Non ci si lasci ingannare dal tono dei dibattiti, dai distinguo e dalle discussioni dell’ultimo consiglio comunale: a Bellinzona vi è una maggioranza, abbastanza chiara, che ha scelto – e non solo da ora – di sviluppare una politica di austerità.
Cosa intendiamo con questo termine? Una politica che ha come priorità il pareggio dei conti e che prevede di ottenerlo essenzialmente agendo sul contenimento della spesa comunale, senza disdegnare l’aumento delle entrate soprattutto attraverso quelle tasse (raccolta rifiuti, servizi amministrativi, etc.) che scavano ulteriormente le differenze tra le diverse categorie sociali.
A soffrire di questa scelta, ormai attiva da anni (che il Municipio e i suoi partiti siano riusciti ad attuarla conseguentemente è un altro discorso), è quella che potremmo chiamare la spesa sociale nel suo complesso. I cosiddetti “servizi ai cittadini”, ma anche tutta una serie di interventi che dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, attenuare le disparità sociali. Rientrano in questo ambito i sussidi, i servizi sociali legati alla formazione (doposcuola, mense, etc.), la quantità e la qualità di questi servizi (asili nido, assistenza agli anziani, etc.). Bellinzona, malgrado ami targarsi del label di “città progressista” è in grave ritardo in questi ambiti, un ritardo cresciuto negli ultimi anni.
Il recente dibattito in Consiglio Comunale e l’approvazione del Preventivo 2025 (con una solida maggioranza proveniente dai partiti presenti in Municipio) ha confermato questo orientamento. D’altronde, al di là del voto, basta leggere il rapporto della maggioranza della commissione, e in particolare i punti finali che indicano la prospettiva futura, per rendersi conto di questa assoluta continuità.
Tra questi obiettivi troviamo quelli la cui formulazione rimanda ormai in maniera automatica a politiche di austerità a scapito della spesa sociale: “ottimizzazione delle risorse” , “migliorare l’efficienza considerando le risorse disponibili”, “Riorganizzazione dei servizi alla popolazione” per finire con quello che li contiene e li riassume tutti: “strategia per il contenimento della spesa”, in particolare “sul fronte delle uscite si richiede un maggior approfondimento nell’individuare le possibili aree di contenimento della spesa”. Una prosa chiarissima e in assoluta continuità con quanto fatto negli ultimi anni.
Mantenimento (e tendenzialmente diminuzione) del moltiplicatore di imposta per le persone fisiche e giuridiche (significativo il voto compatto dei partiti presenti in Municipio contro la nostra proposta di aumentare il moltiplicatore per le persone giuridiche), priorità al contenimento e alla riduzione della spesa comunale, in particolare quella di tipo sociale e per il personale, il tutto nel ferreo quadro della priorità del pareggio dei conti.
E per poter continuare questa politica indisturbati (cioè per zittire qualsiasi richiesta di una politica della spesa diversa, più espansiva), ecco reiterato il solito metodo dei preventivi “pessimistici” che lasciano intravvedere un esito molto meno drammatico.
Che dire? business as usual; tutto il resto sono chiacchiere.
*consiglieri comunali a Bellinzona per l’MPS