Big Tech e combustibili fossili: Microsoft contro il pianeta

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Ex dipendenti sottolineano come il lavoro di Microsoft per l’industria dei combustibili fossili stia aggravando la crisi climatica.

L’ingegnere Will Alpine è entrato in Microsoft nel 2020, pochi mesi dopo che Microsoft aveva annunciato che entro il 2030 avrebbe rimosso dall’atmosfera una quantità di carbonio superiore a quella emessa. L’azienda ha inoltre promesso che entro il 2050 avrebbe rimosso dall’atmosfera tutti i gas serra emessi dal 1975.
«Alpine aveva tutte le ragioni per credere che stava per contribuire a salvare il pianeta», scrive la giornalista Emily Atkin in un recente articolo per Heated.
Alpine lavorava come product manager alla piattaforma di intelligenza artificiale di Microsoft. «L’IA è uno strumento essenziale per accelerare la sostenibilità», dichiara un rapporto Microsoft, co-scritto da Alpine e pubblicato nel novembre 2023.
Alpine ha raccontato nell’intervista rilasciata a Heated: «inizialmente eravamo concentrati pensando di fare un buon lavoro in merito alla sostenibilità». Ma dopo circa 18 mesi, ha iniziato a rendersi conto di «chi stava realmente utilizzando l’IA a cui stavo collaborando per la sua realizzazione».
Will Alpine ha conosciuto sua moglie Holly mentre lavoravano entrambi presso Microsoft. Holly era entrata in azienda nel 2014. Nel gennaio 2024 ha rassegnato le dimissioni da Microsoft e nella sua e-mail di dimissioni ha scritto: «Questo lavoro, volto a massimizzare la produzione di petrolio con la nostra tecnologia, sta vanificando tutta la nostra attività, prolungando l’era dei combustibili fossili e favorendo emissioni incalcolabili».

Le falsità di Microsoft sul clima

Nel marzo 2020 ho scritto un articolo sugli obiettivi climatici di Microsoft dal titolo Le falsità di Microsoft sul clima. Ci sono due evidenti problemi con gli obiettivi climatici da parte di Microsoft. Il primo è che l’azienda punta sulla rimozione del carbonio e sulla piantumazione di alberi su larga scala. Entrambe queste strategie rappresentano una pericolosa distrazione dalla necessità di lasciare i combustibili fossili nel sottosuolo.
Negli ultimi anni Microsoft ha acquistato un numero enorme di crediti di carbonio. Allied Offsets riferisce che nel 2024 Microsoft è stata il secondo acquirente di crediti di carbonio, dopo Shell.
Il secondo problema degli obiettivi climatici di Microsoft è che l’azienda lavora a stretto contatto con l’industria petrolifera.
Il giorno prima che Microsoft annunciasse il suo obiettivo di “carbon negative”, si è conclusa in Arabia Saudita la XII Conferenza Internazionale sulla Tecnologia Petrolifera. Microsoft era il “partner per la trasformazione digitale” dell’evento.
Microsoft collabora con una serie di compagnie petrolifere, tra cui Chevron, Shell, Equinor, BP, Schlumberger ed ExxonMobil.

Holly e Will hanno provato a cambiare Microsoft dall’interno

Heated riferisce che nel settembre 2019 i dipendenti Microsoft avevano chiesto al CEO dell’azienda, Satya Nadella, informazioni sui contratti di Microsoft con l’industria petrolifera. Nadella aveva sostenuto che collaborare con le compagnie petrolifere avrebbe aiutato queste ultime nella transizione verso l’energia pulita. «Date loro quella spinta alla produttività che permetterà loro di aiutare se stesse e il mondo», aveva dichiarato Nadella.
Un mese dopo, Nadella difendeva ancora una volta la collaborazione con i grandi inquinatori: «Se interrompiamo la collaborazione, quali sono i vantaggi? Chi ne beneficia? Nessuno ne beneficia. Non è che domani si possa smettere di produrre petrolio, perché il mondo si fermerebbe. La domanda è: come possiamo contribuire a un piano di transizione energetica?».
Ma aumentare la produttività delle compagnie petrolifere aumenta inevitabilmente le emissioni di gas serra. Aumenta anche i profitti delle compagnie petrolifere. Che reinvestono nell’estrazione di più petrolio.
Nel 2021, Holly e Will Alpine hanno scritto un promemoria di otto pagine alla dirigenza di Microsoft, sottolineando che nessuna delle cinquanta compagnie petrolifere e del gas con cui Microsoft collaborava affermava di utilizzare il cloud computing [ N.d.T. erogazione di servizi offerti attraverso la rete internet] o la tecnologia AI di Microsoft per abbandonare i combustibili fossili.
«In realtà, avveniva proprio il contrario», scrive Heated: «BP utilizzava la tecnologia AI di Microsoft per ‘investire in più petrolio e gas’; Chevron la utilizzava per ‘nuovi pozzi non convenzionali [di fracking]’ ed Exxon la utilizzava per ‘migliorare il successo dell’esplorazione’».
Nel dicembre 2021, Will e Holly hanno avuto un incontro per presentare le loro osservazioni e raccomandazioni a Brad Smith, presidente di Microsoft, e a Lucas Joppa, allora responsabile ambientale di Microsoft.
Non hanno raccomandato a Microsoft di smettere di collaborare con l’industria dei combustibili fossili. Hanno invece raccomandato un «approccio basato sui principi», e la contabilizzazione dell’impatto in termini di emissioni di carbonio derivante dall’utilizzo della tecnologia Microsoft. Hanno anche affermato che i “Principi di IA responsabile” dell’azienda dovrebbero includere l’impatto ambientale.
Microsoft non ha adottato le raccomandazioni di Will e Holly. «Quattro anni dopo», scrive Heated, «i “Principi di IA responsabile” di Microsoft non includono ancora l’impatto ambientale».
«Da quello che ho visto, credo che trovare ed estrarre più petrolio sia oggi una delle principali applicazioni dell’IA», ha detto Will a Heated.
È stato molto difficile trovare aziende che utilizzassero effettivamente gli «strumenti di IA rispettosi del clima» su cui stava lavorando. Will ha concluso che Microsoft stava utilizzando il suo lavoro per distrarre l’attenzione dall’attività distruttiva dell’azienda con l’industria petrolifera.

