Il comune di Mendrisio ha informato i cittadini e le cittadine in merito alla riduzione delle tariffe elettriche proposte dalle Aziende Industriali di Mendrisio (AIM) per il 2026.
Le nuove tariffe, afferma il Municipio nel suo comunicato con una certa soddisfazione, una diminuzione delle tariffe dell’elettricità per tutte le categorie; certo, è una buona cosa: ma non possiamo dimenticare che tale misure si inserisce in un trend negativo (dal punto di vista delle tariffe elettriche) che pesa ancora, e molto sui consumatori e le consumatrici.
Vediamo di rimettere le cose con i piedi per terra.
Le AIM hanno annunciato che «a dipendenza della categoria tariffale, la bolletta media 2026 mostrerà una riduzione tra l’1,5% e il 4,7%». Bene, come abbiamo detto, ma non si può certo dimenticare, e per i cittadini e le cittadine utenti è decisivo, quanto successo nel recente passato. Infatti, l’utenza delle AIM ha subito, dal 2022 al 2025, un aumento delle tariffe totali dell’energia elettrica consumati pari al 53,2%, da 20,35 a 31,19 cts/KWh (categoria H4, standard). Addirittura, il prezzo della sola energia elettrica (tralasciando gli altri elementi che concorrono a comporre la tariffa totale) è balzato dai 7,4 cts/kWh nel 2022 a ben 13,71 cts/kWh nel 2025, un incremento di addirittura l’85,2! Per il 2026 il costo dell’energia elettrica sarà, come annunciato in questi giorni, di 12,51 cts/kWh, cioè più caro rispetto al 2022 di oltre il 69%!
La conclusione è chiara. La popolazione servita dalle AIM continua e continuerà a pagare delle fatture notevolmente elevate rispetto al 2022. La mini-riduzione del 2026 non basta sicuramente a compensare, nemmeno minimamente, l’importante erosione del potere d’acquisto causato da un bene fondamentale, al quale non è possibile rinunciare. I cittadini e le cittadine attendono una risposta che le AIM dovrebbero dare: quando si potrà tornare a tariffe vicine a quelle del 2022? È a questa prospettiva che si dovrebbe lavorare ed è attorno ad essa che si dovrebbe organizzare anche la comunicazione; troppo facile approfittare di una assai limitata diminuzione di tariffe per diffondere l’idea che siamo di fronte ad una decisiva inversione di tendenza.
Tutto questo richiama un altro aspetto che disturba in questa vicenda. Le AIM sfoggiano lo slogan “Trasparenza totale dei costi” e scrivono che «Questo trend positivo [la diminuzione del 2026] riflette l’impegno a cogliere le migliori opportunità sul mercato per trasferire ai clienti benefici concreti».
In realtà se effettivamente si volesse operare all’insegna di una vera trasparenza, questo implicherebbe che le AIM presentassero all’utenza i prezzi di acquisto reali dell’energia elettrica erogata e la durata dei contratti sottoscritti. Solo così si potrebbe valutare realmente la portata del “trasferimento ai clienti dei benefici concreti”.
Come tutti ricorderanno gli aumenti degli scorsi anni sono stati giustificati da una politica degli acquisti che avrebbe subito i rincari dei prezzi sul mercato, promettendo che negli anni successivi (due, tre anni: tale era la validità temporale dei contratti più esosi) i benefici (a seguito di contratti di acquisto meno onerosi) sarebbe arrivati.
In realtà, una politica diversa di approvvigionamento, non orientata sulla concorrenza forsennata sulle offerte di mercato, avrebbe potuto permettere di rispondere in modo diverso alla crisi del 2022, anno in cui si sono verificati quegli aumenti ancora oggi non recuperati.
Pensiamo, ad esempio, alla possibilità offerta in passato da AET alle aziende distributrici di sottoscrivere contratti a condizioni favorevoli (ad esempio il prodotto “AET blu”) che hanno permesso di resistere molto meglio all’impennata del 2022 (come avvenuto, ad esempio, alle AMB di Bellinzona). La maggior parte delle aziende distributrici avevano tuttavia snobbato quella possibilità.
Per concludere, dobbiamo quindi prendere atto che non solo questi “benefici” sono minimi; ma che senza la pubblicità dei dati relativi a questi contratti e ai prezzi in essi fissati, quelle delle AIM appaiono come facili parole al vento e i dubbi permangono; anche se, così facendo, sono in buona compagnia della stragrande maggioranza delle società di distribuzione di energia elettrica ticinesi. La via per un ritorno a tariffe sopportabili è ancora lunga…
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