Non è certo una novità che l’alleanza liberal-socialista nella conduzione del Municipio di Bellinzona determina l’atteggiamento del gruppo della cosiddetta Unità della sinistra in Consiglio comunale, il quale vota quasi sempre e comunque con il Municipio, in particolare sulle questioni di fondo.
Pochi giorni fa, in Consiglio comunale, se ne è avuta una ulteriore conferma su diverse proposte di emendamento. Merita particolare attenzione, per la sua valenza politica più generale che va al di là di Bellinzona, l’atteggiamento e il voto sulla proposta dell’MPS di aumentare il moltiplicatore delle persone giuridiche dal 92 al 97%. Proposta respinta dal Municipio e dal Consiglio Comunale (ha racimolato solo 8 voti) con l’opposizione anche del gruppo PS-Unità della sinistra.
Per carità, non si tratta di una proposta rivoluzionaria, ma di una proposta di buon senso che i Municipi delle maggiori città del Ticino (a cominciare da Lugano e Locarno) hanno avanzato: Lugano dal 77 all’82%, Locarno dal 90 al 97% o Mendrisio dal 77 all’82%. Una proposta con la quale le città cercano di difendersi di fronte alla decisione cantonale di diminuire – con il 2025 – dell’aliquota sull’utile delle persone giuridiche che passa dal’8,5% al 5% con una perdita di diversi milioni per le casse comunali.
Una proposta che, inoltre, si inserisce nel dibattito politico in atto sui mezzi necessari per rispondere alle esigenze sociali sempre più grandi che si pongono a tutti i livelli, dal Cantone ai comuni. Le discussioni attorno ai sussidi di cassa malati (o al finanziamento di ulteriori misure sul pagamento dei premi) pongono immediatamente il problema (e sono soprattutto i partiti borghesi a porlo) di nuove entrate e quindi di un aumento delle imposte. Giustamente, e neanche a farlo apposta, proprio la stessa sera nel corso di un dibattito televisivo, il copresidente del PS ha ribadito la necessità di far pagare di più chi beneficia di grandi patrimoni e chi macina profitti ogni anno di più.
Logica corretta, ma che non sembrerebbe trovare l’adesione del suo partito a Bellinzona (e, lo ricordiamo, Bellinzona è, per forza e ruolo, sicuramente la più importante sezione del PS) che invece ha seguito la logica municipale, respingendo l’emendamento proposto.
L’attualità politica di questi giorni, emersa ancora dall’ultimo consiglio comunale di Bellinzona, ci offre altri spunti di riflessione, chiamando ancora in causa il PS.
Come noto, per il secondo anno di fila il Cantone ha deciso di non compensare, o compensare parzialmente, il salario dei propri dipendenti. Per il 2024 non vi è stato alcun adeguamento dei salari e per il 2025 si è fermato allo 0,5% (di fronte ad un rincaro dello 0,7%). Sta di fatto che i dipendenti cantonali hanno perso, nel corso degli ultimi due anni, oltre il 2% del salario: una perdita che continua e continueranno a dover sopportare nel corso della loro carriera, con conseguenze sul trattamento pensionistico.
Sono andate un po’ meglio le cose per i dipendenti comunali non sottoposti alla LORD – cioè tutti i dipendenti tranne i docenti comunali e gli agenti di polizia. Costoro dipendono, per quel che riguarda il trattamento salariale (e quindi anche la compensazione del rincaro), dalle decisioni del Cantone. Lo scorso anno docenti comunali e personale uniformato non hanno ricevuto nulla.
Per rispondere a questa ingiustizia i consiglieri comunali dell’MPS hanno proposto un emendamento, nel quadro del Preventivo 2025, che voleva recuperare il rincaro non concesso lo scorso anno. Proposta, che nell’ambito della discussione sul Preventivo 2024, avevamo già presentato (una indennità straordinaria di 150 fr da concedere a docenti e personale uniformato della città.
Un anno fa si opposero tutti (dalla destra alla sinistra). Quest’anno è andata un po’ meglio; malgrado la proposta sia stata rifiutata, la stessa ha raccolto 19 voti (30 i contrari).
Un anno fa, forse per lenire il proprio senso di colpa per aver votato contro la nostra proposta, il PS presentò una mozione sullo stesso tema che, verosimilmente sarà discussa in occasione di una prossima seduta del Consiglio Comunale. Questa mozione vuole modificare il regolamento comunale prevedendo che “In caso di mancato adeguamento al rincaro da parte del Cantone della propria scala salariale, il Municipio può proporre al Consiglio comunale il riconoscimento ai collaboratori comunali sottoposti o collegati a detta scala un’indennità supplementare totalmente o parzialmente compensativa”.
Non sfugge a nessuno la dimensione potestativa di questo articolo (il Municipio “può”, non deve) che la rendono praticamente inutile. Infatti oggi, così come già lo scorso anno, nulla impedirebbe al Municipio di proporre una simile indennità supplementare. In materia, il Municipio ha totale libertà di proposta rispetto al personale (spetta poi al Consiglio comunale votare o meno tale proposta). Prova ne sia che in passato, proprio in materia di compensazione del rincaro, in qualche occasione il Municipio è andato – per il personale direttamente alle proprie dipendenze – al di là di quanto proposto dal Consiglio di Stato per i dipendenti sottoposti alla LORD.
I rappresenti del PS questa volta hanno, giustamente, votato la nostra proposta; questo proprio perché, così osiamo sperare, hanno preso coscienza, dalle reazioni del Municipio e dagli orientamenti prevalenti attorno alla loro proposta di modifica del regolamento, che manca in realtà la volontà politica nel Municipio (e della maggioranza dei partiti) di proporre questi correttivi. La modifica del regolamento proposta non rappresenta certo un ostacolo, ma non serve praticamente a nulla.
Questa vicenda del rincaro e quella che abbiamo richiamato in entrata sulla politica fiscale pongono il problema della collocazione e dell’orientamento politico del PS (e dei suoi satelliti) sulla scena politica bellinzonese. Una linea caratterizzata da un continuo, acritico (nei fatti se non nelle parole) sostegno al Municipio e alla politica perseguita negli ultimi anni, costruita attorno ad una alleanza politica con il Partito Liberale (gli altri partiti municipali sono poco più che comparse).
Non è certo questo un problema del solo PS di Bellinzona. In altri importanti centri – Lugano ad esempio – la collocazione di questo partito è ancora più organicamente collaborativa con i partiti borghesi; ma a Bellinzona la forza elettorale del PS ha, tradizionalmente seppur in netto calo negli ultimi anni, un peso ben diverso da quello degli altri importanti centri del Cantone.
Lo sviluppo politico a livello cantonale (ma anche nazionale ed internazionale) vira decisamente a destra, anche sospinto da uno sviluppo economico e sociale che non lascia spazi di manovra per politiche “riformiste” che in qualche modo possano portare beneficio ai salariati e alle salariate.
Sarebbe il caso di prenderne coscienza e di aprire una nuova stagione politica.
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