Il grande balzo di Microsoft

Lo scrittore Ketan Joshi ha scritto nel maggio 2025 un ottimo articolo sulla vita e sulla morte degli obiettivi climatici di Microsoft. Nel 2020, in occasione del lancio degli obiettivi climatici di Microsoft, Brad Smith li ha descritti come un “moonshot” [N.d.T. un grande balzo sulla Luna, una scommessa audace]: «La riduzione delle emissioni di carbonio è la strada che il mondo deve percorrere e noi riconosciamo che è ciò che i nostri clienti e dipendenti ci chiedono di perseguire. Si tratta di una scommessa audace, un moonshot, per Microsoft. E dovrà diventare un moonshot [una scommessa audace] per il mondo».
Nel 2024, Smith utilizzava ancora la metafora del moonshot, ma dichiarava a Bloomberg che la luna si stava allontanando: «Nel 2020 abbiamo presentato quello che abbiamo definito il nostro carbon moonshot. Questo prima dell’esplosione dell’intelligenza artificiale. Quindi, se si pensa alle nostre previsioni sull’espansione dell’IA e sul suo fabbisogno energetico, sotto molti aspetti la luna è cinque volte più lontana rispetto al 2020».
A maggio 2025, Smith aveva ormai abbandonato la metafora del moonshot: «Mentre continuiamo a concentrarci sul progresso sostenibile verso i nostri obiettivi per il 2030, è diventato chiaro che il nostro percorso verso l’azzeramento delle emissioni di carbonio è una maratona, non uno sprint».
«Okay, ora è una maratona», commenta Joshi.
«Ma il problema rimane lo stesso: quando si intraprende un viaggio verso una meta, bisogna dirigersi verso di essa, non allontanarsi (che si tratti della luna o di un altro traguardo). Questo è davvero il principio fondamentale della maratona. Per ogni passo che l’azienda compie verso la meta, ne compie altri cinquecento all’indietro. Che stia sfrecciando o correndo una maratona, qualunque cosa stia facendo: è nella direzione sbagliata».
Joshi esamina in dettaglio come il consumo di elettricità di Microsoft e di altre grandi aziende tecnologiche stia aumentando con l’aumentare dell’uso dell’intelligenza artificiale. Egli conclude che l’aumento delle emissioni di Microsoft dal 2020 è più vicino al 55,4% che al 23% dichiarato dall’azienda.

Enabled Emissions

Dopo aver lasciato Microsoft, Will e Holly Alpine hanno fondato un’organizzazione chiamata Enabled Emissions. Holly ha dichiarato a Heated che considera Enabled Emissions complementare a No Tech for Apartheid, un gruppo di dipendenti di Google e Amazon che protestano contro il contratto da un miliardo di dollari del Project Nimbus per il cloud computing stipulato dalle aziende con il governo e l’esercito israeliani. Anche Microsoft è complice del genocidio dei palestinesi da parte di Israele. Microsoft è uno dei principali fornitori di servizi cloud e di intelligenza artificiale all’esercito israeliano. E l’uso della tecnologia Microsoft da parte di Israele è aumentato durante la sua brutale guerra a Gaza.
No Azure for Apartheid fa parte della rete No Tech for Apartheid ed è un gruppo di lavoratori Microsoft che chiede a Microsoft di rescindere tutti i contratti e le partnership Azure con l’esercito e il governo israeliani.
Holly ha dichiarato a Heated: «Non puoi definirti un’azienda pacifista se sei il principale fornitore di servizi cloud per Lockheed Martin. E non puoi definirti un’azienda impegnata nella lotta al cambiamento climatico se sei il principale fornitore di servizi cloud per l’industria dei combustibili fossili».
In una lettera inviata al Financial Times la scorsa settimana, Holly e Will hanno sottolineato il disastroso impatto climatico degli accordi sulle energie fossili stipulati dalle grandi aziende tecnologiche:  «Per illustrare la portata del fenomeno, noi e organizzazioni come Global Witness, Greenpeace e Green Web Foundation abbiamo cercato di quantificare il reale impatto climatico dei contratti relativi ai combustibili fossili stipulati dalle grandi aziende tecnologiche. Utilizzando dati disponibili pubblicamente, abbiamo calcolato le emissioni derivanti da due soli contratti stipulati da Microsoft con Exxon e Chevron. Abbiamo stimato un aumento pari al 300% delle emissioni annuali di Microsoft, compresi i data center».

*articolo apparso su REDD-Monitor  l’11 agosto 2025. La traduzione in italiano è stata curata dalla Redazione di Antropocene.org

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