano analizza questo caso per esaminare il connubio tra la Big Tech e l’estrema destra nazionalista, ma anche i sogni di fusione tra uno Stato di polizia e il capitale.

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Una nuova campagna di reclutamento ha fatto la sua comparsa nei campus delle università più prestigiose degli Stati Uniti. Alla Cornell University di Ithaca (una piccola città universitaria situata a circa 280 km a nord-ovest di New York) e alla University of Pennsylvania a Filadelfia, ad esempio, manifesti cupi affissi alle fermate degli autobus riportavano un avvertimento inquietante: “È giunta l’ora della verità per l’Occidente”. I manifesti accusavano i giganti della tecnologia di trascurare “l’interesse nazionale” quando decidono “cosa deve essere realizzato”.
Al contrario, Palantir [1], il subappaltatore della difesa specializzato nell’analisi dei dati all’origine di questi manifesti, dichiara di non voler limitarsi a creare prodotti tecnologici “per garantire il futuro dell’America”, ma “per dominare”.

Il messaggio implicito di queste pubblicità fa eco alla convinzione dei dirigenti di Palantir, tra cui il fondatore Peter Thiel (1967) e l’amministratore delegato Alex Karp (1967), secondo cui la vera missione della Silicon Valley è quella di consolidare la supremazia militare degli Stati Uniti e dell’Occidente – una nostalgia reazionaria della fusione tra Stato, ingegneria e capitale che caratterizzava la Guerra Fredda.

In questa versione del nazionalismo tecnologico, restituire grandezza all’America si traduce certamente in una volontà di dominare i propri avversari stranieri, ma anche in un’offensiva contro il «capitale woke», il consumismo considerato effeminato e un sistema universitario dedicato alla giustizia sociale e alla diversità. (I manifesti di Palantir sono stati pubblicati in concomitanza con una nuova iniziativa volta ad attirare studenti delle scuole superiori con ottimi risultati scolastici affinché “sfuggano all’indottrinamento” dell’istruzione superiore in cambio di una borsa di studio Palantir di quattro mesi).

Palantir ha ottimi motivi per lanciarsi in una campagna di assunzioni. Sebbene i suoi detrattori abbiano esultato quando le sue azioni sono brevemente crollate dopo l’annuncio dei dazi da parte dell’amministrazione Trump, da allora il suo valore è triplicato rispetto a quello registrato alle elezioni presidenziali di novembre. E la capacità dell’azienda di coltivare relazioni di alto livello all’interno della sicurezza nazionale le ha fruttato una manna di contratti governativi legati al crescente autoritarismo di Trump.

Palantir ha già collaborato con SpaceX, l’azienda di Elon Musk (1971), e con Anduril [2], un subappaltatore specializzato in IA e robotica, per iniziare a costruire il “Golden Dome” di Trump, una versione statunitense del sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome. Sta inoltre collaborando con il Department of Government Efficiency (Dipartimento per l’efficienza governativa) di Musk per creare un’interfaccia di programmazione delle applicazioni [3] che consenta al Department of Homeland Security (Dipartimento per la sicurezza interna) di setacciare i dati dell’IRS alla ricerca di contribuenti privi di documenti per espellerli.

Ad aprile, Palantir, che da tempo collabora con l’esercito, la polizia e i servizi di controllo delle frontiere, si è aggiudicata un contratto da 29,8 milioni di dollari con l’ICE  [La United States Immigration and Customs Enforcement, agenzia federale sui migranti] per migliorare il suo “Immigration Lifecycle Operating System[4], un sistema distopico che fornisce informazioni dettagliate sugli immigrati che il governo desidera sorvegliare, detenere ed espellere.

L’azienda sta inoltre preparando una riorganizzazione del sistema di gestione delle indagini dell’ICE per monitorare meglio le “popolazioni” prese di mira attraverso centinaia di categorie di dati, che vanno dal colore degli occhi, ai tatuaggi, all’indirizzo di lavoro e al numero di previdenza sociale. Alcuni ex dipendenti, allarmati dal lavoro dell’azienda a favore del programma repressivo di Trump, hanno recentemente pubblicato una lettera aperta, intitolata “The Scouring of the Shire “ (La pulizia della contea) [5], avvertendo che Palantir – e più in generale i giganti della tecnologia – ”normalizza l’autoritarismo sotto le spoglie di una ‘rivoluzione’ guidata dagli oligarchi“.

