Ritratti milionari: ovvero dove trovare i soldi per l’iniziativa 10% (1)

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La campagna contro l’iniziativa del PS, che vuole fissare al massimo al 10% del reddito disponibile i premi di cassa malati, insiste — con il ministro Vitta in testa — sul presunto effetto catastrofico dell’accoglimento dell’iniziativa: un costo di 300 milioni, pari a un aumento del 20% delle imposte.
A questa propaganda va risposto con un dato semplice: basterebbe un modesto contributo fiscale di poche decine di ultra-milionari residenti in Ticino. Secondo Bilanz, una ventina di loro possiede fortune che sommate raggiungono i 35 miliardi di franchi. Meno dell’1% di aggravio fiscale su questi “centomilionari” e miliardari garantirebbe il finanziamento di questa riforma, permettendo a due terzi delle famiglie ticinesi di ridurre i premi al 10%: un sollievo di fronte a un peso sempre più insopportabile.
Ma chi sono questi super-ricchi che oggi, con l’attuale sistema iniquo, pagano lo stesso premio di cassa malati di un postino, un ferroviere, un pensionato, un panettiere, un meccanico, un impiegato?
Nel quadro della campagna a sostegno dell’iniziativa, presenteremo nei prossimi giorni – sul nostro sito e su instagram – alcuni “ritratti milionari”: brevi profili di questi privilegiati.

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Tito Tettamanti, il profitto al posto di comando

I ticinesi sono abituati a vedere Tito Tettamanti pontificare, su Teleticino o sul Corriere, sui benefici che il capitalismo avrebbe apportato e continuerebbe ad apportare al mondo intero.
Avvocato di formazione, 95 anni ben portati (anche grazie, è lecito supporre, a cure sanitarie di qualità e a uno stile di vita agiato), Tettamanti ha alle spalle una lunga carriera politica e imprenditoriale in Ticino e non solo.
Nel 1959, a soli 29 anni, si avvia verso una promettente carriera politica, diventando consigliere di Stato. L’anno successivo però, come ricorda il Dizionario storico della Svizzera, “è costretto alle dimissioni per uno scandalo originato da una sanzione per frode fiscale”.
Abbandonata la politica attiva, intraprende un percorso come immobiliarista e successivamente come finanziere. In tutte le sue attività emerge una logica costante: quella dell’intermediazione finanziaria, ossia comprare e vendere con il solo obiettivo di ottenere un profitto.
Particolarmente significativa, in questo senso, è stata la scalata e la gestione di grandi imprese industriali svizzere (Sulzer, Saurer, Rieter, Ascom, SIG), acquisite e poi rivendute in breve tempo, senza avviare alcuna reale politica industriale. Lo stesso schema si è ripetuto in altre operazioni, come l’acquisto e la vendita della Basler Zeitung nello spazio di pochi mesi.
In sintesi, contrariamente alla narrazione secondo cui gli imprenditori investirebbero creando occupazione e ricchezza diffusa, Tettamanti ha sempre e soltanto investito perseguendo il proprio profitto a breve termine.
Un motivo in più, dunque, per sostenere che ricchi signori come lui debbano “passare alla cassa” e contribuire a soddisfare i bisogni sociali di questo Cantone.

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