Vaud. Gli/le scioperanti lanciano un appello ai consiglieri di Stato del PS e dei Verdi

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Pubblichiamo qui di seguito una comunicazione del collettivo vodese contro i tagli al bilancio relativo all’appello pubblico lanciato negli scorsi giorni. Come abbiamo indicato in altri articoli, ormai da diversi giorni vi è in atto nel Canton Vaud una mobilitazione sindacale con scioperi e manifestazioni di eccezionale portata.
L’appello in questione chiede che gli eletti in governo dei partiti “progressisti” prendano posizione apertamente a favore delle rivendicazioni sindacali e della mobilitazione in atto. Come si può vedere, un tema che non agita solo il nostro Cantone. (Red)

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I consiglieri di Stato del PS e dei Verdi non sono stati eletti per abbassare gli stipendi e tagliare le prestazioni pubbliche!

Signore e signori,

Personalità del mondo associativo, artistico, femminista, sindacale e della ricerca hanno preso l’iniziativa di lanciare un appello all’attenzione dei tre consiglieri di Stato che si richiamano alla sinistra e al movimento ecologista: Rebecca Ruiz, Nuria Gorrite e Vassilis Venizelos.

La petizione che ne è risultata ha raccolto, in due giorni, circa 12.000 firme, il che è particolarmente significativo.

I firmatari chiedono che i suddetti eletti prendano pubblicamente le distanze dalla politica antisociale del Consiglio di Stato e che si schierino a favore dell’immediata apertura di negoziati con le organizzazioni del personale, il che è un principio democratico elementare.

È proprio sotto le bandiere del PS e dei Verdi – non del Centro padronale! – che sono state elette la signora Ruiz, la signora Gorrite e il signor Venizelos. Tuttavia, questi partiti non si impegnano a favore della riduzione dei salari, dello smantellamento dei servizi pubblici e dei regali fiscali ai grandi imprenditori e agli azionisti, come previsto dal bilancio 2026. Sarebbe ora che se ne ricordassero. Questo è ciò che si aspettano i lavoratori del settore pubblico e parapubblico, la cui mobilitazione è senza precedenti. Bisogna scegliere tra co-gestire una politica di austerità e regressione sociale e difendere i lavoratori e il bene comune.

La questione non è chiusa. La lotta continua. Il sostegno della popolazione è evidente. Uniti, possiamo ancora impedire l’entrata in vigore di un bilancio 2026 profondamente antisociale!

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