Il lavoro di Palantir nel campo della ricerca e sviluppo non si ferma ai confini degli Stati Uniti; l’azienda e Karp hanno dichiarato a gran voce il loro sostegno ideologico e materiale a Israele mentre quest’ultimo porta avanti il genocidio a Gaza. Durante una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione a Tel Aviv, nel gennaio 2024, l’azienda ha vantato la sua partnership strategica con il ministero della Difesa israeliano, al quale fornisce tecnologie di combattimento, tra cui la sua piattaforma di intelligenza artificiale che sarebbe utilizzata per prendere decisioni in tempo reale sulle zone di guerra, grazie ad agenti conversazionali automatizzati. La direzione di Palantir ha chiaramente indicato che la sua concezione della supremazia occidentale implica la difesa intransigente del sionismo all’estero e del nazionalismo di estrema destra nel proprio Paese.

Attraverso tutto questo, Palantir è diventata l’esempio perfetto dell’adesione dell’industria tecnologica al nazionalismo autoritario, molto più che i saluti nazisti di Musk, il suo filonatalismo degno dei tabloid e i suoi troll “dark MAGA[6]. Come scrive il ricercatore tecnologico Jathan Sadowski, «sin dalla sua creazione, Palantir ha avuto l’obiettivo di fornire […] il “livello ontologico” del fascismo, contribuendo a dare una realtà materiale ai suoi obiettivi ideologici».

In altre parole, Palantir crea un’infrastruttura digitale al servizio delle molteplici forme di violenza e controllo statale su cui si basa l’autoritarismo contemporaneo, dai software che facilitano le espulsioni di massa all’intelligenza artificiale utilizzata nelle guerre contro i popoli colonizzati.

Meno di un mese dopo la ripresa del potere da parte di Trump, Karp ha pubblicato il suo nuovo libro, The Technological Republic: Hard Power, Soft Belief, and the Future of the West, un curioso mix, allo stesso tempo prolisso e verboso, tra un manifesto neoconservatore e un opuscolo promozionale. Al centro del libro c’è una versione tecnologica della sempiterna lamentela della destra: secondo Karp, le élite liberali «woke», gli studenti contestatori e persino intellettuali come Edward Said (1935-2003) avrebbero «evirato» l’Occidente e indebolito il suo slancio tecnologico, proprio nel momento in cui deve affrontare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale e l’ascesa dell’egemonia cinese.

Ma dietro tutta questa retorica stereotipata sulla guerra culturale, non è difficile scorgere la rabbia di Karp di fronte alla resistenza organizzata dei lavoratori e delle lavoratrici del settore tecnologico – attraverso campagne come #NoTechForIce[7] o Tech Workers Coalition – contro il progetto di costruire l’arsenale del fascismo. Qui l’ideologia si confonde con argomenti di tipo commerciale.

Palantir non solo trae profitto dalla paura – che si tratti di migranti, IA o future guerre condotte da sciami di droni – che spinge i governi ad allentare i cordoni della borsa, ma sfrutta anche il semplice clamore mediatico che circonda il suo modello commerciale distopico, che promette di fondere l’analisi dei dati e la violenza di Stato.

La capitalizzazione di mercato dell’azienda è più che quintuplicata nell’ultimo anno e ora supera i 290 miliardi di dollari, ben oltre la crescita del suo fatturato. Questo divario è colmato dalla speculazione sul futuro, un futuro che Palantir presenta come una scelta tra la supremazia statunitense e il dominio cinese.

Dietro tutte le lamentele di Karp su una crisi occidentale della “fede”, ciò in cui vuole davvero farci credere è Palantir: una nuova brillante interfaccia per il buon vecchio commercio del razzismo, della repressione e della guerra.

*Alberto Toscano insegna alla School of Communications della Simon Fraser University e co-dirige il Centre for Philosophy and Critical Theory del Goldsmiths, University of London. Ha recentemente pubblicato in italiano Tardo fascismo. Le radici razziste delle destre al potere (Derive/approdi, 2024) e  Terms of Disorder: Keywords for an Interregnum (Seagull) e Fanaticism: On the Uses of an Idea (Verso, 2010; 2017, 2a ed.). Vive a Vancouver. Questo testo è stato pubblicato originariamente il 4 giugno 2025 sul sito In These Times.

