Riportiamo qui la presa di posizione del Comitato esecutivo del NPA-l’Anticapitaliste in vista delle mobilitazioni sociali che attendono la Francia nei prossimi giorni. (Red)
La crisi politica si sta aggravando con l’avvicinarsi del voto di fiducia dell’8 settembre, che potrebbe far cadere il governo Bayrou. Emergono due date di mobilitazione: il 10 settembre a seguito dell’appello «Blocchiamo tutto» e il 18 settembre su appello dell’intersindacale. La sfida: costruire un movimento duraturo e offensivo.
Dall’annuncio del voto di fiducia per l’8 settembre e dalla probabile caduta del governo che ne conseguirà, la crisi politica in Francia continua ad aggravarsi. Bisogna prima di tutto rendersene conto: se Bayrou cadrà, dal 2022 si saranno succeduti quattro primi ministri, un record nella Quinta Repubblica. Bayrou si è quindi visto costretto a rassicurare un mondo imprenditoriale molto preoccupato durante l’università estiva del Medef (1). Tra le fila della maggioranza, alcuni, come Bruno Retailleau o Yaël Braun-Pivet, chiedono già di fare marcia indietro sulla soppressione dei due giorni festivi (2).
La corsa alla carica di primo ministro è già iniziata, da Darmanin al Partito socialista che si dichiara, da solo e al di fuori dell’alleanza moribonda del NFP (3), pronto a governare. Il possibile scioglimento dell’Assemblea nazionale potrebbe portare a un rinnovo dell’assemblea tripartita senza una chiara maggioranza o aprire ulteriormente la strada all’estrema destra.
Non è il momento di cercare risposte istituzionali o elettorali alla crisi, ma di organizzare e sviluppare la mobilitazione. Le riunioni e le assemblee che si tengono in molte città stanno vivendo una dinamica ascendente e testimoniano la rabbia e la determinazione dei partecipanti.
Insomma, la crisi politica continua e si aggrava. Tutto dipende dalla nostra capacità di renderla visibile e di approfondirla nelle strade.
L’appello «Blocchiamo tutto» il 10 settembre
L’appello «Blocchiamo tutto» il 10 settembre è ovviamente un punto di appoggio in tal senso. La composizione sociale e politica del movimento è stata analizzata dal politologo Antoine Bristielle, sulla base dei social network attivi nella mobilitazione, sulle risposte di un migliaio di persone (4). Ne emerge che, anche se il 27% di loro ha fatto parte del movimento del “Gilets jaunes” nel 2019, la loro composizione sociologica è diversa. Si tratta di persone chiaramente politicizzate a sinistra: alle ultime presidenziali, il 70% ha votato LFI, il 10% NPA. Hanno poi un profilo più giovane, meglio integrato e più formato rispetto alla media. Tuttavia, è possibile stabilire alcuni legami con i Gilets Jaunes: le persone mobilitate provengono infatti più dai piccoli e medi comuni che dalle metropoli, esprimono una grande sfiducia nei confronti della politica tradizionale, in particolare dei partiti, e sono indecise sui loro obiettivi e sui mezzi di azione.
La France Insoumise (LFI) si è subito inserita in questa mobilitazione proponendo uno sciopero generale per il 10 settembre. Più recentemente, Solidaires, la CGT e la FSU si sono unite all’iniziativa. L’intersindacale (CFDT, CGT, FO, CFE-CGC, CFTC, UNSA, FSU, Solidaires) è riuscita a ricostituirsi in modo unitario e a pubblicare un comunicato e un appello comune alla mobilitazione per il 18 settembre. Sebbene l’intersindacale non sostenga esplicitamente la data del 10, il che è deplorevole, è necessario cogliere l’occasione del 18 perché il disegno di legge finanziaria non sarà approvato la sera del 10. Le due date non devono essere contrapposte, ma unite, il che implica anche che l’intersindacale, così come l’insieme della sinistra sociale e politica, faccia propria la data del 10.
La sfida è quindi quella di costruire nel tempo, il più vicino possibile ai collettivi di lavoro e attraverso l’auto-organizzazione, un possente movimento che possa garantire il successo delle nostre rivendicazioni. In poche parole: il 10 blocchiamo tutto e il 18 continuiamo!
Il 10 settembre, una tappa fondamentale in un movimento ancora da costruire
Di fronte a una crisi politica di tale portata, a una tale accelerazione della situazione, bisogna dare il segnale che è il momento di agire, tutti insieme! Il movimento sarà un movimento di lungo periodo. Dobbiamo quindi costruire le strutture di auto-organizzazione: nelle nostre università, nei nostri luoghi di lavoro, nei nostri quartieri, costituiamo le assemblee generali di coloro che lottano e scioperano. Senza cadere nella sostituzione: spetta ovviamente agli scioperanti decidere il seguito del loro sciopero. Infine, dobbiamo dare un orizzonte politico alla mobilitazione. Dopo Bayrou, Macron deve cadere. Ma oltre a questo, il NPA porterà avanti la necessità di porre fine alla Quinta Repubblica e di indire un’Assemblea costituente. La base per questo sarà naturalmente costituita dagli organi di auto-organizzazione che saranno emersi dalla mobilitazione.
Ecco perché il NPA sarà presente in tutte le lotte di questo mese di settembre. Il 10 è solo l’inizio, costruiamo il seguito!
1. Il MEDEF (Mouvement des Entreprises de France) è la principale organizzazione che riunisce le imprese francesi (N.d.T.)
2. Di recente il governo ha proposto l’abolizione di due delle giornate festive (e remunerate) riconosciute in Francia, Bayrou ha proposto di eliminare due giorni festivi, il lunedì di Pasqua e l’8 maggio. (N.d.T.)
3. Nouveau Front Populaire (NFP) al quale hanno aderito tutte le organizzazioni di sinistra in occasione delle ultime elezioni nazionali (N.d.T.).
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