Aboliamo la “scudo fiscale” ticinese

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Pubblichiamo il testo dell’interrogazione che i deputati dell’MPS hanno inoltrato a proposito di uno degli articoli introdotti con la cosiddetta riforma “fisco-sociale) approvata, per il rotto delle cuffia, nel 2018. Ricordiamo a questo proposito, l’articolo pubblicato sul nostro sito in merito alla stessa problematica nel Canton Vaud. Ricordiamo inoltre che, con un’iniziativa fiscale presentata negli scorsi giorni, i nostri deputati hanno proposto di abolire l’art. 49a della Legge Tributaria. (Red)

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Che ne è stato del “freno all’imposta sulla sostanza” (art. 49a della Legge tributaria) a otto anni dalla sua introduzione?

Il 18 aprile 2018 i cittadini e le cittadine del nostro Cantone sono stati chiamati a pronunciarsi sul referendum contro la riforma della Legge tributaria (LT), la cosiddetta “riforma fisco-sociale”, approvata dal Parlamento negli ultimi mesi del 2017.
La riforma, come si ricorderà, venne accolta con il 50,14% dei voti favorevoli, con uno scarto di soli 193 voti.
Tra le misure introdotte figurava anche quella prevista dall’art. 49a LT, ovvero il cosiddetto “freno all’imposta sulla sostanza”. Sono dunque trascorsi diversi anni dall’entrata in vigore di questo ennesimo regalo fiscale ai grandi possidenti residenti in Ticino.
Secondo il nuovo articolo 49a, capoverso 1, LT, il cumulo dell’imposta cantonale e comunale sulla sostanza e sul reddito non deve superare il 60% del reddito imponibile complessivo, considerando nel calcolo una redditività minima della sostanza pari ad almeno l’1% della sostanza netta del contribuente. Nel caso in cui l’imposta cantonale e comunale sulla sostanza superi tale soglia, l’autorità fiscale deve ridurla al 60% del reddito imponibile.
Un esempio concreto, tratto da una circolare emanata dall’ACC nel giugno 2018: un contribuente senza figli, domiciliato a Lugano, con un reddito imponibile di 200’000 franchi e una sostanza netta di 50 milioni di franchi (con un reddito netto della sostanza pari a 400’000 franchi). Ebbene, se il contribuente avesse richiesto l’applicazione dell’art. 49a, avrebbe ottenuto un risparmio d’imposta complessivo pari al 2%: pagherebbe, grazie all’articolo in questione, 300’000 franchi invece di 306’054.
Questo sgravio fiscale non è molto conosciuto e, anzi, è stato in parte dimenticato. Le recenti vicende del Canton Vaud – dove lo Stato ha deliberatamente scelto di non applicare integralmente le disposizioni dello “scudo fiscale” previsto dalla legge, causando una perdita di ingenti somme per l’erario pubblico e arricchendo ulteriormente i super-ricchi di quel Cantone – hanno riacceso l’interesse per il “freno all’imposta sulla sostanza” contenuto nella Legge tributaria del Canton Ticino.
Ciò anche alla luce del fatto che, all’epoca, ci si era ispirati proprio al “bouclier fiscal” già adottato in altri Cantoni, tra cui appunto Vaud.
È pertanto di sicuro interesse pubblico valutare l’impatto di tale meccanismo sul gettito fiscale cantonale e comunale a partire dalla sua introduzione.

Sulla base di quanto precede, chiediamo al Consiglio di Stato:

a) di indicare, per ciascun anno di applicazione, il numero di contribuenti che hanno richiesto l’attivazione dell’art. 49a relativo al “freno all’imposta sulla sostanza”;
b) di indicare l’ammontare complessivo della sostanza, per ogni anno di applicazione, sulla quale tale meccanismo è stato applicato;
c) di indicare l’ammontare totale delle deduzioni accordate annualmente ai contribuenti che hanno richiesto l’attivazione di questo dispositivo;
d) di indicare la diminuzione del gettito fiscale, per ogni anno, sia per il Cantone Ticino sia per i Comuni ticinesi.

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