[1] Palantir Technologies Inc. è un’azienda statunitense fondata nel 2003 e quotata al Nasdaq. Fornisce alle amministrazioni pubbliche (difesa, intelligence, polizia, immigrazione) piattaforme di analisi di dati di massa (Gotham, Foundry, AIP). Nel 2024 ha generato un fatturato di 2,87 miliardi di dollari, con un utile di 214 milioni di dollari nel primo trimestre del 2025. Il suo titolo è balzato del +73% dall’inizio dell’anno, portando la sua capitalizzazione a quasi 300 miliardi di dollari, che la colloca tra le 40 aziende più valorizzate al mondo. Questa esplosione finanziaria è sostenuta da lucrosi contratti con l’ICE (30 milioni di dollari ad aprile) e il Pentagono (178 milioni di dollari a marzo), nonché da un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’intelligenza artificiale – un successo economico preoccupante per gli attivisti dei diritti umani, che denunciano la sorveglianza di massa e le derive autoritarie.
[2] Anduril Industries è un’azienda statunitense fondata nel 2017, specializzata in sistemi autonomi per la difesa (droni aerei e sottomarini, sorveglianza, lanciatori di razzi), pilotati dalla sua piattaforma software “Lattice”. Nel giugno 2025, il suo valore ha raggiunto i 30 miliardi di dollari dopo un’eccezionale raccolta di 2,5 miliardi di dollari. Ora collabora con grandi aziende del settore della difesa, come Rheinmetall, per produrre droni in Europa, e vanta un ampio portafoglio di contratti e progetti (difesa statunitense, marina australiana, ecc.), che le conferiscono un crescente potere militare e industriale.
[3] Nell’aprile 2025, la rivista WIRED rivela che Palantir sta collaborando con il Department of Government Efficiency (DOGE), un’iniziativa guidata da Elon Musk, per sviluppare un’unica grande interfaccia che consenta l’accesso a tutti i database dell’IRS (l’agenzia fiscale statunitense responsabile della riscossione delle imposte e del controllo fiscale). Il progetto mira a centralizzare dati fiscali sensibili – nomi, indirizzi, numeri di previdenza sociale, dichiarazioni dei redditi – e a creare una piattaforma in cui il software Foundry di Palantir fungerebbe da centro di lettura unico dei sistemi dell’IRS, sollevando forti preoccupazioni circa la concentrazione e la sicurezza dei dati privati. Cfr. Makena Kelly, «Palantir Is Helping DOGE With a Massive IRS Data Project», WIRED, 11 aprile 2025.
[4] Immigration Lifecycle Operating System (ILOS): piattaforma digitale creata da Palantir per l’agenzia ICE, utilizzata per registrare, tracciare e facilitare l’espulsione dei migranti. Presentato come uno strumento di «efficienza», incarna la deriva securitaria e razzista della tecnologia al servizio di politiche migratorie repressive e disumanizzanti. Vedi https://notechforice.com.
[5] «The Scouring of the Shire » (« La pulizia della Contea ») è il penultimo capitolo del Signore degli Anelli di Tolkien, in cui gli hobbit tornano a casa e scoprono che la Contea è stata corrotta da Saruman. Grazie ai loro legami comunitari, rovesciano questo regime oppressivo, intraprendendo una doppia missione morale: distruggere l’Anello e difendere la loro casa.
[6] Il termine «dark MAGA» indica un movimento politico online, sostenuto in particolare da Elon Musk e da alcune figure del mondo della tecnologia, che unisce un’estetica gotica nera (berretti neri, montaggi in rosso e nero, occhi laser sui ritratti di Trump) a idee apertamente fasciste. Questo stile si basa anche su simboli come il Sonnenrad (il “Sole nero” nazista originariamente utilizzato dalle SS e ripreso oggi negli ambienti neonazisti e suprematisti bianchi) e le rune SS, utilizzati per rafforzare un’immaginario di estrema destra radicale in meme virali, ridefinisce la retorica MAGA iniettandovi codici neonazisti.
[7] #NoTechForICE è una campagna lanciata nel 2018 dall’organizzazione Mijente, con l’obiettivo di porre fine ai contratti stipulati tra aziende tecnologiche (come Palantir, Amazon o Microsoft) e l’agenzia statunitense ICE (Immigration and Customs Enforcement), per denunciare l’uso di tecnologie di sorveglianza e banche dati al servizio delle politiche di espulsione e detenzione dei migranti. Cfr. https://notechforice.com.

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